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No ad “aerei di lusso inutili”, sì a un “sistema di difesa adeguato ai rischi”

Brigitte Crottaz

L'acquisto di nuovi aerei da combattimento è "un lusso superfluo per il lavoro quotidiano della polizia aerea", sostiene la deputata Brigitte Crottaz. La socialista vodese illustra i motivi per cui invita il popolo a respingere il credito di 6 miliardi di franchi durante la votazione federale del 27 settembre.

Quali sono i rischi reali per il nostro Paese?

Il rapporto trasmesso dagli esperti al dipartimento della difesa nel 2014 giunge alla conclusione che i principali rischi per la sicurezza della Svizzera nei decenni a venire sono il terrorismo, la criminalità informatica e i cambiamenti climatici. Il rischio di una guerra tradizionale è invece altamente improbabile.

I vertici dell’esercito hanno però considerato soltanto questa ultima opzione e vogliono dunque equipaggiarsi con aerei da combattimento che sono chiaramente degli aerei di lusso superflui per il lavoro quotidiano della polizia aerea.

Chi sono i nostri potenziali nemici?

Geograficamente, la Svizzera si situa al centro dell’Europa e il Paese intrattiene buone relazioni con i suoi vicini. Un eventuale attacco contro la Svizzera proverebbe quindi da più lontano e dovrebbe sorvolare uno o più Stati prima di raggiungerci, ciò che provocherebbe immediatamente una reazione delle forze aeree della NATO.

Un attacco aereo classico contro la Svizzera è quindi uno scenario poco credibile, come hanno sottolineato gli esperti. Un attacco tramite droni o missili è invece molto più realistico e, in questo caso, gli aerei da combattimento non sono di alcuna utilità.

Qual è il ruolo della polizia aerea?

Siamo convinti che la polizia aerea è indispensabile, ma essa deve essere considerata come una flotta adeguata alle dimensioni del nostro Paese e ai rischi con cui è confrontato.

Oltre il 90% delle missioni della polizia aerea è di ordine civile: controllo di un velivolo da turismo che ha dimenticato di accendere il transponder o di un aereo di linea deviato dalla sua traiettoria e che sorvola il nostro spazio aereo senza autorizzazione, sorveglianza dello spazio aereo durante eventi importanti (WEF, visita del papa).

Quali aerei per la polizia aerea?

Gli aerei da combattimento auspicati dai vertici dell’esercito hanno un’autonomia di volo di un’ora. La sorveglianza del nostro spazio aereo necessita quindi di almeno una quarantina di velivoli. Gli aerei che l’esercito vorrebbe acquistare sono costosi (si situano tra la sesta e la nona posizione dei più cari al mondo), inquinanti (3,3 litri di cherosene/secondo) e rumorosi. Sono poco adatti alla geografia della Svizzera e hanno bisogno di scaldarsi per 15 minuti prima di decollare, lo stesso tempo che impiega un aereo di linea per attraversare la Svizzera da nord a sud!

Dei caccia ‘leggeri’, utilizzati dalla polizia aerea in numerosi Paesi, sono ampiamente sufficienti per il 90% delle missioni, costano 25 milioni l’uno, hanno un’autonomia di volo di due ore e mezza, consumano da 5 a 10 volte di meno e sono meno rumorosi. In caso di necessità potrebbero essere affiancati dagli FA-18 (da 10 a 20 missioni all’anno) e questo rappresenterebbe lo scenario ottimale per una polizia aerea efficace.

Perché non mantenere una collaborazione con i nostri vicini?

Finora, la nostra polizia aerea non ha mai funzionato 24 ore su 24 e nessuno se n’era reso conto prima del 2014, durante un dirottamento di un aereo, quando furono dei jet italiani e francesi a scortarlo fino a Ginevra.

In quell’occasione abbiamo scoperto che gli sceriffi dei cieli avevano orari d’ufficio e avevano un accordo con la polizia aerea dei Paesi vicini per intervenire in caso di necessità.

In seguito a questo dirottamento, gli orari sono stati estesi fino alle 22, ma sarà solo dal gennaio 2021 che disporremo di una polizia aerea 24 ore su 24. Ciò costerà di più e l’utilità non sarà maggiore, dato che negli ultimi anni c’è stato un solo “salvataggio” da parte dei nostri vicini.

Come garantire la difesa del territorio svizzero contro le minacce?

L’acquisto di aerei ultrasofisticati, costosi, rumorosi e inquinanti non sarà di alcuna utilità in caso di atto terroristico, di attacco informatico o di catastrofe climatica. Al contrario, i 18 miliardi che comporteranno questi velivoli (6 miliardi per l’acquisto, 6 per la manutenzione e 6 di aggiornamenti) graveranno sulle casse dell’esercito al punto tale da impedire l’acquisto di super radar e di sistemi di controllo e di difesa aria-terra contro droni e missili, i quali rappresentano dei rischi ben più realistici rispetto a una guerra tradizionale.

Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autrice. Non si tratta di una presa di posizione di swissinfo.ch.

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Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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