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Una vittoria amara per Putin

Alle elezioni legislative di dicembre, il tasso di partecipazione è sceso del 3% rispetto al 2007, al 60,2%, e del 5% rispetto al 2003. Keystone

Il partito Russia Unita salva la maggioranza assoluta alla Camera bassa del Parlamento, ma paga a caro prezzo il malcontento crescente della popolazione. Ad approfittarne è il partito comunista, a vent'anni esatti dalla caduta dell'Urss.

La perdita di 15 punti percentuali è «particolarmente dolorosa per il partito Russia Unita, che non si aspettava certo un simile risultato», commenta alla radio svizzero-tedesca Peter Gysling. «Nel 2007 aveva conquistato due terzi dei voti, mentre questa volta non arriva nemmeno alla metà», aggiunge il corrispondente della DRS a Mosca.

In virtù della complessità del sistema di ripartizione dei seggi, il movimento del primo ministro Vladimir Putin ha ottenuto 238 scanni sui 450 della Duma (49,5%), ossia 12 seggi in più della maggioranza assoluta. Il partito potrà continuare a dominare la politica russa e formare un governo senza dover tessere nuove alleanze. Ciò non toglie che in alcune regioni Nuova Russia ha superato a malapena il 30% dei voti e il partito non potrà certo far astrazione di questo risultato negativo.

Una popolazione stanca

Malgrado la vittoria, il risultato delle elezioni del 4 dicembre è dunque poco edificante per Vladimir Putin e il suo partito, la cui lista alle legislative era presieduta proprio dall’attuale presidente Dimitri Medvedev. Secondo Peter Gysling, la perdita di 15 punti percentuali, sommata a una partecipazione in calo del 3% a 60,2%, traduce una certa stanchezza dell’elettorato russo.

«L’insoddisfazione continua a crescere in seno alla popolazione, confrontata a gravi problemi sanitari, educativi e pensionistici. E poi la gente è stufa del clientelismo del partito di Putin che controlla tutto il funzionamento dello Stato», analizza il corrispondente.

Un’opinione condivisa anche dal giornalista Eric Hoesli, specialista delle Russia. «Lo scrutinio mostra come questa volta la popolazione non ce l’ha più soltanto con le oligarchie, ma anche con un’amministrazione sempre più corrotta».

Ironia della sorte, aggiunge Hoesli, «è il partito comunista a trarne profitto, quando Russia Unita ha cercato per ben dodici anni di farlo scomparire dalla scena». Vent’anni dopo la caduta dell’Unione sovietica, il movimento comunista resta il principale partito di opposizione: con il 19,1% dei voti, ottiene 92 seggi contro i 57 di quattro anni fa.

«Fondato dallo stesso Putin per cercare di raggruppare i voti della sinistra, il partito Russia giusta si è distanziato parecchio durante la campagna elettorale e il risultato dello scrutinio mostra che ha vinto in popolarità», aggiunge Eric Hoesli.

Frodi e opposizione col bavaglio

Gli osservatori rilevano inoltre che Russia Unita ha potuto contare sull’apparato amministrativo al servizio del regime di Vladimir Putin e questo le ha permesso di  organizzare delle frodi e fare pressione sulle ONG e i media indipendenti.

Dei ciber-attacchi hanno preso di mira e paralizzato i siti di Golos, ONG finanziata da fondi occidentali. La presidente di questa organizzazione è stata fermata sabato per 12 ore all’aeroporto di Mosca e si è vista sequestrare il suo computer portatile. Altri siti di media indipendenti, come il giornale Kommersant o la radio Echo di Mosca, sono pure stati bloccati.

«Per i gruppi d’opposizione, questo fine settimana è stato solo un piccolo assaggio di quello che li attende da qui all’elezione presidenziale del marzo 2012», osserva Peter Gysling.

Eric Hoesli ritiene dal canto suo che solo una parte minoritaria della popolazione sostiene le ONG, considerate spesso troppo filo-occidentali.

«L’opposizione risiede piuttosto nella reazione dell’élite intellettuale e della borghesia che sta nascendo nelle grandi città nei confronti del modo in cui il potere organizza lo scambio alla testa dell’esecutivo e del legislativo tra Putin e Medvedev. Il duo ha fatto un cattivo calcolo, poiché alla gente questa dimostrazione di cinismo e di sufficienza non è piaciuta», spiega il giornalista del gruppo Edipresse.

«Putin si era immaginato che dando il via alla sua campagna per la presidenza, ne avrebbe tratto giovamento anche il suo partito. I risultati mostrano però che non vi è stato nessun particolare effetto e anzi, che alcune persone contestano la sua legittimità. Russia Unita ha registrato pessimi risultati in diverse elezioni regionali e il regime può temere che questa regolare diminuzione di popolarità gli dia filo da torcere nei prossimi anni. Ciò spiega anche il grande nervosismo negli ultimi giorni della campagna».

Secondo Eric Hoesli, a fare le spese di questa situazione potrebbe essere Dimitri Medvedev: «Era il responsabile della campagna elettorale per le legislative, che è fallita. Ciò indebolirà ulteriormente la sua posizione, già minata dal suo passaggio pre-programmato dall’incarico di presidente a quello di primo ministro, passaggio che irrita sempre più persone».

Russia unita: partito di maggioranza alla Duma, la camera bassa del parlamento, il movimento è presieduto dall’ex presidente Vladimir Putin, anche se non ne è mai stato membro. Ottiene 238 seggi (315 nel 2008), sui 450 dell’assemblea

Partito comunista della Federazione russa (Kprf): a vent’anni esatti dal crollo dell’Urss, il movimento ha quasi raddoppiato i consensi con 92 deputati contro i precedenti 57. Dal 1993 è diretto da Gennadij Zjiuganov.

Russia Giusta: movimento fondato nel 2006 come alternativa di centro-sinistra. Il suo leader, Sergey Mironov si era presentato alle elezioni presidenziali nel 2004, pur sostenendo la candidatura di Vladimir Putin. Ottiene 64 seggi (38 nel 2007).

Partito liberal-democratico di Russia (Ldpr): partito nazionalista diretto da Vladimir Jirinovski, fedele a Vladimir Putin. Esce dalle elezioni con 56 deputati (40 nel 2007).

(Fonte: Agenzia di stampa francese, AFP)

Dato per favorito, il partito di Vladimir Putin ottiene il 50% circa dei voti alle elezioni parlamentari del 4 dicembre e mantiene così la maggioranza assoluta con 238 seggi su 450.

Rispetto al 2007, quando aveva conquistato 315 seggi, Russia Unita registra tuttavia un pesante calo.

Il partito al potere ottiene il 46% dei voti a Mosca, il 33% a San Pietroburgo, il 33,4% a Vladivostok, 37% nell’enclave occidentale di Kaliningrad, 32% a Arhangelsk e il 29% a Jaroslavl.

In Siberia, il partito comunista è riuscito a ottenere maggiori consensi di Russia Unita.

Il ritorno di Vladimir Putin al Cremlino nel marzo 2012 è praticamente scontato. L’attuale premier dovrebbe essere rieletto per un terzo mandato alla presidenza, incarico attualmente ricoperto da Dimitri Medvedev.

(Traduzione dal francese)

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