Alptransit: Italia al lavoro per completare il corridoio Reno-Alpi
A pochi mesi dall’apertura del tunnel di base del San Gottardo e in vista di quello del Monte Ceneri, è partito il programma di lavori di adeguamento delle linee ferroviarie del Nord Italia che si concluderà nel 2020. Con l’obiettivo di scendere fino a Genova.
Che l’Alptransit sia un’occasione da non perdere, in Italia lo sanno bene. Poter contare su un corridoio ferroviario così lungo che unisce Rotterdam e gli hub navali del Nord della Germania con Milano e anche con Genova e i porti della Liguria, può infatti portare enormi vantaggi dal punto di vista economico facendo risparmiare, tra l’altro, anche parecchio CO2 all’ambiente.
Senza contare che l’ammodernamento delle linee consente anche alle persone di spostarsi più velocemente e agilmente tra Italia e Svizzera arrivando, per esempio, a ridurre gli attuali tempi di percorrenza della tratta Milano/Zurigo a circa tre ore. Secondo uno studio dell’Università Bocconi, in un periodo di tempo di 15 anni si risparmierebbero quasi due miliardi di euro sul trasporto ferroviario merci e 600 milioni di euro in termini di minor inquinamento atmosferico.
Accordo tra Italia e Svizzera
Per fare in modo che le linee ferroviarie siano pronte a recepire un aumento di semirimorchi di treni merci provenienti da Gottardo e Monte Ceneri, nel 2012 l’Italia e la Svizzera hanno firmato una dichiarazione d’intenti che stabilisce le modalità di ampliamento della capacità del traffico merci (corridoio di 4 metri), equiparandolo agli standard europei.
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L’accordo, confermato da un successivo incontro bilaterale dei ministri dei trasporti di entrambi i paesi avvenuto nel gennaio del 2014, prevede il finanziamento svizzero a fondo perso all’Italia di una somma di 150 milioni di franchi per adeguare, tra l’altro, i binari e i profili della sagoma dell’infrastruttura ferroviaria. Tutto ciò per consentire il trasporto di semirimorchi con altezza massima di quattro metri, soprattutto sulla linea Luino/Gallarate.
«I lavori per uno stanziamento totale di 398 milioni di euro riguardano tutte le linee di connessione al corridoio Reno/Alpi (oltre alla linea Gallarate/Luino anche la Como/Chiasso e la linea di Domodossola/Novara). Lo scopo è di poter consentire la circolazione di treni di 750 metri di lunghezza secondo i più elevati standard europei», spiega a swissinfo.ch l’ingegner Gianpiero Strisciuglio, direttore commerciale e di esercizio rete di Rete Ferroviaria Italiana (RFICollegamento esterno).
Gli interventi, puntualizza, sono di tre tipi. Innanzitutto ci sono quelli che riguardano le stazioni per consentire una migliore circolazione dei treni (e lo stesso avviene anche in quelle in territorio svizzero). Poi ci sono gli interventi per l’adeguamento della sagoma, che permette il transito dei semirimorchi altri quattro metri per arrivare alla cosiddetta “autostrada viaggiante”, e infine gli interventi tecnologici, il cui scopo è di aumentare la circolazione e il numero di treni sia merci che passeggeri.
Una volta terminati gli adeguamenti alle linee previsti nel 2020 sarà possibile far viaggiare 390 treni al giorno, contro i 290 di oggi. Cento treni in più, 60 dei quali in direzione Milano e 40 in direzione Luino/Gallarate.
Avanzamento lavori
I lavori sulla linea Luino/Gallarate già appaltati cominceranno nel giugno 2016 anche se – come ribadisce l’ingegner Strisciuglio, «stiamo già facendo delle attività preliminari e propedeutiche come sondaggi e rilievi topografici. Abbiamo una tempistica molto serrata sulle tre linee e per questo abbiamo coordinato gli interventi coi colleghi svizzeri per lavorare entrambi su una stessa linea e non danneggiare il traffico».
Diversa la situazione sulle altre due direttrici, dove i lavori sono già cominciati. Sulla Como/Chiasso riguardano interventi di potenziamento della linea esistente a doppio binario, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Ciò consentirà l’incremento del numero di treni e la velocizzazione della direttrice Milano/Zurigo. Sulla linea Domodossola/Novara, dove la sagoma è già adeguata, si stanno invece realizzando interventi per avere treni più lunghi.
Non sarà un’altra Arcisate/Stabio
Una cosa pare certa: non si ripeterà la stessa situazione verificatasi sulla linea internazionale Arcisate/Stabio. Previsti inizialmente per il 2014, i lavori di completamento in territorio italiano sono ricominciati a luglio del 2015, a conclusione del nuovo iter di gara per assegnare l’appalto dopo la risoluzione del contratto con Gruppo ICS di Claudio Salini.
«Gli interventi previsti affidati a RFI, che dovrà rispettare stringenti programmi concordati con la Confederazione elvetica e sottoposti a monitoraggi frequenti, vengono realizzati su una rete esistente. Verosimilmente quindi non potranno incontrarsi gli stessi problemi legati alla costruzione di una nuova infrastruttura come la Arcisate/Stabio», commenta a swissinfo.ch Alessandro Sorte, assessore alle Infrastrutture della Regione Lombardia, la quale finanzia una parte dei lavori.
E lo stesso concetto è ribadito anche dall’ingegner Strisciuglio. «C’è ottima sinergia con i colleghi svizzeri: non è facile che due gestori confinanti abbiano una collaborazione così integrata a questo livello. Sulla linea di Luino abbiamo recentemente dovuto rivedere una pianificazione. E lo abbiamo fatto discutendone con gli svizzeri».
Terzo Valico
L’obiettivo finale è quello di arrivare fino a Genova e al mare attraverso il cosiddetto Terzo valicoCollegamento esterno: un’opera di 53 km che porta da Genova fino a Tortona/Novi, da dove si congiunge poi con le altre linee. Il costo è di 6,2 miliardi di euro. Attualmente due sono i lotti in corso di realizzazione e l’altro è stato già programmato. L’obiettivo è finire entro il 2021.
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