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Quale aereo e per quali missioni?

Debutto pubblico del Saab Gripen sulle Alpi svizzere, l'11 ottobre 2011. Keystone

Esercito e governo svizzero vogliono acquistare un nuovo aereo da combattimento: il jet svedese Saab Gripen. L’operazione potrebbe però fallire, viste le numerose divergenze sia sulla natura delle missioni delle forze aeree che sul tipo e il numero di apparecchi necessari.

La missione delle forze aeree è di proteggere lo spazio aereo nazionale. Trattandosi di una difesa contro eventuali attacchi terroristi, i diversi interlocutori contattati da swissinfo.ch sono dell’avviso che questo tipo di missione sia necessaria.

Polizia aerea

Anche il Gruppo per una Svizzera senza esercito, contrario all’acquisto di nuovi cacciabombardieri, non è totalmente ostile all’idea. «Il GSsE può ammettere la necessità di avere una polizia aerea, in seno però alla polizia», dichiara Christophe Barbey, uno dei segretari romandi dell’organizzazione.

Per effettuare questo genere di missione, il caccia rimane il mezzo migliore. Un sistema di difesa terra-aria potrebbe certo permettere di proteggersi, ma secondo Peter Felstead non è ottimale.

«I missili terra-aria sono uno strumento efficace per difendere lo spazio aereo, in particolare su siti specifici. Con questo sistema non si può però sparare un colpo d’intimazione, ciò che è invece possibile con i cannoni di un aereo», spiega questo specialista di questioni aeree per la società IHS Jane’s Defence Weekly, editrice di diverse riviste dedicate al settore della difesa.

Per compiere questa missione di polizia del cielo, si potrebbe anche immaginare una collaborazione coi paesi limitrofi. Anche in questo caso, però, la soluzione comporta inconvenienti tecnici, oltre a presentare problemi di sovranità.

«Immaginatevi un dirottamento come quello dell’11 settembre 2001. Un ordine di tiro deve essere dato per abbattere un aereo che rappresenta una minaccia; le autorità del paese preso di mira devono dare l’ordine; l’ordine viene comunicato allo stato maggiore di un altro paese. Tutta la procedura sarebbe molto delicata e penso che prima che l’ordine arrivi al pilota sarebbe già troppo tardi», dichiara il deputato dell’Unione democratica di centro (destra) Yvan Perrin, membro della Commissione di politica di sicurezza (CPS) della camera bassa.

Nessun esercito alle frontiere

I combattimenti aerei e la distruzione di obiettivi al suolo sono due degli altri incarichi assegnati alle forze aeree. Se le missioni di polizia non sono contestate, lo stesso non si può dire per questi compiti puramente militari.

Le divergenze tra destra e sinistra sono profonde. A sinistra, si ha piuttosto tendenza a pensare che rinnovare il parco dei jet delle forze aeree sia una spesa ingiustificata, vista l’assenza di minacce sulla Svizzera.

«Vi sono pochi rischi che un aereo militare di un altro Stato minacci la Svizzera, dichiara Géraldine Savary, membro della CPS della camera alta. Oggi la sfida è rappresentata dal terrorismo e non ho mai sentito dire che i terroristi hanno dei jet da combattimento».

«Oggi l’esercito deve effettuare la sua muta e trasformarsi in una struttura più moderna con meno uomini. L’acquisto di nuovi aerei fa però venire a mancare gli investimenti necessari per questa trasformazione. È un grosso problema».

A destra il ragionamento è un po’ diverso. «Certo, non vi sono eserciti stranieri accampati alle nostre frontiere, riconosce Yvan Perrin. Ma acquistare oggi significa investire per i prossimi 30 anni. Chi può dire a cosa assomiglierà l’Europa tra 15 anni? È rischioso scommettere sul futuro senza l’aviazione».

Mezzi sufficienti

Per coloro che ritengono che le forze aeree svizzere debbano prima di tutto svolgere un ruolo di polizia aerea, i mezzi attualmente a disposizione – segnatamente una flotta di 33 F/A-18 – sono adatti.

