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Votazioni: vittoria del governo, sconfitta dell’UDC

Un'attestazione di fiducia per il governo e una vittoria personale per la ministra della migrazione Simonetta Sommaruga (al centro): così la stampa svizzera riassume i risultati della votazione federale del 5 giugno. Keystone

Governo vincitore su tutta la linea e Unione democratica di centro (UDC) perdente per la seconda volta consecutiva sul proprio campo di battaglia, ossia quello della migrazione: così riassume la stampa svizzera i risultati dei cinque oggetti sottoposti ieri a votazione federale. Risultati che, secondo i commentatori, evidenziano un altro elemento: il popolo svizzero predilige il pragmatismo.

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L’approvazione da parte dei due terzi dei votanti della revisione della Legge federale sull’asilo, contro la quale l’UDC (destra conservatrice) aveva lanciato il referendum è il tema in primo piano dei commenti all’indomani dello scrutinio popolare. “Un passo avanti nella gestione dell’asilo e un altro buco nell’acqua per l’UDC. Sono queste le indicazioni più importanti emerse dalla votazione federale, che su tutti i fronti ha visto confermata la linea di governo e parlamento”, scrive il Corriere del Ticino.

“L’UDC fuorigioco nella politica d’asilo”, titola in prima pagina la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Il quotidiano di Zurigo rileva che la revisione, che mira in particolare ad accelerare le procedure d’asilo, ha tenuto conto degli interessi di tutti i principali attori politici, compresi quelli dell’UDC. Secondo la NZZ, è evidente che il più forte partito della Svizzera ha deciso di attaccare la revisione non per la sua sostanza, ma per motivi di tattica preelettorale. “Prima che l’opposizione fosse un obiettivo fine a se stesso, il partito aveva chiesto a gran voce un’accelerazione della procedura”.

L’UDC “ne aveva fatto quasi un mantra prima di partire lancia in resta contro una riforma che ha proprio questo scopo”, rincara La Regione. Secondo il quotidiano ticinese, “non sorprende dunque che, dopo la débâcle dello scorso 28 febbraio (iniziativa per l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri), ieri il partito del neopresidente Albert Rösti abbia rimediato un’altra scoppola su uno dei suoi temi prediletti. E non è un caso se dai vertici democentristi, sin qui piuttosto spregiudicati nell’avventurarsi sul terreno della democrazia diretta (che comunque stanno nuovamente calcando con l’iniziativa ‘Il diritto svizzero anziché giudici stranieri’), sono giunti di recente segnali di prudenza in tal senso”.

“Lanciato nel pieno della campagna elettorale, al culmine di due legislature in cui l’UDC ha ricorso (con successo) all’arma popolare, il referendum ha assunto connotati temerari, con argomenti pretestuosi e incomprensibili anche agli occhi di chi è favorevole ad una politica d’asilo restrittiva. E, con un partito ancora scottato dal manrovescio subito in febbraio sulle espulsioni dei criminali stranieri, si è tradotto in una campagna in sordina e abdicatoria”, fa eco il Corriere del Ticino.

“L’elemento che ha segnato la campagna sulla revisione della legge sull’asilo è l’atteggiamento dell’UDC. Il partito, che ha lanciato il referendum, ha agito come se non credesse veramente alla propria battaglia”, osserva anche il quotidiano vallesano Le Nouvelliste. E alla fine “i cittadini non si sono fatti ingannare dal discorso perlomeno ambivalente e incoerente” dell’UDC, afferma il Journal du Jura.

Il 24 heures evidenzia che anche un altro aspetto: la campagna contro la revisione della legge sull’asilo è stata “imbarazzante per l’intera classe politica”, non solo per la posizione ambigua dell’UDC, ma anche per le defezioni nei ranghi della sinistra e delle cerchie di difesa del diritto d’asilo da parte di coloro non ne volevano sapere di una nuova legge che nell’insieme considerano troppo severa.

Vittoria personale della ministra Sommaruga

Così, per finire, “il popolo ha deciso: qualunque siano le convinzioni, si tratterà di accontentarsi dei guadagni piuttosto che delle perdite della revisione”, conclude il quotidiano vodese. Si tratta di una “decisione del buon senso”, titola lo zurighese Tages-Anzeiger. Una decisione che conferma la linea pragmatica, nella tipica tradizione elvetica della ricerca del consenso, seguita con tenacia dalla ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga, che la stampa svizzera designa all’unanimità come la grande vincitrice.

“La concretezza prevale”, titola il giornale grigionese Südostschweiz, in un commento in cui sottolinea che il risultato del voto rappresenta una solida attestazione di fiducia per la ministra dell’asilo. “La seconda débâcle democentrista corrisponde alla seconda vittoria politica e personale per Simonetta Sommaruga, contro la quale l’UDC sta conducendo da tempo una campagna imputandole tutti i mali della situazione migratoria”, commenta anche il Corriere del Ticino.

Il foglio di Lugano aggiunge però che “per la consigliera federale il chiaro risultato di ieri si traduce in un mandato altrettanto chiaro: tradurre in pratica la riforma e intervenire in modo efficiente anche negli ambiti dell’asilo che esulano dalla questione amministrativa delle domande”.

Un avvertimento condiviso dalla Liberté di Friburgo, secondo cui, “la ministra dell’immigrazione non potrà riposarsi su questa vittoria di tappa”. Ma la socialista ne è pienamente cosciente. Del resto lei stessa ieri ha ribadito che questa legge è il passo nella buona direzione, ma non risolverà tutti i problemi, rammentano i quotidiani neocastellani L’Express e L’Impartial.

Un’idea prematura

Sul fronte delle tre iniziative popolari bocciate nella votazione di ieri, Le Temps interpreta il verdetto come “quello del portamonete. E non uno qualunque: il portamonete federale. Poiché è quest’ultimo che sarebbe stato messo a dura prova in caso di accettazione delle iniziative popolari”, rileva il giornale ginevrino.

“Utopia interessante, il reddito di base incondizionato non era finanziabile. L’iniziativa denominata ‘vacca da mungere’ muore per un’ansia simile. Avrebbe privato il bilancio federale di 1,5 miliardi di franchi all’anno. La stessa analisi può essere fatta per l’iniziativa sul servizio pubblico. Essa avrebbe privato la Confederazione di un buon miliardo di dividendi e di imposte, senza che si potesse avere la benché minima certezza che il denaro lasciato alle ex regie fosse veramente usato nella direzione auspicata dai promotori”, analizza Le Temps.

Per l’Aargauer Zeitung, è invece stata la prematurità ad aver messo fuori gioco l’iniziativa “Per un reddito di base incondizionato”: “l’idea è arrivata troppo presto”, perché “in fin dei conti, il nostro Stato sociale e la nostra economia funzionano bene, o almeno non così male”. Sta però di fatto, scrive il Nouvelliste, che l’iniziativa sul reddito di base ha offerto “un tema di dibattito maledettamente ricco. Un dibattito sul nostro modo di vivere e di lavorare. Oggi, domani, tra cinquant’anni”.

L’iniziativa ha messo sul tavolo “domande a cui siamo lungi dall’aver risposto: come immaginare il futuro del lavoro e dello Stato sociale? Siamo pronti ad affrontare la digitalizzazione e la robotizzazione? Scomparirà un numero massiccio di posti di lavoro? Oppure semplicemente cambieranno? Non si sfuggirà a una riflessione in merito”, pronostica l’Aargauer Zeitung.

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