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Votazioni federali del 18 giugno 2023

La neutralità climatica è legge in Svizzera

pala eolica e pannelli solari
La nuova legge sul clima ha superato lo scoglio delle urne con il 59,1% dei voti. L'impegno di ridurre le proprie emissioni di gas serra, che la Svizzera aveva preso con l'Accordo di Parigi nel 2017, diventa legge. © Keystone/ Valentin Flauraud

Il 59,1% delle elettrici e degli elettori elvetici ha votato a favore della nuova legge sul clima, che rende vincolante il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, la riduzione dell'uso di combustibili fossili e l'accelerazione della transizione verso le rinnovabili.

La nuova legge federale sul clima, l’innovazione e la sicurezza energetica ha superato con successo la prova del voto popolare di domenica 18 giugno con il 59,1% dei voti a favore. Il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 diventa così legge in Svizzera. Questo obiettivo sarà raggiunto mettendo in campo misure per ridurre il consumo di energie provenienti da fonti fossili e incentivare l’investimento in tecnologie rispettose del clima, senza ricorrere a divieti e nuove tasse.

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Il “sì” ha trionfato nella maggior parte dei Cantoni, primo fra tutti Ginevra, con il 74,5% dei voti favorevoli, seguito da Basilea Città (73,3%). Il testo è invece stato bocciato in sette Cantoni: Uri, Svitto, Glarona, Obvaldo, Nidvaldo, Turgovia, Appenzello interno. Svitto è il Cantone che ha rigettato con più fermezza il disegno di legge, con il 57,5% dei voti contrari. 

La partecipazione ha sfiorato il 42% delle persone aventi diritto di voto, “piuttosto al di sotto della media”, afferma Martina Mousson dell’Istituto demoscopico gfs.bern.

>> I nostri reporter hanno incontrato rappresentanti del campo favorevole e del campo contrario alla nuova legge sul clima: 

Cosa prevede la nuova legge sul clima

La nuova Legge federale fissa gli obiettivi della Confederazione svizzera in materia di protezione del clima, di innovazione e di rafforzamento della sicurezza energetica (LOCliCollegamento esterno). Tale legge rende vincolante il raggiungimento della neutralità climatica – ovvero un saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero – entro il 2050. Per fare ciò, il consumo di vettori energetici fossili come petrolio e gas sarà ridotto progressivamente, per esempio erogando incentivi finanziari (fino a 200 milioni di franchi all’anno) per sostituire i riscaldamenti inquinanti con impianti rispettosi del clima o per migliorare l’isolamento degli edifici.

Anche le imprese che investiranno in tecnologie innovative per la diminuzione delle emissioni saranno sostenute finanziariamente. Per i settori che non possono fare a meno di emettere gas serra, come l’agricoltura e gli inceneritori, si useranno tecnologie di prelievo e stoccaggio di CO2.

+ Cattura e rimozione del CO2 – è questa la soluzione?

Un altro obiettivo importante inscritto nella legge è l’accelerazione della transizione verso le energie rinnovabili, facendo maggiormente ricorso alla forza idrica e all’energia solare. Questo permetterà alla Svizzera di ridurre la sua dipendenza dalle fonti energetiche fossili importate dall’estero e di rafforzare così la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nazionale.

La legge in votazione è un controprogetto indirettoCollegamento esterno all’Iniziativa dei ghiacciaiCollegamento esterno, bocciata dal Parlamento e dal Governo perché ritenuta eccessiva, dal momento che chiedeva di proibire il consumo di combustibili fossili.

Una decisione “deplorevole” secondo l’UDC

Alcuni esponenti dell’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista), il principale partito contrario alla legge, hanno espresso il loro malcontento per il risultato odierno. Il consigliere nazionale friburghese Pierre-André Page ha affermato ai microfoni della RTS che questa legge causerà ancora più problemi di approvvigionamento, dal momento che si farà affidamento soprattutto sull’energia elettrica. Secondo il parlamentare vallese Michael Graber la decisione è deplorevole perché l’elettricità diventerà più costosa.

L’Associazione dei proprietari fondiari, che sperava nella vittoria del “no”, si aspetta ora che il campo vincitore mantenga le promesse fatte ed eviti misure coercitive.

+ Nucleare sì o nucleare no: dove va la strategia energetica della Svizzera?

