Le elezioni europee riguardano quasi un quarto della popolazione svizzera
Alla fine di maggio i cittadini dell'Unione europea eleggono un nuovo parlamento. La Svizzera, localizzata nel bel mezzo del continente, non è membro dell'UE. Ma questo non vuol dire che sia completamente estranea alle elezioni europee, tutt'altro.
In Svizzera vivono oltre due milioni di persone con passaporto UE: circa 1,4 milioni di cittadini UE e 600’000 cittadini svizzeri con passaporto UE. Di questi, circa 1,7 milioni hanno l’età per votare.
La Svizzera ha quindi un numero di potenziali elettori superiore a quello di alcuni Stati membri dell’UE. Tanto più se si considerano anche i circa 350’000 Svizzeri all’estero titolari di un passaporto UE.
Ma la partecipazione della Svizzera alle elezioni europee non è dovuta solo ai suoi stretti legami sociali e umani con gli Stati membri dell’UE. La maggior parte degli accordi internazionali che l’UE stipula con paesi terzi come la Svizzera richiedono l’approvazione del Parlamento europeo.
Le elezioni europee influenzano anche l’orientamento politico della Commissione europea. Considerando la posizione della Svizzera, ciò potrebbe significare, ad esempio, che Berna dovrà trattare con un presidente della Commissione europea a cui le buone relazioni con Berna non stanno particolarmente a cuore.
Ogni cinque anni i cittadini dell’UE hanno la possibilità di eleggere i propri deputati al Parlamento europeoCollegamento esterno. Le elezioni europee del 2019 si svolgeranno dal 23 al 26 maggio negli Stati membri dell’UE.
Vivete in Svizzera e siete in possesso di un passaporto UE? Oppure siete cittadino svizzeri che risiedono all’estero e avete una seconda nazionalità? QuiCollegamento esterno troverete informazioni utili sulle elezioni europee del 2019.
“Le elezioni europee hanno una grande influenza sull’occupazione delle posizioni di leadership all’interno dell’UE”, afferma Günter Verheugen, ex vicepresidente della Commissione europea. In occasione di un evento pubblico a Berna dedicato alle elezioni europee, il politico tedesco ed esperto dell’UE ha dichiarato che è fondamentale per il futuro dell’UE e dell’Europa quali personalità emergeranno da queste elezioni e accederanno alle posizioni più importanti. Non osa fare previsioni: “Penso che tutto sia possibile al momento di occupare le posizioni di vertice, comprese grandi sorprese”.
Si aspetta che in futuro il Parlamento europeo sia segnato da maggioranze variabili. Verheugen ritiene che “all’estrema destra” emergerà “un grande e influente gruppo parlamentare”. Ma non crede che “questo blocco di destra” agirà sempre come una forza politica unita: “Le differenze sono troppo grandi per questo”.
Verheugen in genere non crede molto agli slogan che parlano di elezioni che segneranno il destino di un paese o del continente. Slogan simili li ha sentiti per la prima volta nel 1961 e centinaia di volte in seguito. Ma in guardando alle attuali elezioni nell’UE ritiene che “questa volta potrebbe essere vero”. Parla di una “scelta di direzione” che fornirà informazioni “sulla forza dell’ala scettica e ostile dell’UE nelle nostre società”.
Secondo il politico, l’UE è in crisi permanente dal 2005. All’epoca il progetto di approfondimento dell’Unione europea fallì, Francia e Paesi Bassi respinsero con un referendum il progetto di costituzione europeaCollegamento esterno.
Secondo Verheugen, tuttavia, questo no non era diretto contro il contenuto del trattato. Piuttosto, molti elettori avevano a suo avviso l’impressione che non fosse più garantito l’equilibrio tra le rivendicazioni di potere di Bruxelles, da un lato, e le rivendicazioni di autonomia a livello nazionale e regionale, dall’altro. “Nel frattempo la situazione si è inasprita”.
Il politico europeo è autocritico. “Abbiamo quattro deficit strutturali piuttosto massicci”, afferma guardando all’UE: un deficit di leadership, di coesione, di orientamento strategico e di legittimità.
Ma l’UE non può permettersi un altro anno segnato dallo “svuotamento dell’essenza stessa dell’integrazione europea”, afferma Verheugen. Che si tratti delle nuove tendenze emergenti nelle relazioni di potere politico ed economico globale, delle sfide della politica ambientale e climatica o delle crescenti disuguaglianze sociali, l’UE, l’Europa, deve trovare risposte comuni.
Alla domanda se, in qualità di ex vicepresidente dell’UE, egli veda ancora spazio per la Svizzera per quanto riguarda l’accordo quadro, Günter Verheugen risponde: “Ho una profonda simpatia per la Svizzera […] Non credo [però] che alla Svizzera convenga fare molto rumore. Non date sui nervi a nessuno! Ciò che è tanto importante per la Svizzera non lo è per gli altri. L’Unione europea vi è venuta incontro molto più di quanto ritenessi possibile. […] Siamo arrivati al capolinea.”
Traduzione dal tedesco: Andrea Tognina
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