Sessione parlamentare, ecco i temi rilevanti per la diaspora svizzera
Durante la sessione autunnale delle Camere federali, oltre alle questioni di politica interna e ai dibattiti volti a catturare l'attenzione dell'elettorato, verranno affrontati temi che riguardano direttamente le svizzere e gli svizzeri all'estero. Benché non scaldino gli animi, questi argomenti sono molto rilevanti.
Quella che si apre oggi è l’ultima sessione dell’attuale legislatura. Per le parlamentari e i parlamentari rappresenta l’ultima occasione per attirare su di sé i riflettori dei media e dell’elettorato in vista delle elezioni federali del 22 ottobre.
I temi principali delle tre settimane di dibattito sotto la Cupola di Palazzo riguardano le due iniziative sulle casse malattia. La primaCollegamento esterno, lanciata dall’Alleanza del Centro, mira a contenere i costi del settore sanitario; la secondaCollegamento esterno, proposta dal Partito socialista, chiede che i premi delle casse malati non superino il 10% del reddito.
Le due Camere discuteranno anche su dieci oggetti legati alla neutralità, all’Ucraina e alle sanzioni contro la Russia. Il dibattito promette di essere molto intenso, dato che in Parlamento si confronteranno convinzioni e scale di valori diametralmente opposte, ad esempio sull’impiego dei beni russi per ricostruire le infrastrutture in UcraniaCollegamento esterno, sul ruolo della Svizzera nella guerra in UcrainaCollegamento esterno, sulla partecipazione della Svizzera alla task force multinazionale per l’attuazione delle sanzioni contro la RussiaCollegamento esterno e sul controllo delle sanzioni nel settore delle materie primeCollegamento esterno.
Questi sono temi rilevanti anche per le svizzere e gli svizzeri all’estero. Tuttavia, ci sono dossier che rivestono maggiore importanza per la diaspora. Uno di questi è la questione europea, che ha un ruolo secondario in questa campagna elettorale.
La posizione ambigua della maggior parte dei partiti impedisce loro di sfruttare questo argomento come leva per mobilitare l’elettorato. Né l’Unione democratica di centro (destra sovranista) e né i Verdi liberali hanno puntato sulla questione europea, benché abbiano un’opinione chiara al riguardo: la prima dichiaratamente euroscettica, o sepondi favorevole all’adesione allo Spazio economico europeo (SEE).
Il ritorno della questione europea
Il Parlamento non può ignorare i complicati rapporti con l’Unione Europea, un problema che interessa direttamente la Quinta Svizzera, considerando che due terzi degli oltre 800’000 svizzeri e svizzere all’estero risiedono nell’UE.
Durante la sessione verranno esaminati diversi interventi parlamentari incentrati su questa problematica. Con una mozioneCollegamento esterno, la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale, la camera bassa del Parlamento, chiede che il Consiglio federale presenti regolarmente l’evoluzione della politica europea della Confederazione. Sollecita inoltre la creazione di una sottocommissione permanenteCollegamento esterno per le questioni europee e l’avvio di colloqui esplorativiCollegamento esterno con il Consiglio dello SEE. Un postulatoCollegamento esterno, risalente al marzo 2022, incarica il Governo di analizzare le conseguenze per l’economia svizzera dell’abbandono dell’accordo quadro con l’UE.
Nel Consiglio degli Stati, la camera alta, verrà discusso l’importante ruolo del partenariato socialeCollegamento esterno e della protezione dei salari. Si tratta di una mozione del Consiglio nazionale volta a rafforzare la posizione dell’esecutivo in previsione di un ritorno al tavolo delle trattative. Il Consiglio nazionale ha approvato la mozione, mentre la Commissione di politica estera del Consiglio degli Stati propone, all’unanimità, di respingerla perché ritiene che il mandato formulato renderebbe impossibile procedere con i colloqui esplorativi in corso e che un dibattito pubblico potrebbe essere dannoso dal punto di vista tattico.
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Svizzera digitale: avanti con prudenza
La diaspora elvetica è sicuramente interessata allo stato di forma della Svizzera digitale. Da tempo esprime il desiderio di poter votare per via elettronica affinché possa prendere parte, senza intoppi, al processo democratico nella madrepatria. Anche l’e-government e le procedure sottoforma elettronica semplificherebbero la vita alle svizzere e agli svizzeri all’estero. Entrambe le questioni verranno discusse nelle prossime tre settimane.
