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Luce verde alla nuova riforma dell’asilo

Nel 2015 quasi 40'000 domande di asilo sono state depositate in Svizzera. Keystone

Due terzi dei votanti hanno approvato la nuova revisione della legge sull’asilo, sostenuta dal governo e dal parlamento, che mira principalmente a centralizzare e accelerare le procedure di asilo. Il responso delle urne costuisce una chiara sconfitta per l’Unione democratica di centro, che si era opposta con un referendum. 

Nel corso della 300esima giornata di votazioni federali in Svizzera, il 66,8% dei votanti e tutti i Cantoni hanno detto di “sì” al progetto di riassetto del settore dell’asilo, presentato nel 2014 dal governo svizzero e sostenuto l’anno scorso da una grande maggioranza del parlamento. Le modifiche della legge hanno innanzitutto come obbiettivo di accelerare le procedure di asilo, che attualmente durano in media circa 300 giorni, ma che, in caso di ricorsi, si dilungano a volte per oltre due anni. 

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La riforma, che dovrebbe permettere di risparmiare a medio termine oltre 100 milioni di franchi all’anno, era stata elaborata dal governo svizzero assieme ai Cantoni, all’Unione delle città e all’Associazione dei comuni. Le nuove disposizioni erano sostenute dai partiti di centro e di sinistra. Si erano invece schierati contro i partiti di destra, in particolare l’Unione democratica di centro (UDC), che aveva lanciato un referendum per bloccare l’entrata in vigore della nuova legge.

Il Consiglio federale ha preso atto con soddisfazione del verdetto delle urne: “Oggi i cittadini hanno sancito nella legge due principi: primo le procedure vengono rese più veloci e secondo le procedure di asilo in Svizzera sono eque e conformi allo Stato di diritto. Sono due principi che stanno per una politica credibile in materia di asilo”, ha sottolineato la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga, competente per il dossier. 

Grande soddisfazione anche da parte dei Cantoni al sì espresso dal popolo. “Il nostro lavoro sarà sgravato dalle procedure accelerate svolte nei centri della Confederazione”, ha rilevato Hans-Jürg Käser, presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP).

Soluzioni invece di polemiche

“Questa decisione rappresenta un chiaro rifiuto delle polemiche dell’UDC sull’asilo e permette di migliorare il diritto di asilo per le persone che necessitano di una protezione”, ha dichiarato Miriam Behrens, direttrice dell’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, secondo la quale il popolo svizzero si è espresso in favore di una politica di asilo costruttiva e lungimirante. Una visione condivisa dal Partito socialista, per il quale il responso delle urne costituisce la “vittoria di una politica orientata alle soluzioni” e un grande successo per Simonetta Sommaruga. “L’UDC non è nemmeno riuscita a mobilitare il suo elettorato su questo tema chiave”, nota soddisfatta la deputata socialista vodese Cesla Amarelle. 

Quinta riforma approvata dal popolo 

Con questo voto, è la quinta volta che una riforma della legge sull’asilo viene approvata in votazione federale. Il popolo aveva già detto di “sì” alle revisioni del 1987, 1999, 2006, 2013. 

Ancorato per lungo tempo nella legge federale sugli stranieri, il diritto di asilo viene regolato dal 1981 da una propria legge, inizialmente molto liberale. Da allora la politica di asilo è stata però resa molto più restrittiva attraverso una dozzina di revisioni della legge. 

Finora tutte queste riforme erano state sostenute da una maggioranza di partiti di centro e di destra. La sinistra si era invece sempre opposta in nome della tradizione umanitaria della Svizzera. È quindi la prima volta che una revisione della legge sull’asilo ottiene il sostegno dei partiti di sinistra e viene combattuta dalla destra. 

Il chiaro “sì” dei votanti non sorprende invece l’UDC. Secondo il deputato argoviese Andreas Glarner, incaricato del dossier migrazione alla Camera del popolo, “il governo ha creato una macchina di propaganda e ingannato il popolo svizzero”. L’UDC dimostrerà però “molto presto” che le nuove procedure d’asilo non sono più rapide, non portano vantaggi e provocano confusione a livello comunale. Glarner ha tracciato un parallelo con gli accordi di Schengen/Dublino: si era detto che non sarebbero costati molto alla Svizzera e oggi “rappresentano un fiasco milionario”.

Centralizzazione e risparmi

La riforma era stata concepita prima della grande ondata migratoria che si è registrata l’anno scorso in tutta Europa e che ha toccato anche la Svizzera: nel 2005 sono state depositate quasi 40’000 domande di asilo, contro le 23’700 inoltrate l’anno precedente. Secondo il governo, le la nuova legge consentirà però di rispondere in modo più efficace alla nuova situazione. La crisi europea sul fronte dell’asilo mostrerebbe infatti l’importanza di procedure accelerate: in tal modo si scoraggerebbero dal venire in Svizzera coloro che non hanno diritto ad una protezione in virtù dello statuto dei rifugiati.

In futuro, le procedure che rientrano nell’accordo di Dublino, ossia per i quali un altro paese è competente, dovrebbero essere regolate in un massimo di 140 giorni. Negli ultimi tempi questi casi corrispondevano a circa il 40% delle domande di asilo. Per quanto riguarda le altre procedure, i casi più semplici (20%) non dovrebbero durare più di 100 giorni, mentre quelli più complessi (40%) dovrebbero essere trattati nel giro di un anno. 

