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Schengen, la Svizzera, l’Italia e la Libia

Il 5 aprile entrerà in vigore un nuovo regolamento per i visti di Schengen. La possibilità di emettere visti a territorialità limitata rallegra l'Italia e spunta le armi della Svizzera.

L’ultimatum evocato lunedì dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini, non è altro che la data dell’entrata in vigore delle nuove regole per l’emissioni di visti Schengen, decise lo scorso anno.

Dal 5 aprile, gli stati che aderiscono a Schengen avranno la possibilità di emettere dei cosiddetti visti a territorialità limitata, validi non solo per il paese in cui vengono accordati, ma anche per gli altri membri dello spazio Schengen che danno il loro benestare.

Il portavoce della ministra degli interni europea Cecilia Malmström ha confermato martedì questa informazione, senza tuttavia scendere nei dettagli e senza commentare l’ultimatum di Frattini.

Sostegno all’Italia arriva da Malta, altro paese che potrebbe soffrire a causa delle eventuali misure di ritorsione libiche. Martedì, il governo maltese ha invitato i paesi mediterranei della zona Schengen a uno «sforzo collettivo» per superare la crisi dei visti creatasi con la disputa tra la Svizzera e la Libia.

In questo senso – ha dichiarato il ministro degli esteri maltese Tonio Borg – il 5 aprile rappresenta un’opportunità, perché permetterà ai Paesi Schengen – a seconda dell’interesse nazionale – di ignorare le obiezioni sollevate da un altro stato dello spazio Schengen su persone particolari, come nel caso della black list con i nomi di 186 personalità libiche, tra cui il colonnello Gheddafi, stilata dalla Svizzera.

«L’Italia esercita pressione sulla parte sbagliata»

In Svizzera, è stata Christa Markwalder, presidente della commissione di politica estera della camera bassa, a commentare le dichiarazioni del ministro degli esteri italiano, dichiarazioni che non sono affatto piaciute.

Cercando di aiutare la Libia a superare il blocco dei visti in Europa, «l’Italia esercita pressione dalla parte sbagliata», ha affermato Christa Markwalder in un’intervista rilasciata alla radio della Svizzera tedesca DRS. «L’Italia deve criticare la Libia, non la Svizzera», ha aggiunto.

A suo avviso, non è accettabile che uno stato vicino si comporti in tal modo: la Confederazione ha infatti agito conformemente alle regole dello Spazio di Schengen ed è pronta a discutere l’abolizione delle restrizioni sui visti, non appena il cittadino elvetico imprigionato in Libia, Max Göldi, potrà rientrare in patria.

Christa Markwalder intende ribadire tale punto di vista mercoledì, durante un incontro in Svizzera con la commissione degli affari esteri italiana.

Via diplomatica

La crisi con la Libia è stata evocata anche dalla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, che martedì si è recata a Berlino per incontrare il suo omologo tedesco Guido Westerwelle.

La liberazione di Max Göldi, trattenuto in Libia da un anno e mezzo, «è al centro delle nostre preoccupazioni», ha comunicato il Dipartimento federale degli affari esteri.

swissinfo.ch e agenzie

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