Raffinato in Svizzera l’oro estratto dai bambini del Burkina Faso
Sarebbero migliaia i bambini costretti a lavorare nelle miniere d’oro del Burkina Faso, 50 metri sotto terra, per 12 ore al giorno. Stando a un’ONG elvetica, molte tonnellate di questo oro arrivano poi in Svizzera, il più grande commerciante al mondo del metallo prezioso.
Questo contenuto è stato pubblicato al
1 minuto
swissinfo.ch e tvsvizzera.it (TG del 09.09.2015)
Pubblicate per la prima volta in gennaio, le statistiche sulle importazioni d’oro in Svizzera rivelano un traffico proveniente dal Togo, un paese che non ha praticamente miniere. L’ONG Dichiarazione di BernaCollegamento esterno ha però scoperto che gran parte del metallo giallo viene in realtà estratto nel Burkina Faso dove bande di trafficanti e contrabbandieri sfruttano i bambini in condizioni vergognose.
Sotto accusa vi è la società Valcambi di Balerna, una delle quattro più grandi raffinerie d’oro in Svizzera. La ditta respinge però ogni accusa, sostenendo di verificare in modo autonomo e regolare “la conformità e la legalità della fornitura”.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
È l’oro il vero emblema della Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Quando si parla della Svizzera, si pensa subito a prodotti come orologi, cioccolata, oppure alle banche. Raramente però la Confederazione è associata all’oro. Ebbene, la Svizzera è il più grande commerciante di metallo giallo al mondo.
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’ultimo caso è scoppiato pochi mesi fa. In Perù, una trentina di persone e quattro società sono indagate per estrazione mineraria illegale e riciclaggio di denaro, delitti per i quali sono previsti fino a 15 anni di carcere. Sull’arco di alcuni anni, avrebbero venduto circa 25 tonnellate d’oro, per un valore di 900 milioni di…
Dalla miniera al mercato: progetto svizzero d’oro “pulito”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Feliciano Quispe è arrivato nel deserto costiero nel 1988 con uno zaino in spalla, una pala, una bussola e una bottiglia di acqua. Allora l’economia peruviana era nel caos e Quispe aveva bisogno di un lavoro. Così ha iniziato a cercare oro. «Non possedevo nulla, nemmeno una bicicletta per spostarmi. Eravamo costretti a vivere nel…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.