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Manifesto provocatorio contro le naturalizzazioni agevolate

Il nuovo manifesto provocatorio della destra conservatrice ha dato il via il 9 gennaio alla campagna contro la naturalizzazione agevolata per gli stranieri di terza generazione, su cui gli svizzeri voteranno il 12 febbraio. twitter

La destra conservatrice in Svizzera punta di nuovo sulla provocazione per fare campagna in vista di una votazione popolare riguardante gli stranieri. A circa un mese dallo scrutinio federale del 12 febbraio, in varie grandi stazioni ferroviarie è stato affisso un manifesto in cui è raffigurata una donna col burqa e lo slogan: "Naturalizzare in modo incontrollato? NO alla naturalizzazione agevolata". 

Il poster porta la firma dell’agenzia GoalCollegamento esterno, la stessa che ha già utilizzato a più riprese negli ultimi dieci anni lo stile anti-stranieri e anti-musulmani per campagne dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Il primo della serie è quello delle pecore, a sostegno dell’iniziativa popolare “per l’espulsione di stranieri che commettono reati”, lanciata dall’UDC il 1° agosto 2007, con cui il partito fece campagna per le elezioni federali dell’ottobre di quell’anno. Sui cartelloni erano disegnate tre pecore bianche che scacciavano a calci una pecora nera da un campo rossocrociato.

Il manifesto aveva scatenato una valanga di critiche a livello nazionale e internazionale. Erano intervenuti anche la Commissione federale contro il razzismo e persino il relatore speciale dell’ONU sul razzismo, Doudou Diène, che aveva chiesto spiegazioni al governo svizzero. Incuranti delle critiche, i promotori dell’iniziativa avevano nuovamente utilizzato il poster controverso per la campagna della votazione sull’iniziativa nel 2010.

Il celebre manifesto della “pecora nera” fu tacciato di razzista dai difensori dei diritti umani. Keystone

Recentemente, il Financial Times ha definito “guru pubblicitario della nuova destra europea” il direttore della Goal, Alexander Segert. In un’intervista al quotidiano britannico, Segert ha difeso il lavoro della sua agenzia: “Le campagne più controverse che abbiamo realizzato per l’Unione democratica di centro hanno contribuito ad aumentare in modo significativo il tasso di partecipazione. È meglio che i cittadini arrossiscano e poi vadano a votare, piuttosto che rimanere calmi e starsene a casa”.

Mentre finora la campagna in vista del voto sulla semplificazione della procedura di naturalizzazione per gli stranieri di terza generazione era stata molto placida, i manifesti affissi ora potrebbero infiammare i dibattiti. Frutto di un compromesso parlamentare, il testo su cui voteranno gli svizzeri il 12 febbraio vincola l’agevolazione a condizioni ben precise. Non si tratta peraltro di una concessione automatica della cittadinanza elvetica agli stranieri di terza generazione. Questi ultimi devono fare domanda per poterla ricevere.

I cartelloni affissi da oggi hanno immediatamente suscitato reazioni indignate da parte dei fautori della naturalizzazione facilitata. “Non ci sono veramente limiti? Si può proprio incollare qualsiasi cosa sui pannelli di affissione?”, ha per esempio scritto su Twitter la parlamentare socialista Silvia Schenker.

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“Inverosimile. Ci sono regole minime contro la pubblicità menzognera. Ma in politica, si può semplicemente dire qualsiasi cosa”, ha commentato dal canto suo la deputata ecologista Adèle Thorens.
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Ironica invece la reazione del deputato socialista Matthias Aebischer, che s’interroga se gli autori del manifesto hanno si sono sbagliati di votazione, poiché il 12 febbraio non si vota sul burka…
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Ma in realtà dal fronte UDC era già stata fatta l’amalgama tra naturalizzazione agevolata e terrorismo. Il partito aveva detto che la concessione semplificata del passaporto svizzero potrebbe incoraggiare i nipoti di persone male integrate in Svizzera – tra cui dei jihadisti – a depositare una domanda di naturalizzazione.

“Il burqa è il simbolo di una mancanza di integrazione. La radicalizzazione esiste anche tra giovani musulmani nati qui”, ha dichiarato il deputato UDC Andreas Glarner oggi al quotidiano gratuito “20 Minuten”.

disegni di un burqa, un niqab e una hijab
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In un sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern per conto della Società svizzera di radiotelevisione, i cui risultati sono stati pubblicati venerdì scorso, il 74% del campione rappresentativo di intervistati ha dichiarato che voterà sì alla naturalizzazione agevolata. Le probabilità dell’UDC, che rispetto a votazioni precedenti dispone di mezzi finanziari limitati per la campagna, di invertire la rotta con dei manifesti provocatori per ora sembrano limitate. La destra conservatrice è infatti sola a combattere questa proposta.

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