«Il Partito socialista pensa che la sorveglianza aerea sia sufficiente, dichiara Géraldine Savary. Da un lato perché abbiamo già del materiale a disposizione e dall’altro perché la Svizzera possiede anche dei droni, che permettono pure di esercitare una certa sorveglianza».

«Abbiamo ampiamente i mezzi per sorvegliare lo spazio aereo, afferma Christophe Barbey. Per questo il GSsA pensa che la Svizzera non abbia bisogno di nuovi aerei per difendersi. Acquistarne di nuovi significherebbe proseguire sulla strada del sovra-armamento. Sarebbe del denaro sprecato al servizio di una logica di guerra».

Un’opinione che Géraldine Savary condivide: «In un momento in cui bisogna investire nella sanità, nei trasporti e nell’educazione, è veramente necessario acquistare nuovi aerei?».

Il prezzo non è sempre sinonimo di risparmio

Nelle due camere del parlamento, la maggioranza di destra della CPS è favorevole a un rinnovo della flotta aerea. «Il Tiger deve essere sostituito e l’F/A-18 comincia ad invecchiare. Bisogna rendersi conto che non durerà ancora decenni», argomenta Yvan Perrin.

Bisogna però ancora sapere con cosa rimpiazzarli. Al termine di un processo di selezione, governo ed esercito si sono pronunciati a favore dell’aereo svedese Saab Gripen, preferito al francese Rafale e all’europeo Eurofighter.

Il Saab Gripen ha soprattutto il vantaggio di costare meno dei suoi concorrenti. «Gli aerei da combattimento sono in effetti molto cari. Per questo si prevede che la Svizzera acquisti il Saab Gripen. Visto che altri Stati europei lo utilizzano (Svezia, Cechia, Ungheria) i costi di assistenza e manutenzione possono essere ridotti tramite una cooperazione internazionale», osserva lo specialista britannico Peter Felstead.

Il problema è però che da alcuni rapporti è emerso che il jet svedese è meno efficiente rispetto ai suoi concorrenti. Molti di coloro che caldeggiano l’acquisto di nuovi aerei nutrono un certo scetticismo nei confronti del Saab Gripen. «Come recita l’adagio, il prezzo non è sempre sinonimo di risparmio, ricorda Yvan Perrin. Ho letto i rapporti. Immaginare di acquistare oggi un aereo che dovrà servirci per i prossimi 30 anni e che è già obsoleto, è alquanto imbarazzante…».

Schianto in vista

L’acquisto del nuovo aereo sarà trattato dal parlamento e la decisione finale dovrebbe spettare al popolo. L’operazione sembra comunque partita male.

In parlamento bisognerà fare i conti con il no della sinistra, che non ritiene indispensabile l’acquisto di un nuovo aereo. L’opposizione potrebbe però venire anche dal campo opposto. «A destra vi sono resistenze reali per quanto concerne il tipo d’aereo. Mi sembra che il Saab Gripen non susciti un grande entusiasmo», commenta Géraldine Savary.

In caso di voto popolare, il Saab Gripen sembra destinato a schiantarsi. «La popolazione non ritiene che l’acquisto di un nuovo aereo sia per forza necessario, constata Yvan Perrin. Se poi si spiegherà alla popolazione che l’apparecchio scelto non soddisfa i criteri…».

La Svizzera dispone attualmente di due tipi di aerei d’intercettazione:

54 Nothrop Freedom Fighter (Tiger), la cui sostituzione è prevista nel 2015,

33 McDonnell Douglas F/A-18 Hornet (il 34esimo si è schiantato nel 1998).

La Svizzera ha testato il Saab Gripen a partire dal luglio 2008.

L’aereo svedese è stato preferito al francese Rafale (Dassault) e all’Eurofighter Typhoon, prodotto dal consorzio europeo Eurofighter (Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia).

Lo scorso agosto, la Svizzera e la Svezia hanno siglato un accordo quadro in vista dell’acquisto di 22 Saab Gripen da parte della Confederazione.

(traduzione di Daniele Mariani)

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