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Un vantaggio che potrebbe non bastare per le iniziative contro i pesticidi

macchina agricola in un campo vista dall alto
Le due iniziative popolari contro l'uso di pesticidi in Svizzera raccolgono per ora il sostegno della maggioranza degli aventi diritto di voto. Keystone / Anthony Anex

Un'esigua maggioranza di svizzeri è favorevole alle due iniziative popolari contro i pesticidi, secondo il primo sondaggio della SSR in vista delle votazioni federali del 13 giugno. Sostegno anche alle leggi sul CO2, contro il terrorismo e sulla gestione della crisi sanitaria.

Il sostegno degli aventi diritto di voto alle due proposte di vietare i pesticidi di sintesi in Svizzera potrebbe non essere sufficiente per superare lo scoglio delle urne.

Secondo il primo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) realizzato a metà aprile dall’Istituto gfs.bern, il 54% degli intervistati è favorevole all’iniziativa ‘Per acqua potabile pulita e cibo sano’. Il 40% è contrario e il 6% è indeciso.

La modifica costituzionale intende porre fine a tutti i sussidi pubblici agli agricoltori che non utilizzano metodi di produzione sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

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I risultati del sondaggio sono molto simili per quanto riguarda l’iniziativa popolare ‘Per una Svizzera senza pesticidi sintetici’. Il 55% degli aventi diritto di voto intervistati si è espresso a favore della proposta, che chiede un divieto assoluto dell’uso di diserbanti, insetticidi e fungicidi sintetici nel settore agricolo svizzero e per uso privato e commerciale. Il 42% è contrario e il 3% è indeciso.

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Non sorprende che le due iniziative agricole creino un significativo divario tra la città e la campagna. Convincono circa due terzi degli elettori nelle aree urbane, più aperti alle preoccupazioni ambientali, mentre i residenti rurali vi si oppongono. I pensionati sono più favorevoli alle due proposte rispetto alle persone di mezza età. Anche gli svizzeri all’estero sono maggiormente propensi alla rinuncia dei pesticidi nella Confederazione.

L’esito delle due votazioni rimane aperto. Tuttavia, l’evoluzione delle opinioni potrebbe seguire lo schema tradizionale delle iniziative popolari: il sostegno alle proposte si erode man mano che la campagna avanza e alla fine le iniziative vengono respinte alle urne.

Verso un sì alla legge sul CO2

La nuova legge per ridurre le emissioni di CO2 ha finora conquistato una maggioranza dell’elettorato. Secondo il primo sondaggio della SSR, il 60% delle persone intervistate è a favore della strategia sviluppata da Governo e Parlamento per il raggiungimento degli obiettivi climatici. Il 35% è contrario e il 5% non ha ancora un’opinione in merito.

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I risultati del sondaggio riflettono le posizioni dei partiti politici su questo tema. L’opposizione alla legge proviene principalmente dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e da gruppi che diffidano del governo.

Gli argomenti dei sostenitori della legge convincono più di quelli degli oppositori. Quasi tre quarti degli intervistati concordano sul fatto che il cambiamento climatico causerà danni significativi e costi elevati se non verranno prese misure più severe per combatterlo. 

Il fronte del ‘sì’ gode al momento di un comodo vantaggio. L’Istituto gfs.bern prevede quindi che la nuova legge sul CO2 verrà probabilmente accettata il 13 giugno.

Per il primo sondaggio demoscopico in vista delle votazioni federali del 13 giugno 2021, l’Istituto gfs.bern ha intervistato 22’732 persone aventi diritto di voto, selezionate su base rappresentativa e in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 19 aprile e il 3 maggio. Il margine di errore statistico è di + /-2,8 punti percentuali.

Ampio sostegno alla legge contro il terrorismo

La nuova legge contro il terrorismo, che suscita controversia anche oltre le frontiere nazionali, è sostenuta dal 67% degli intervistati. Il 24% è contrario e il 9% non sa ancora come voterà.

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In seno a tutti i partiti si delinea una maggioranza favorevole all’introduzione di nuovi strumenti per prevenire gli attacchi terroristici. E questo anche all’interno del Partito socialista e tra gli ecologisti, ufficialmente contrari alla legge. 

Gran parte dei cittadini interrogati (73%) è dell’idea che la polizia dovrebbe dotarsi di mezzi supplementari per combattere il terrorismo. Tuttavia, una lieve maggioranza di intervistati (51%) sostiene anche l’argomento degli oppositori alla legge, secondo cui la legislazione apre la porta a detenzioni arbitrarie e violazioni dei diritti umani.

“Perché il progetto di legge venga respinto, sarebbe necessario un cambiamento di opinione significativo e atipico”, commenta l’Istituto gfs.bern. Tuttavia, l’analisi sottolinea che non è possibile fare una previsione affidabile in questa fase di formazione dell’opinione.

Verso un ‘sì’ alla legge Covid-19

Infine, il 67% degli intervistati è favorevole alla base giuridica della gestione della crisi sanitaria. Il 27% intende votare no e il 6% è ancora indeciso.

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La fiducia nel governo è un fattore decisivo nella formazione dell’opinione su questo tema. Gli oppositori alla legge si trovano soprattutto tra i critici del Consiglio federale, così come in seno all’UDC. Questo risultato non è sorprendente, dato che la destra conservatrice ha ripetutamente criticato la strategia governativa per contrastare la pandemia.

La maggioranza delle persone interrogate, a qualsiasi partito esse appartengano, ritiene che la Svizzera abbia bisogno di una solida base giuridica per poter agire rapidamente di fronte alla pandemia. Sono gli argomenti dei sostenitori della legge a colpire nel segno e ad essere più efficaci.

L’Istituto gfs.bern si aspetta quindi un ‘sì’ il 13 giugno.

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