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Scarcerato Max Göldi

Max Göldi (a sinistra) al momento del suo arresto, in febbraio Keystone

L'imprenditore svizzero Max Göldi – bloccato in Libia dal luglio del 2008 – è stato liberato giovedì sera a Tripoli dopo quattro mesi di reclusione: la notizia è stata data dal suo avvocato Salah Zahaf.

«Göldi è stato liberato oggi e attualmente si trova in un albergo della capitale», ha dichiarato il legale alle agenzie Reuters e AFP. Zahaf ha poi precisato: «Stiamo ultimando le procedure amministrative affinché possa lasciare il paese».

Pure Emmanuel Altit, l’avvocato francese di Göldi, ha confermato alle agenzie di stampa che lo svizzero è stato scarcerato.

Il cittadino elvetico sarebbe in buone condizioni fisiche e psichiche. Secondo Amnesty International, il rientro di Göldi nella Confederazione avverrà comunque difficilmente prima di sabato, poiché venerdì è un giorno festivo in Libia.

Göldi è stato rimesso in libertà con due giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 12 giugno, annunciata un mese fa dallo stesso Zahaf. Al 55enne uomo d’affari – che dirigeva la filiale libica di ABB – erano stati inflitti quattro mesi di carcere da un tribunale libico per violazione della legge sull’immigrazione.

Calmy-Rey ringrazia l’Europa

La ministra svizzera degli affari esteri Micheline Calmy-Rey, a New York per l’Assemblea delle Nazioni Unite, si è dichiarata «molto felice» per la scarcerazione di Max Göldi in Libia. La ministra degli esteri si è detta fiduciosa riguardo al ritorno a casa dell’uomo d’affari svizzero nei prossimi giorni.

La consigliera federale ha tuttavia aggiunto, rivolgendosi alla stampa, che è meglio non lasciarsi andare ad eccessivo ottimismo in assenza di garanzie certe. Micheline Calmy-Rey ha anche ringraziato «i nostri partner dell’UE», in primo luogo la Spagna e la Germania, per il loro sostegno. Calmy-Rey ha sottolineato che i rispettivi ministri degli esteri Miguel Angel Moratinos e Guido Westerwelle sono stati molto attivi.

La presidenza spagnola dell’Unione europea ha a sua volta accolto con soddisfazione la notizia della scarcerazione di Max Göldi. La portavoce dell’UE Cristina Gallach, interpellata dall’Agenzia telegrafica svizzera, ha tuttavia invitato alla cautela: l’uomo d’affari svizzero, infatti, non ha ancora lasciato la Libia.

Anche il governo di Berlino, in prima linea assieme alla Spagna nei negoziati con Tripoli, si è detto sollevato per il fatto che Göldi abbia potuto lasciare la prigione.

Una lunga vicenda

Göldi era stato fermato il 19 luglio del 2008 in Libia, in segno di ritorsione per l’arresto – avvenuto alcuni giorni prima in un albergo ginevrino – di Hannibal Gheddafi, uno dei figli del leader libico Muammar, accusato di maltrattamenti nei confronti di due domestici.

Unitamente a Göldi era finito in manette anche il 70enne Rachid Hamdani, uno svizzero-tunisino domiciliato nel cantone di Vaud. Quest’ultimo, dopo una lunga odissea, è tornato in Svizzera il 23 febbraio scorso.

La vicenda ha innescato una grave crisi diplomatica fra Svizzera e Libia, che ha interessato anche l’Unione europea. Per far pressione sul regime di Gheddafi, Berna – stilando una propria lista nera – aveva infatti bloccato la concessione di visti Schengen a 188 alti dignitari libici. La misura, che aveva sollevato numerose proteste, in particolare da parte dell’Italia, era stata revocata alla fine dello scorso marzo.

La gioia di Hamdani

Interpellato dalla Televisione della Svizzera romanda, l’ex compagno di prigionia di Göldi, Rachid Hamdani, ha espresso grande gioia per la liberazione del connazionale, augurandosi di poterlo presto rivedere in patria.

