Consensi sorprendentemente alti per l’iniziativa “Economia verde”
Sì all’iniziativa popolare “Economia verde” e alla nuova Legge federale sulle attività informative, tendenza piuttosto favorevole anche per l’iniziativa “AVSplus”: se si fosse votato in agosto, tutti e tre gli oggetti sottoposti a votazione federale il 25 settembre sarebbero stati accettati. Questi i risultati del primo sondaggio della SSR.
L’iniziativa “Economia verde” del Partito ecologista svizzero (PES) viene sostenuta dal 61% delle persone interrogate: un risultato molto alto e sorprendente. “Questa iniziativa raccoglie una maggioranza di simpatie presso gli elettori di tutti i partiti”, rileva Martina Mousson, politologa dall’istituto di ricerche politiche gfs.bern che ha realizzato il sondaggio per la SSR.
L’iniziativa chiede alle autorità di adottare delle misure, affinché la Svizzera possa dotarsi entro il 2050 di un’economia efficiente nella gestione delle risorse naturali, allo scopo di salvaguardare la sussistenza del nostro pianeta e la vita delle generazioni future. Il PES propone il passaggio ad un’economia “circolare”, fondata sulla rivalorizzazione dei beni di consumo, il riciclaggio delle materie prime, la riduzione del dispendio energetico e delle emissioni inquinanti.
Il 24% dei partecipanti al sondaggio si dichiara contrario all’iniziativa del PES, mentre il 15% rimane ancora incerto. Gli indecisi e gli elettori dei partiti di centro saranno determinanti per l’esito di questa votazione, prevede Martina Mousson. Bisognerà vedere in che misura saranno influenzati nelle prossime settimane dalla campagna degli oppositori alla proposta dei Verdi.
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I politologi del gfs.bern hanno pure chiesto, per la prima volta, da che parte propendono gli indecisi. Il 6% prevede di approvare l’iniziativa, il 2% di respingerla e il 7% non sa ancora posizionarsi da una parte o dall’altra.
Sempre secondo il sondaggio, i tre principali argomenti a favore dell’iniziativa raccolgono più consensi dei tre argomenti contrari di maggior rilievo. Sia “la riduzione del consumo di risorse”, che “la possibilità per la Svizzera di ridiventare pioniere in campo ambientale” o “la lotta contro la cultura dell’’usa e getta” sembrano sedurre una maggioranza di cittadini.
“Gli argomenti degli oppositori sono nettamente meno condivisi”, fa notare Martina Mousson. Solo due argomenti sembrano in grado di raccogliere una maggioranza di sostegni: l’iniziativa porrebbe “i consumatori sotto tutela” e sarebbe “dannosa per l’economia”. Una maggioranza relativamente alta respinge invece l’affermazione secondo la quale la Svizzera non può permettersi questa iniziativa dal profilo finanziario. “Questo argomento sarà fondamentale. Qui si deciderà, se la campagna potrà ancora stravolgere le intenzioni di voto”, afferma la politologa.
Poco sostegno dei giovani
Solo il 19% delle persone d’età inferiore a 40 anni afferma di voler sicuramente votare a favore dell’iniziativa del PES, respinta dalla maggioranza del Parlamento. Un dato sorprendente, interpretato in questo modo da Martina Mousson. “Possiamo presumere che i giovani si sentano più direttamente toccati da questa proposta e dalle sue ripercussioni. Forse conoscono meglio degli altri il concetto dell’iniziativa e sanno cosa significa vivere in modo sostenibile”.
Nonostante l’alta percentuale delle intenzioni di voto favorevoli, la politologa non prevede che l’iniziativa venga approvata in votazione. Di solito, nel corso della campagna le opinioni si indirizzano piuttosto verso un “no”. Ma nulla può esser escluso. Gli esperti del gfs.bern fanno regolarmente notare che ogni sondaggio rispecchia soltanto le tendenze del momento in cui è realizzato e che la campagna politica può ancora incidere nelle ultime settimane sulla formazione delle opinioni.
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La lotta contro il terrorismo, tra protezione e intrusione
L’insicurezza richiama la sorveglianza
Anche la nuova Legge federale sulle attività informative gode attualmente di ampi consensi. Il 58% degli intervistati si dice favorevole, il 35% contrario e il 7% non sa ancora come votare. Con questa normativa il governo intende rafforzare le basi legali per lottare contro il terrorismo, lo spionaggio e la proliferazione di armi di distruzione di massa.
