L’unione fa la forza: è così che un gruppo di lavoratori italiani ha deciso di istituire un’associazione per difendere i diritti dei frontalieri. Nel mirino vi è soprattutto la questione della doppia tassazione, inclusa nell’accordo siglato a fine dicembre tra Berna e Roma. Tvsvizzera.it ha intervistato il neopresidente Graziano Storari, che si dice pronto alla lotta.
L’iniziativa per la responsabilità ambientale vuole che l’economia svizzera rispetti i limiti planetari. Un passo necessario o la prosperità della Confederazione ne risentirebbe troppo?
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Strategia per gestire i quasi 65mila frontalieri in Ticino
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Metà di tutto il traffico in Ticino è dovuto ai frontalieri. Per il consigliere di stato Claudio Zali, ci vuole una strategia globale per ridurre i disagi. Ad esempio potenziando i mezzi pubblici, favorendo il "car pooling" e tassando i posteggi.
Il traffico di transito ai valichi doganali italo-svizzeri aumenta di anno in anno. La situazione si sta ulteriormente peggiorando a causa della crisi economica che ha spinto sempre più lavoratori italiani, soprattutto lombardi, a cercare lavoro in Ticino. Ora i frontalieri sono quasi 65mila e le strade ticinesi possono sopportare l'entrata di circa 40mila lavoratori, afferma Claudio Zali, membro del governo del canton Ticino.
Per cercare di risolvere il problema del traffico, il cantone ha deciso di avere dei dati concreti per cercare di reagire nel modo più adeguato. Recentemente ha così promosso un censimento per capire meglio questo transito transfrontaliero.
I dati sono chiari. La maggior parte delle persone che entrano in Ticino sono lavoratori. E quasi tutti viaggiano da soli (88% delle vetture era infatti occupata dal solo guidatore) e dispongono di un posteggio gratuito sul posto di lavoro.
Per cercare di trovare le soluzioni giuste per ridurre il traffico di transito dei lavoratori transfrontalieri, Claudio Zali intende elaborare una strategia complessiva che si riassume in due frasi: potenziare il servizio pubblico e disincentivare il traffico privato.
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