In aprile, il settimanale romando L’Illustré ha pubblicato la prima intervista ad Hamdani dopo il rimpatrio. L’elvetico di origine tunisina aveva raccontato le dure condizioni di detenzione, sottolineando tuttavia il buon trattamento ricevuto. «Le cose non dovevano andare come si sono poi effettivamente svolte. Max [Göldi] avrebbe dovuto seguirmi tre o quattro giorni dopo la mia partenza», aveva dichiarato.

Crescendo positivo

La liberazione di Max Göldi era stata preceduta da una serie di segnali positivi. Per esempio, la scorsa settimana il governo libico ha autorizzata la ripresa delle importazioni di prodotti farmaceutici provenienti dalla Confederazione.

Inoltre, diversi Stati europei – segnatamente la Germania e la Spagna – hanno aumentato i loro sforzi per giungere a una conclusione del contenzioso tra Berna e Tripoli. Secondo Hasni Abidi, direttore del Centro di studi sul mondo mediterraneo di Ginevra, era inziata una sorta di corsa contro il tempo per sbrogliare la matassa prima della fine della presidenza spagnola dell’Unione europea, il 30 giugno.

Conseguenze tangibili

Le tensioni tra Berna e Tripoli hanno avuto un impatto notevole sulle relazioni economiche tra i due paesi. Secondo l’Amministrazione federale delle dogane, nel 2009 gli acquisti di petrolio alla Libia sono ad esempio diminuiti dell’80% rispetto all’anno precedente.

Nello stesso lasso di tempo, le esportazioni elvetiche destinate al paese di Gheddafi sono calate del 44,7%, mentre le importazioni verso la Confederazione sono scese del 78,4% a 718 milioni di franchi.

swissinfo.ch e agenzie

15-17 luglio 2008: arresto a Ginevra di Hannibal e Aline Gheddafi in seguito ad una denuncia per maltrattamenti sporta da due domestici.

19/7/08: arresto di Rachid Hamdani e Max Göldi in Libia per violazione delle leggi sull’immigrazione. Altre misure di ritorsione colpiscono aziende elvetiche, che devono chiudere le loro attività in Libia.

26/7/08: la Libia esige delle scuse ufficiali e l’archiviazione del procedimento penale. La Confederazione respinge le richieste.

20/8/09: a Tripoli, il presidente elvetico Merz si scusa per l’arresto di Hannibal Gheddafi. Riceve la promessa che Göldi e Hamdani torneranno in patria in tempi brevi. Firma un accordo per l’istituzione di un tribunale arbitrale e la normalizzazione delle relazioni bilaterali.

4/11/09: il governo elvetico sospende l’accordo con la Libia e inasprisce la politica restrittiva sui visti.

30/11/09: condanna di Göldi e Hamdani a 16 mesi di carcere per violazione delle norme sui visti. Hamdani sarà assolto in appello il 7 febbraio 2010; l’11, la pena di Göldi sarà ridotta a quattro mesi.

14/2/10: la stampa di Tripoli rivela l’esistenza di una lista nera svizzera, in base alla quale 188 personalità libiche, colonnello Gheddafi compreso, non possono ottenere un visto Schengen. Il governo libico sospende i visti per i cittadini dei paesi Schengen. In seguito a ciò, l’Italia e altri paesi del Mediterraneo cominciano ad esercitare pressione sulla Svizzera, colpevole di tenere in ostaggio paesi estranei al contenzioso con la Libia.

18/2/10: la Spagna, presidente di turno dell’UE, invita a Madrid Micheline Calmy-Rey e il suo omologo libico Mousa Kousa.

22/2/10: Max Göldi – fino a quel momento rifugiato nell’ambasciata elvetica di Tripoli – si consegna alle autorità libiche; Rachid Hamdani può lasciare il paese.

25/2/10: Gheddafi invita alla jihad contro la Svizzera e al boicottaggio dei suoi prodotti.

17/3/10: Il governo di Ginevra si dichiara disposto a risarcire Hannibal Gheddafi per la pubblicazione delle foto segnaletiche. Pur avendo lui stesso inoltrato una causa civile con richiesta di risarcimento, Gheddafi respinge la proposta e chiede l’istituzione di un tribunale internazionale per dimostrare la sua innocenza.

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