La nuova legge estenderebbe le possibilità del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) di acquisire informazioni rilevanti dal punto di vista della sicurezza. In futuro i suoi agenti sarebbero tra l’altro autorizzati a sorvegliare gli invii postali, le comunicazioni telefoniche e l’attività in Internet di singole persone, potrebbero impiegare apparecchi di localizzazione e infiltrarsi in reti informatiche.
Il clima d’insicurezza, generato da diversi eventi in questi ultimi mesi, potrebbe far aumentare i sostegni alla nuova legge. Pensiamo soltanto agli attentati in Francia e Germania, a episodi di follia omicida in Svizzera o al tentato colpo di Stato in Turchia. “La sensibilità nei confronti del grado di sicurezza si è notevolmente modificata in Svizzera”, rileva Claude Longchamp, responsabile del gfs.bern.
Da notare che la nuova legge raccoglie una maggioranza di consensi anche da parte degli elettori del Partito socialista (PS), generalmente piuttosto critici nei confronti delle misure di sorveglianza dei cittadini. Questi elettori potrebbero avere un ruolo decisivo al momento del voto, prevede Longchamp. Anche all’interno del PS predomina l’opinione che “i vantaggi della nuova legge predominino rispetto ai suoi svantaggi”.
Meno propense a sostenere la normativa sono le persone d’età inferiore ai 40 anni. Le generazioni più giovani sono più abituate a vivere con Internet e temono maggiormente che la nuova legge possa minacciare la loro libertà, ritiene Claude Longchamp. A suo avviso, “la Legge sulle attività informative sarà approvata da popolo, salvo nel caso in cui dovesse scoppiare un enorme scandalo in questi giorni”.
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Gli svizzeri si aumenteranno le rendite di vecchiaia?
Ancora in bilico l’iniziativa “AVSplus”
Non si delinea ancora una chiara maggioranza per il terzo oggetto in votazione il 25 settembre, ossia l’iniziativa popolare “AVSplus: per un’AVS forte”, lanciata dall’Unione sindacale svizzera (USS). In base al sondaggio, il 49% degli interrogati si dichiara a favore, il 43% contrario e l’8% è ancora indeciso.
L’iniziativa chiede che tutte le rendite dell’Assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (AVS) vengano aumentate del 10%. Questo supplemento dovrebbe permettere di compensare l’erosione delle rendite dell’assicurazione statale rispetto all’evoluzione dei salari e il calo delle rendite della previdenza professionale (PP).
Per questa proposta prevale una “una scelta razionale”: il voto è dettato soprattutto dal “proprio interesse”, osserva Martina Mousson. Mentre le persone intervistate di età inferiore ai 40 anni sono in maggioranza contrarie, quelle di oltre 40 anni sono per lo più favorevoli, dato che saranno più rapidamente toccate da un aumento delle rendite di vecchiaia.
Secondo la politologa, lo scenario più probabile è una bocciatura dell’iniziativa. Un aumento delle rendite dell’AVS potrebbe essere adottato prossimamente nell’ambito del progetto “Previdenza per la vecchiaia 2020”, sottoposto attualmente all’esame del Parlamento. “L’iniziativa potrebbe però ottenere un sostegno maggiore, se i parlamentari dovessero decidere di non aumentare le rendite”.
Ticinesi ancora incerti
Tra gli elettori del canton Ticino regna tuttora una maggiore incertezza sulle votazioni del 25 settembre, rispetto a quelli dei cantoni della Svizzera tedesca e francese. Solo il 29% delle persone interrogate al Sud delle Alpi afferma di voler sicuramente partecipare a questo voto, contro il 45% degli intervistati svizzero-tedeschi e il 43% dei romandi.
“È un dato che costatiamo regolarmente in occasione di ogni nostro primo sondaggio sulle votazioni federali”, indica Martina Mousson. “Le campagne politiche per le votazioni seguono ritmi diversi nelle varie regioni linguistiche del paese. Di solito vengono lanciate nella Svizzera tedesca. La Svizzera francese segue dopo un po’, mentre il canton Ticino ha sempre un certo ritardo. Ciò significa che vi è ancora da attendere una mobilitazione nella Svizzera italiana”.
Il sondaggio SSR
Il primo sondaggio della SRG SSR sulle votazioni del 25 settembre 2016 è stato realizzato dall’istituto di ricerche politiche gfs.bern.
Sono state interrogate complessivamente 1212 persone aventi diritto di voto in tutte le regioni linguistiche del paese dal 2 al 12 agosto. Il margine di errore corrisponde al +/-2,9%.
Per la prima volta non sono state intervistate solo delle persone che dispongono di un telefono fisso. Gli autori del sondaggio hanno contattato anche utenti della telefonia mobile, scegliendo i loro numeri a caso.
Traduzione di Armando Mombelli
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