Una “pietra miliare” in difesa del clima

Per l’ampia alleanza per il “sì”, che comprende tutti i principali partiti nazionali, a esclusione dell’UDC, e più di 200 organizzazioni, associazioni e aziende, il risultato rappresenta un impegno a rispettare gli obiettivi climatici vincolanti e a ridurre la dipendenza elvetica dalle fonti energetiche fossili. Anche l’organizzazione per la protezione della natura WWF è soddisfatta del risultato che definisce “un mandato per il futuro”.

Gli autori e le autrici dell’iniziativa sui ghiacciai, testo al quale il Consiglio federale ha opposto il controprogetto indiretto, si godono la vittoria, ma affermano che la lotta per il clima non è finita. Su questo tema “è necessaria una buona maggioranza per andare avanti”, ha dichiarato a Keystone-ATS Marcel Hänggi, copromotore dell’iniziativa.

La Fondazione svizzera per l’energia (FSE) ritiene che il “sì” alla protezione del clima sia una pietra miliare. La Svizzera, infatti, è il primo Paese al mondo a confermare i propri obiettivi climatici in una votazione. Il popolo è pronto a prendersi le proprie responsabilità, scrive l’FSE. 

La protezione del clima entrerà nella Costituzione vodese 

E mentre la legge sul clima raccoglie consensi a livello federale, il Canton Vaud conferma anche sul piano regionale il suo impegno per il clima. Il popolo vodese ha infatti votato a favore dell’iscrizione della protezione del clima nella costituzione cantonale. Più del 63% dell’elettorato vodese ha detto “sì” all’iniziativa popolare cantonale “Per la protezione del clima”Collegamento esterno, lanciata dai Verdi e dai Giovani Verdi

Svizzera, colpita dai cambiamenti climatici

La legge sul clima gode di un ampio sostegno da parte di vari settori della società. È appoggiata dal Governo elvetico, da tutti i principali partiti in Parlamento – a parte l’UDC – e dalle organizzazioni ambientaliste. Anche le aree rurali, che avevano contribuito al fallimento della legge sul CO2, sostengono questa legge.

La Svizzera, infatti, è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici in corso. Dall’inizio delle misurazioni nel 1871, la temperatura è aumentata di 2,5 °C. Questo ha reso più frequenti gli eventi estremi come frane e inondazioni e i periodi di canicola e siccità, che hanno un impatto negativo sull’agricoltura. Per questo, secondo il campo del “sì” è importante che il Paese riduca le proprie emissioni di gas serra, nel rispetto degli impegni presi con l’accordo di Parigi nel 2017.

+ La Svizzera è particolarmente colpita dal riscaldamento globale

La Svizzera, inoltre, essendo sprovvista di giacimenti di petrolio e di gas, dipende da altri Paesi per importare questi combustibili. Attualmente, importa il 70% dell’energiaCollegamento esterno che consuma. Tra i maggiori esportatori di combustibili fossili verso la Svizzera, ci sono Stati con Governi instabili e che non rispettano i diritti umani, come Nigeria e Libia.

Per rendere la Confederazione più indipendente a livello energetico, la legge prevede di potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, che in Svizzera non sono così sviluppati come nei Paesi vicini, senza imporre tasse o divieti sul consumo di energie fossili.

Una legge “divoratrice di elettricità”

Il Comitato che ha lanciato il referendum contro la legge sul clima crede che la sua approvazione comporterà un aumento importante dei costi della corrente elettrica. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, bisognerà di fatto vietare l’olio da riscaldamento, il gas, il diesel e la benzina, cioè il 60% dell’energia che consumiamo, afferma il campo contrario al provvedimento. L’incremento del consumo di energia, e quindi anche dei prezzi dell’elettricità, sarà inevitabile secondo il comitato referendario, dietro al quale c’è l’UDC, che ha definito la legge una “divoratrice di energia”.

Per corroborare queste affermazioni, il comitato del “no” cita uno studio del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) secondo il quale la nuova legge triplicherà i costi dell’energia per un surplus di 6’600 franchi all’anno per persona. Tuttavia, sembra che questo studio si basi su scenari estremi e lontani dalla realtàCollegamento esterno.

Le persone contrarie alla legge affermano anche la produzione di energia tramite fonti rinnovabili si tradurrà in un deturpamento del paesaggio, che dovrà essere tappezzato di turbine eoliche e pannelli solari per aumentare la produzione di energia. Ciò, però, secondo loro, non garantirà l’approvvigionamento energetico a prezzi ragionevoli in inverno e minaccerà la sicurezza energetica del Paese.

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