“Macron difende una visione protezionista dell’Europa”
È stato infine il più europeista degli undici candidati alle presidenziali francesi a vincere domenica. Ma per quanto l’exploit di Emmanuel Macron sia stato accolto con soddisfazione da Bruxelles a Berlino, esso non può mascherare le divergenze tra Francia e Germania sul seguito da dare al progetto europeo, sottolinea Gilbert Casasus, politologo e professore in Studi europei all’Università di Friburgo.
swissinfo.ch: L’elezione di Macron è dunque un giorno memorabile per l’Unione europea?
Gilbert Casasus: La vittoria di Macron è una buona notizia, per l’Europa. L’elezione dell’ecologista Van Der Bellen alle presidenziali austriache in dicembre e la sostanziale sconfitta del populista Geert Wilders alle legislative olandesi in marzo avevano già fatto un po’ dimenticare un 2016 catastrofico per l’UE. Ma è in queste presidenziali francesi che si giocava davvero tutto.
swissinfo.ch : Emmanuel Macron ha scelto l’inno europeo per celebrare la vittoria insieme ai suoi sostenitori riuniti al Louvre domenica sera. Un simbolo molto forte, che sarebbe stato impensabile soltanto qualche mese fa in un paese membro dell’UE.
G.C.: L’immagine di questo giovane presidente della Repubblica che marcia attraverso la Corte Napoleone del Louvre con l’inno alla gioia in sottofondo è il momento simbolo di questa elezione. Ce ne ricorderemo ancora tra 10 o 20 anni.
È chiaro che la scommessa di Macron sull’Europa è stata vincente. Ha saputo mobilitare una nuova generazione più aperta e consapevole dell’importanza degli scambi economici e culturali in Europa. Nel corso della campagna, abbiamo anche visto svilupparsi forti dubbi sul progetto di uscita dall’euro sostenuto da Marine Le Pen. Dopo la Brexit, molti elettori si sono resi conto che un’uscita dall’UE sarebbe potuta costare cara.
swissinfo.ch: Emmanuel Macron sarà davvero in grado di rilanciare il progetto europeo?
Tutto dipenderà dalle relazioni che intratterrà con la Germania. Passati gli applausi post-elettorali dei responsabili politici tedeschi, all’orizzonte potrebbero delinearsi delle tensioni. Oltre Reno, alcuni rimproverano a Macron di aver criticato, in particolare, le eccedenze commerciali tedesche.
Le relazioni personali con la cancelliera, data per favorita alle legislative di settembre, saranno ugualmente fondamentali. Tra il gregarismo di Sarkozy e Hollande -che ha voluto fare il duro con Angela Merkel- Macron dovrà adottare una posizione più avveduta, se ha intenzione di pesare nella coppia franco-tedesca. Dovrà affermare le proprie posizioni instaurando al contempo un clima di fiducia.
Il suo atout ? Potrà fungere da interlocutore e mediatore con i paesi del sud dell’Europa, ciò che a Merkel non riesce.
swissinfo.ch: Macron è per un rilancio della zona euro attraverso investimenti, misure anti-dumping in seno all’UE e un controllo degli investimenti stranieri nel vecchio continente. Abbastanza per distruggere la sua immagine di liberale.
G.C. : Ha ragione. Agli occhi del francese medio, Macron è un liberale. In realtà, difende una visione protezionista dell’Europa. Secondo lui, il nazionalismo economico a livello degli Stati europei è destinato a fallire. Ma il nuovo presidente francese è cosciente che le grandi potenze economiche, segnatamente la Cina e gli Stati Uniti, sono molto protezioniste. È a questo livello, che ha intenzione di agire. Su questo tema, emergeranno differenze significative tra i paesi dell’UE, soprattutto con quelli del nord e la Germania.
swissinfo.ch: Quali conseguenze avrà l’elezione di Macron sulle relazioni Svizzera-UE ? In altre parole: un’Europa più forte è buona o no per la Svizzera?
G.C. : La vittoria di Macron è un’eccellente notizia per tutti gli svizzeri –minoritari- che vogliono intrattenere relazioni positive e costruttive con l’UE. Per contro, per gli euroscettisci e gli anti-europeisti –come l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI)- la vittoria di Macron è una cattivissima notizia.
La Svizzera è l’unico paese in Europa che confina con i tre Stati più importanti dell’UE: Germania, Francia e Italia. È dunque fondamentale che mantenga buone relazioni con i vicini. Purtroppo, ho l’impressione che in Svizzera non si sia ancora completamente presa coscienza della posta in gioco.
Traduzione dal francese di Rino Scarcelli
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