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Un no il 12 febbraio apre la strada ad una riforma equa

Redazione Swissinfo

I regimi fiscali privilegiati concessi dai Cantoni a società straniere vanno soppressi, ma non con la Riforma III dell’imposizione delle imprese, afferma Prisca Birrer-Heimo. Secondo la deputata del Partito socialista, con questo progetto il governo e la maggioranza del parlamento offrono nuove scappatoie fiscali alle imprese. La riduzione del gettito fiscale provocherà uno smantellamento delle prestazioni sociali.

Per decenni la Svizzera ha permesso a società straniere di prendere sede sul proprio territorio e di sfuggire almeno in parte ai loro obblighi fiscali. Numerose holding, società miste e società di domicilio straniere – che operano all’estero e svolgono generalmente solo attività amministrative sul territorio elvetico – hanno ottenuto statuti fiscali privilegiati dai Cantoni rispetto alle altre imprese attive in Svizzera. 

Prisca Birrer-Heimo è consigliera nazionale del Partito socialista (PS). La rappresentante del Canton Lucerna si occupa in particolare di temi economici e di questioni finanziarie e fiscali. Prisca Birrer-Heimo è inoltre presidente della Fondazione per la protezione dei consumatori SKS. Franca Pedrazetti

In tal modo, migliaia di società hanno potuto evitare di versare imposte sugli utili nei paesi in cui lavorano effettivamente. In questi paesi si è così ridotto il gettito fiscale e sono venuti a mancare dei soldi che potevano essere impiegati per finanziare i compiti dello Stato, le scuole, il sistema sanitario e quello sociale. 

Il Partito socialista (PS) ha denunciato già da molto tempo queste pratiche, chiedendo alle autorità svizzere di porre fine a questo dumping fiscale. Il governo svizzero e i partiti borghesi hanno però sempre respinto queste richieste. 

Il Consiglio federale ha deciso di sopprimere questi regimi fiscali speciali solo quando la pressione internazionale è diventata troppo forte e molti paesi minacciavano di porre la Svizzera su liste nere, ciò che avrebbe danneggiato le attività dell’industria d’esportazione elvetica, d’importanza vitale per l’economia nazionale. 

Col passare degli anni, le società con uno statuto speciale hanno assunto una dimensione economica e fiscale molto importante per la Confederazione e molti Cantoni, a cominciare da Ginevra, Vaud, Zugo o Basilea città (che, tra l’altro, offre gli stessi privilegi fiscali alle sue multinazionali del settore chimico). 

Per attenuare gli effetti della soppressione degli statuti fiscali, la maggioranza del parlamento ha deciso di offrire nuovi privilegi e enormi regali fiscali alle imprese con la Riforma III dell’imposizione delle imprese: da un lato vengono ridotte le aliquote d’imposizione degli utili per tutte le imprese e dall’altro si introducono nuove scappatoie fiscali. 

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Nuovi privilegi fiscali 

Inizialmente il governo aveva previsto delle misure destinate a compensare la riduzione del gettito fiscale. La maggioranza del parlamento, che dalle elezioni del 2015 si è spostata verso destra, ha però deciso di sopprimere queste misure di compensazione e di sovraccaricare il progetto presentato dal Consiglio federale. 

Invece di esigere dalle imprese e dai loro azionisti un controvalore per i regali fiscali, la nuova legge prevede perfino nuovi strumenti per permettere alle aziende di sfuggire al fisco. Le imprese possono ad esempio dedurre spese fittizie sugli interessi dei loro capitali e possono esigere deduzioni fino al 150% per le spese legate alla ricerca e all’innovazione, ossia più dei loro costi effettivi. 

Le conseguenze finanziarie di questa riforma rappresentano una “black box”. I responsabili delle finanze di molte città temono che queste misure, assieme alla riduzione generalizzata delle aliquote, provocheranno un calo massiccio del gettito fiscale. Lo stesso Consiglio federale ha previsto perdite fiscali di almeno 3 miliardi di franchi per la Confederazione, i Cantoni e i Comuni. La sua speranza è che possano venir compensate dall’arrivo di altre imprese straniere. 

Prestazioni sociali minacciate 

La riduzione del gettito fiscale si ripercuoterà in altri settori. È praticamente sicuro che la Riforma III dell’imposizione delle imprese provocherà un ulteriore aggravamento della concorrenza fiscale tra i Cantoni, una vera e proprio corsa verso il basso per attirare le aziende. Oltre alle enormi riduzioni delle imposte sugli utili, si aggiungono nuove scappatoie fiscali. 

Inoltre dovranno essere colmate le lacune che si apriranno nelle finanze pubbliche, in seguito alle misure previste dalla Riforma III dell’imposizione delle imprese. Per fare ciò dovranno venir smantellate delle prestazioni sociali – ad esempio per la formazione, le prestazioni complementari e la riduzione dei premi delle casse malati – e saranno aumentate le imposte e le tasse per gli altri contribuenti. A farne le spese saranno la classe media, le famiglie e i pensionati. 

Un no alla Riforma III il prossimo 12 febbraio apre la strada ad una riforma equa, equilibrata e finanziata dalla stessa economia. 

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.

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Traduzione di Armando Mombelli

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