Il passaporto svizzero in regalo a stranieri meritevoli?
Ha suscitato una certa sorpresa la proposta del presidente della Confederazione Ueli Maurer di regalare il passaporto svizzero a Klaus Schwab, fondatore del Forum economico mondiale (WEF), quale riconoscimento per i servizi resi al paese. Ordini al merito statali non fanno parte della tradizione repubblicana svizzera.
Il WEFCollegamento esterno festeggerà l’anno prossimo il suo 50esimo anniversario. In questo mezzo secolo, il forum ha permesso di attirare a Davos centinaia di capi di Stato e di governo, oltre che l’élite del mondo imprenditoriale, economico e scientifico di tutto il mondo. A trarne beneficio non è soltanto la stazione turistica del Canton Grigioni: ogni anno, a fine gennaio, i riflettori dei media internazionali sono puntati per alcuni giorni sulla Svizzera.
Per il presidente della Confederazione è giunto quindi il momento di rendere onore al fondatore del WEF. Secondo quanto reso noto domenica dalla SonntagsZeitung, Ueli Maurer intende organizzare una cerimonia ufficiale in gennaio a Davos per esprimere la gratitudine del governo svizzero a Klaus Schwab. In tale occasione verrebbe anche assegnata la cittadinanza elvetica al manager tedesco, che risiede da molto tempo in Svizzera, senza aver richiesto la naturalizzazione.
Questa idea ha suscitato sorpresa e perplessità tra gli ambienti politici. Sarebbe la prima volta che una personalità straniera verrebbe gratificata in questo modo. Il passaporto svizzero viene rilasciato dai Cantoni in base a criteri ben precisi, tra i più restrittivi in Europa. Una reazione di disappunto è giunta dallo stesso partito di Maurer, l’Unione democratica di centro (UDC, destra), che si batte in prima fila contro l’immigrazione. “I meriti del signor Schwab sono indiscussi, ma rendere un omaggio statale a un individuo non è una pratica svizzera. Dopo tutto, non abbiamo nemmeno ordini al merito”, ha dichiarato il presidente dell’UDC, Albert Rösti.
Tradizione repubblicana
In effetti, rispetto a molti paesi europei, la Svizzera non attribuisce titoli o insegne ufficiali, come la “Legione d’onore” francese, il “Sir” britannico o il “Cavaliere” italiano. La maggior parte di questi ordini sono legati a tradizioni imperiali o monarchiche, che non sono mai esistite nella Confederazione. Non vi era neppure una vera e propria aristocrazia, paragonabile a quelle dei paesi vicini. I Comuni erano generalmente dominati da corporazioni e patriziati, formati da cittadini locali di antica data per salvaguardare i loro diritti di esercitare mestieri o possedere terreni e foreste di fronte ai nuovi arrivati.
Corporazioni e patriziati persero buona parte dei loro privilegi con la nascita dello Stato democratico nel 1848, che sancì la creazione della cittadinanza svizzera uguale per tutti. Per evitare rischi di abusi o dipendenza degli agenti pubblici nei confronti di autorità straniere, già la prima Costituzione del 1848 vietava ai membri delle autorità federali (dai ministri fino ai funzionari) di accettare titoli e insegne cavalleresche da governi esteri. Tale divieto venne poi esteso nel 1874 ai cittadini incorporati nell’esercito e nel 1931 ai membri delle autorità cantonali.
Questa limitazione non figura più nella nuova Costituzione federale del 2000, ma è stata iscritta da allora nelle leggi sull’organizzazione di governo, parlamento, amministrazione ed esercito. In quell’occasione il Consiglio federale ha ribadito che titoli e insegne “non fanno parte della tradizione” e “non corrispondono ai valori fondamentali” della Svizzera. Perfino nell’esercito distinzioni speciali vengono assegnate solo come riconoscimento della durata di servizio o della partecipazione ad una missione particolare.
Cittadino onorario di Davos
Lo stesso governo svizzero illustra questa tradizione repubblicana, in base alla quale nessun cittadino appartiene ad un ordine superiore e può considerarsi al di sopra degli altri: i consiglieri federali ricoprono a turno e per un solo anno il ruolo di presidente della Confederazione, senza disporre in pratica di maggiori poteri. Sono considerati semplicemente “primus inter pares” (primo tra pari) e sono chiamati ad assumere funzioni rappresentative e compiti tradizionali durante il loro anno in carica.
Di fronte a queste usanze è quindi probabile che Klaus Schwab dovrà accontentarsi della cittadinanza onoraria di Davos, ricevuta già una ventina di anni fa. Questo riconoscimento, attribuito di tanto in tanto dai Comuni a personalità svizzere o straniere, ha solo un valore onorifico e non è accompagnato dal passaporto rossocrociato.
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