L’iniziativa “per l’autodeterminazione” inciampa all’avvio
Un deciso rifiuto dell'iniziativa che vuole anteporre il diritto svizzero a quello internazionale e un chiaro avallo di quella "per vacche con le corna" e della base legale per la sorveglianza degli assicurati sociali: sono i risultati del 1° sondaggio SSR/gfs.bern in vista della votazione del 25 novembre, pubblicati oggi. Le carte si possono però ancora rimescolare.
Piuttosto inusuale a oltre un mese dal voto è l’ampia e ferma ostilità con cui si scontra l’iniziativa “il diritto svizzero anziché giudici stranieri (iniziativa per l’autodeterminazione)“: nell’indagine conoscitiva realizzata dall’istituto di ricerca gfs.bern per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) raccoglie solo il 39% di consensi, contro il 55% di opposizioni.
Il testo promosso dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) appare fuori dallo schema classico, che nel primo sondaggio vede spesso le iniziative popolari beneficiare di una maggioranza relativa di sostegni, in un contesto in cui regna ancora parecchia indecisione. Non solo gli oppugnatori dell’iniziativa “per l’autodeterminazione” hanno la maggioranza assoluta, ma inoltre il 66% esprime intenzioni di voto risolute: il 42% si dice “decisamente contrario” e il 24% “decisamente favorevole”.
Il sondaggio
Per la prima indagine demoscopica in vista della votazione federale del 25 novembre 2018, l’istituto gfs.bern ha intervistato 3772 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 1° e il 12 ottobre.
Il margine di errore è di ±2,9 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, della quale fa parte anche swissinfo.ch.
Sostegno unicamente in casa UDC, Ticino diviso
Lo stadio insolitamente avanzato della formazione delle opinioni è dovuto all’inizio particolarmente precoce della campagna, spiegano i ricercatori del gfs.bern. Gli intenti di voto rispecchiano gli schieramenti partitici: il testoCollegamento esterno che sancisce la supremazia della Costituzione federale sul diritto internazionale è nettamente approvato dall’elettorato UDC, mentre è travolto da una valanga di no degli elettorati di tutte le altre formazioni politiche. Esso non trova grazia neppure tra i senza partito.
A livello di regioni linguistiche, risulta in controtendenza la Svizzera italiana, che si spacca sull’iniziativa, con il 45% di sì, il 44% di no e l’11% che non sa ancora cosa voterà il 25 novembre.
Gli argomenti che fanno maggiormente breccia, sul fronte degli avversari sono che l’iniziativa metterebbe a repentaglio le relazioni internazionali della Confederazione e quindi anche la reputazione della Svizzera quale partner commerciale affidabile; sul fronte dei promotori dell’iniziativa, invece, sono che i diritti umani e il diritto internazionale cogente sono già in vigore tramite la Costituzione federale e che spetta al popolo elvetico decidere cosa vige in Svizzera.
In altri termini, entrambi i campi dispongono di argomenti convincenti, rilevano gli specialisti del gfs.bern. Nonostante il ristretto margine di manovra, un ribaltamento della situazione non può essere escluso. La campagna nelle prossime settimane e la capacità di mobilitare saranno decisive, affermano gli esperti, puntualizzando che i risultati del 1° sondaggio rappresentano “il punto della situazione” una cinquantina di giorni prima del voto, “non una previsione” dell’esito dello scrutinio.
Promozione dei cornuti nella Costituzione
Aperta si profila la partita sull’iniziativa “per la dignità degli animali da reddito agricoli (iniziativa per vacche con le corna)“, benché nel 1° sondaggio goda di un forte sostegno, con il 58% di sì, contro il 36% di no. In totale, coloro che sono “assolutamente” contrari o favorevoli raggiungono però solo il 55%. Resta dunque un margine di indecisione del 45% che può ancora stravolgere la maggioranza, come spesso accade con le iniziative popolari.
La campagna riguardante l’emendamento costituzionale che prevede un contributo finanziario per i detentori di bovini e caprini che non li scornano è appena cominciata e le opinioni sono ancora poco formate. Una larghissima maggioranza ritiene che l’iniziativa istituisca un sistema incentivo, non un obbligo per i contadini. Per ora l’argomento che porta maggiormente ad approvare l’iniziativa, lanciata da un piccolo contadino di montagna, è quello di evitare agli animali sofferenze provocate dalla scornatura. Convince poco, invece, l’argomento degli oppositori, secondo cui a bovini e caprini sono tolte le corna per evitare che si feriscano tra di essi.
I ricercatori del gfs.bern vedono la possibilità di un cambiamento di rotta soprattutto da parte dell’elettorato UDC, attualmente chiaramente favorevole. Anche gli elettorati di Verdi e socialisti sono nettamente favorevoli. Ma questi ultimi due partiti sostengono l’iniziativa, lanciata da un piccolo contadino di montagna, mentre l’UDC – come i partiti liberale radicale e popolare democratico – raccomanda di respingerla. Secondo gli esperti del gfs.bern, gli oppositori potrebbero probabilmente vincere se si coalizzassero per fare campagna attivamente.
Nullaosta ai detective sociali
Verso il successo popolare appare avviata la modifica legislativa che consentirebbe alle assicurazioni sociali di far sorvegliare degli assicurati da investigatori privati. Combattuta con un referendum lanciato da un gruppo di cittadini, la revisione di legge varata dal parlamento ottiene un solido benestare: il 57% di sì contro il 39% di no. Solo gli elettorati dei Verdi e dei socialisti le sbarrano la strada.
Anche se la formazione delle opinioni è ancora a un livello medio, le premesse sono favorevoli alla base legale per la sorveglianza degli assicurati, osservano i ricercatori del gfs.bern. In linea generale, l’argomento della lotta contro gli abusi di assicurati, avanzato dai fautori della modifica legislativa, prevale su quelli degli avversari che denunciano un eccesso di potere degli assicuratori e dei detective privati e invocano la tutela della sfera privata.
Temi che mobilitano più del solito
A quest’ultimo argomento sono però sensibili i giovani, che si mostrano più critici verso la revisione. Il conflitto generazionale non dovrebbe comunque essere determinante sul verdetto delle urne. Tanto più che la grande maggioranza dei giovani le diserta. Secondo i sondaggisti, la partecipazione complessiva alla votazione del 25 novembre probabilmente supererà di qualche punto la media, che nel periodo 2011-2017 si è collocata al 46,4%.
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