Per realizzare questa riforma è inoltre previsto di centralizzare presso la Confederazione alcuni compiti assunti finora dai Cantoni, che verrebbero così sgravati in parte anche dal profilo finanziario. A tale scopo, un maggior numero di richiedenti l’asilo sarebbero alloggiati in futuro nei centri di accoglienza federali, in modo da riunire sotto lo stesso tutte le persone e le organizzazioni che si occupano della procedura di asilo. La Confederazione intende aprire nuovi centri per ospitare entro pochi anni circa 5000 richiedenti l’asilo, mentre attualmente dispone solo di 1400 capacità. 

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Migliore protezione dei migranti 

È la prima volta che una riforma dell’asilo è stata sostenuta dalla sinistra e dalla maggior parte delle organizzazioni umanitarie che operano per assistere i richiedenti l’asilo. Il loro sostegno è motivato dal fatto che un’accelerazione delle procedure rientra anche nell’interesse dei richiedenti l’asilo, che non rimangono per lungo tempo in attesa di un responso delle autorità. Coloro che ricevono una risposta positiva, possono essere integrati più rapidamente nella società e nel mercato del lavoro. 

Inoltre, la nuova riforma non prevede solo inasprimenti della legge, ma comporta anche un importate miglioramento per quanto riguarda la protezione dei migranti. Per attuare il nuovo sistema di procedure più rapide, rispettando le norme dello Stato di diritto, in futuro i richiedenti l’asilo potranno beneficiare di una rappresentanza legale sin dall’inizio della procedura. In tal modo, i richiedenti possono essere informati meglio sui loro diritti, ma anche sui loro obblighi. 

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Sperimentato per quasi due anni in un centro di Zurigo, questo nuovo sistema avrebbe fornito risultati positivi. Secondo i rapporti presentati da esperti esterni alla Confederazione, la durata delle procedure si è ridotta del 39% rispetto a quella attuale. E sono diminuiti di un terzo anche i ricorsi: essendo meglio informati dai loro rappresentanti legali sulle prospettive di successo o meno della loro domanda, i richiedenti l’asilo sarebbero meno portati a far uso del diritto di ricorso contro una decisione negativa. 

Riforma controproducente 

Proprio la rappresentanza legale figura tra i punti della nuova riforma maggiormente criticati dall’UDC. Il partito di destra ha contestato i rapporti presentati sulla fase test di Zurigo, dicendosi convinto che  i rappresentanti legali faranno solo aumentare i ricorsi e quindi anche i costi del settore dell’asilo. La messa a disposizione di “avvocati gratuiti” ai richiedenti l’asilo costituisce inoltre, a detta dell’UDC, una disparità di trattamento scioccante rispetto ai diritti accordati ai cittadini svizzeri. 

Lo schieramento di destra ha sostenuto inoltre che l’apertura di nuovi centri di accoglienza della Confederazione rappresenta un segnale sbagliato, che rischia soltanto di attirare un maggior numero di migranti. Su questo punto, l’UDC è insorta in particolare contro il nuovo diritto di approvazione dei piani e perfino di espropriazione concesso dalla nuova legge al governo svizzero, il quale potrebbe farne uso per aprire nuovi centri di asilo in caso di contestazioni. Tale competenza calpesterebbe i diritti di proprietà dei privati e la sovranità di Cantoni e Comuni. 

Secondo il comitato referendario, la revisione della legge è totalmente superata e controproducente, tenendo conto della nuova emergenza sul fronte dell’asilo e del fallimento dell’Accordo di Dublino. I problemi nel settore dell’asilo non saranno risolti con procedure più celeri, ma attuando più rapidamente il rinvio dei richiedenti l’asilo che ricevono una risposta negativa. Le basi legali attuali basterebbero per condurre una politica di asilo rigorosa, afferma l’UDC, che ha proposto l’anno scorso di dispiegare l’esercito alle frontiere per impedire ai “rifugiati economici” di entrare in Svizzera. 

La revisione della legge sull’asilo era combattuta anche da un comitato di sinistra, per il quale il 5 giugno non si trattava di votare per o contro il referendum dell’UDC, ma contro un “drammatico inasprimento” del diritto di asilo, che mette ancor più in pericolo la vita dei rifugiati. 

Storica ondata migratoria 

In seguito all’ondata migratoria senza precedenti dal Medio Oriente, circa 1,4 milioni di persone hanno chiesto asilo l’anno scorso nei paesi europei, oltre il doppio rispetto al 2014. In Svizzera sono stati registrati 39’523 nuovi richiedenti l’asilo nel 2015, con un aumento del 66,3% rispetto all’anno precedente. 

La quota di domande di asilo depositate in Svizzera rispetto a quella di tutti i paesi europei è stata del 3% l’anno scorso, il valore più basso dell’ultimo ventennio. Nel 2012, la Confederazione aveva ricevuto l’8,2% delle domande presentate in tutta Europa. 

La Svizzera figura tuttavia ancora al settimo rango tra i paesi con il maggior numero di richiedenti l’asilo rispetto alla popolazione. Nel 2015 sono state presentate 4,9 domande per 1’000 abitanti, mentre la media europea è stata del 2,9 per 1’000. 

Con 9’966 domande, l’Eritrea è stata anche l’anno scorso il principale paese di provenienza dei richiedenti l’asilo in Svizzera. Seguono Afghanistan 7’831, Siria 4’745, Iraq 2388, Sri Lanka 1’878, Somalia 1’253, Nigeria 970.

Contattate l’autore dell’articolo su twitter: @ArmandoMombelliCollegamento esterno

Le nuova legge approvata dal popolo svizzero servirà a far fronte al crescente afflusso di migranti? In che modo la crisi dell’asilo potrà essere risolta?

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