Un postulatoCollegamento esterno sollecita l’adozione di standard vincolanti per l’amministrazione digitale svizzera affinché la digitalizzazione venga promossa in maniera coordinata tra le varie entità federali: Confederazione, Cantoni e Comuni. Il Governo propone di accogliere il postulato, posizione condivisa anche dall’Organizzazione degli svizzeri all’estero OSE. “È essenziale che la Svizzera colmi il suo ritardo in questo settore”, scrive l’OSE.
Una mozioneCollegamento esterno della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati mette l’accento sulla digitalizzazione. Il Consiglio federale è incaricato di creare le basi legali necessarie per migliorare la sicurezza dei dati digitali più importanti di Confederazione, Cantoni e Comuni. Tale sicurezza è essenziale nell’ottica dell’introduzione generalizzata del voto elettronico in Svizzera.
Nel 2023, diversi attacchi informatici hanno portato alla pubblicazione sul darknet di una grande quantità di dati sensibili sottratti dai server della Confederazione. Questo furto ha interessato anche gli indirizzi delle svizzere e degli svizzeri all’estero, palesando la vulnerabilità dei sistemi informatici federali. Di recente, un articoloCollegamento esterno pubblicato su una rivista specializzata ha sottolineato come questa fuga di informazioni potrebbe minacciare la democrazia svizzera.
Soluzioni per problemi di eredità
Chi eredita da uno o da una svizzera all’estero o da un parente che vive in Svizzera è spesso confrontato con gravi difficoltà e, a volte, anche con gravosi oneri finanziari. Anche questo tema verrà discusso nella sessione di settembre.
Da un lato, una mozioneCollegamento esterno chiede al Consiglio federale di avviare rapidamente negoziati con la Francia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sulle successioni. Infatti, dal 2015 la Convenzione in materia tra Svizzera e Francia non è più in vigore. Gli eredi rischiano così di essere tassati sia in Svizzera che in Francia.
Questa problematica interessa in modo particolare la più grande comunità di svizzere e svizzeri all’estero, che conta oltre 200’000 persone. Il Governo raccomanda di respingere la mozione, sostenendo che la Francia non è probabilmente disposta a intavolare nuovi negoziati e a fare ulteriori concessioni.
Si discuterà anche un messaggio governativoCollegamento esterno relativo alla modifica della legge federale sul diritto internazionale. L’obiettivo della revisione è di ridurre i conflitti di competenza con le autorità straniere, in particolare in materia di successione con l’UE, offrendo una maggiore certezza del diritto alle svizzere e agli svizzeri della diaspora. “L’adeguamento della legge federale sul diritto internazionale privato alle soluzioni giuridiche sviluppate all’estero è particolarmente vantaggioso per le residenti e i residenti nell’UE”, scrive l’OSE.
Discriminazione nei confronti di chi ritorna
C’è una discriminazione nei confronti delle svizzere e degli svizzeri che, dopo aver vissuto all’estero, decidono di tornare in patria con la famiglia. Questa discriminazione interessa soprattutto chi non ha la nazionalità rossocrociata. In futuro, anche se provenienti da Paesi terzi, dovrebbero avere gli stessi diritti delle cittadine e dei cittadini dell’UE e dell’AELS.
Questo è un esempio eclatante al riguardo: una cittadina dell’UE residente in Svizzera, sposata con un cittadino di un Paese terzo, può chiedere ai suoceri di raggiungerla nella Confederazione. Un diritto viene invece negato a una cittadina o a un cittadino svizzeri nella stessa situazione.
Diverse sentenze hanno causato questa lacuna legislativa. Un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno mira a eliminare e prevenire le discriminazioni relative al ricongiungimento familiare. Nel suo parere, il Consiglio federale condivide l’obiettivo dell’iniziativa, ma invita il Parlamento a completare l’analisi dei dati statistici e a esaminare la costituzionalità del progetto.
Sebbene i temi illustrati nell’articolo non siano al centro del dibattito nell’attuale campagna elettorale in vista del voto di ottobre, “per le svizzere e gli svizzeri all’estero sono di fondamentale importanza poiché hanno un impatto significativo sulla loro vita quotidiana”, dice Ariane Rustichelli, direttrice dell’OSE.
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