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Il “Parlamento” della Quinta Svizzera favorevole a Previdenza 2020

Coppia di anziani sulla panchina.
Basteranno le rendite a garantire una vecchiaia felice in Svizzera? Keystone

Riuniti a Basilea, i membri del Consiglio degli svizzeri all'estero hanno deciso a larga maggioranza di sostenere il grande progetto di riforma del sistema previdenziale per la vecchiaia, in votazione il 24 settembre. Un tema che tocca da vicino la Quinta Svizzera, che conta oltre 100'000 pensionati. 

Il dibattito è stato animato, ma il risultato netto: con 80 voti favorevoli, 22 contrari e 8 astenuti, il cosiddetto parlamento della Quinta Svizzera ha deciso di sostenere apertamente il pacchetto Previdenza per la vecchiaia 2020 , sottoposto a votazione popolare il 24  settembre. 

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Frutto di anni di lavori parlamentari, e di un compromesso risicato, la riforma mira a garantire anche in futuro il finanziamento del sistema previdenziale svizzero, confrontato da un lato con un aumento della speranza di vita (84 anni per le donne e 80 per gli uomini) e dall’altro con una crescita economica ridotta e bassi tassi d’interesse. In altre parole, nei prossimi decenni la quota di pensionati aumenterà e nonostante l’immigrazione, il numero di lavoratori attivi potrebbe non essere sufficiente per finanziare le rendite. 

Da qui la necessità di adeguare il sistema pensionistico svizzero con una riforma che, per la prima volta, tocca i due pilastri principali: l’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) e la previdenza professionale, gestita dalle casse pensioni e dalle assicurazioni. 

Un tema sensibile per la Quinta Svizzera

La riforma non fa però l’unanimità e i due fronti si sono ritrovati per un faccia a faccia a Basilea. 

Primo svizzero all’estero ad essere eletto in Parlamento, Tim Guldimann ha difeso Previdenza 2020 davanti ai membri del Consiglio della Quinta Svizzera. In più di dieci anni sono state affossate almeno cinque riforme, ha ricordato il deputato socialista, e se anche questa revisione dovesse essere bocciata ci vorranno anni prima di trovare un nuovo compromesso. Per garantire il futuro delle pensioni bisogna peò agire immediatamente, ha affermato Guldimann, definendo la riforma «giustificata, equilibrata e positiva per la Quinta Svizzera». Il socialista ha poi lanciato un appello alle donne affinché accettino il «sacrificio» richiesto loro di aumentare l’età di pensionamento da 64 a 65 anni, al pari degli uomini. 

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Sul fronte opposto, il rappresentate di economiesuisse François Baur ha invece invitato a votare “no” alla riforma delle pensioni, condannando in particolare l’aumento delle rendite di 70 franchi al mese, previsto a partire dal 2019. Una misura prevista a partire dal 2019 per compensare i punti sfavorevoli della riforma, come dell’età di pensionamento per le donne. Baur ha sottolineato di non essere di per sé contrario a rimpolpare le rendite, ma non in modo generalizzato, senza tener conto dei bisogni reali delle persone. Questa misura, ha sottolineato colui che ricopre anche la carica di presidente del Partito liberale radicale internazionale (PLR, destra), è «ingiustificata» e «insostenibile».

La riforma Previdenza 2020 tocca da vicino gli oltre 750’000 svizzeri all’estero (di cui 100’000 pensionati), che all’inizio dell’estate sono stati tirati in causa direttamente dalla presidente del Partito liberale radicale (PLR) Petra Gössi. Contraria a Previdenza 2020, la deputata ha ventilato la possibilità di tagliare le rendite AVS dei pensionati all’estero, non solo quelle degli italiani o degli spagnoli che rientrano in patria, ma anche quelle degli svizzeri emigrati. Una possibilità che ha suscitato reazioni di indignazione e di incredulità in seno alla Quinta Svizzera e che a Basilea François Baur ha minimizzato.

Oltre 75’000 svizzeri all’estero voteranno online 

Il 24 settembre la Quinta Svizzera sarà dunque chiamata ad esprimersi sulla riforma delle pensioni e sul decreto federale sulla sicurezza alimentare. E per la prima volta saranno 75’100 i cittadini all’estero a poter votare online. 

Nel mese di giugno, il governo svizzero ha infatti dato il via libera alla ripresa del voto online nei cantoni di San Gallo e Argovia. Resta però ancora molta strada da fare per raggiungere l’obiettivo fissato dal governo svizzero, che prevede l’introduzione di questo strumento in due terzi dei 26 cantoni entro le elezioni federali del 2019.

Attualmente sono infatti solo otto i cantoni che offrono la possibilità di votare online: Ginevra, Berna, Lucerna, Basilea Città, Friburgo,  Neuchâtel, San Gallo e Argovia.



Formato da 140 membri, il Consiglio degli svizzeri all’estero rappresenta l’organo supremo dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), che fa capo a 750 associazioni e istituzioni svizzere di tutto il mondo. 


Il Consiglio viene chiamato anche il “Parlamento della Quinta Svizzera”. Si riunisce due volte all’anno e si occupa tra l’altro di adottare delle proposte e delle risoluzioni sulla base delle rivendicazioni dei connazionali espatriati e in difesa dei loro interessi in Svizzera. 


Il compito di rappresentare il Consiglio dinnanzi alle autorità viene assunto dal Comitato dell’OSE, formato da 11 membri. L’OSE, che nel 2016 ha festeggiato il centesimo anniversario, viene riconosciuta ufficialmente dal Consiglio federale come portavoce della Quinta Svizzera. 


Alla fine del 2016, poco meno di 775’000 svizzeri risiedevano all’estero. Di questi, oltre 50’000 vivevano in Italia. 



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