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L’iniziativa “Moneta intera” appare spacciata

Cartellone contro l iniziativa sulla Moneta intera in un giardino
Nell'ultimo sondaggio SSR/gfs.bern prima del voto, con il 54%, il fronte del no all'iniziativa "Moneta intera" ha ormai la maggioranza assoluta. Keystone

Le banche svizzere possono già esultare: per l’iniziativa "Moneta intera", che propone di riformare radicalmente il sistema monetario elvetico, si preannuncia una bocciatura nel voto popolare del 10 giugno. Stando al 2° sondaggio SSR/gfs.bern, la nuova legge sui giochi d’azzardo sembra invece godere dei favori dell’elettorato.


Se il voto avesse avuto luogo il 20 maggio, l’iniziativa “Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale! (Iniziativa Moneta interaCollegamento esterno)” sarebbe stata respinta, mentre la Legge sui giochi in denaro sarebbe stata approvata, indicano i risultati, pubblicati oggi, del sondaggio condotto dall’istituto di ricerca gfs.bernCollegamento esterno per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR). In altri termini, il popolo svizzero avrebbe aderito alla posizione del governo e del parlamento federali in entrambi i quesiti sottoposti all’esame delle urne.


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Alla resa dei conti

Sul rifiuto popolare dell’iniziativa “Moneta intera”, i ricercatori dell’istituto gfs.bern non hanno praticamente dubbi. Rispetto al primo sondaggio condotto un mese prima, gli oppositori all’iniziativa che chiede che soltanto la Banca nazionale possa emettere sia soldi contanti, sia moneta scritturale, sono aumentati di 5 punti percentuali, mentre i fautori sono diminuiti di un punto.

Con il 54%, il fronte del “no” ha ormai la maggioranza assoluta e anche se tutto quel 12% che al momento dell’indagine demoscopica ha dichiarato di non sapere come voterà il 10 giugno decidesse di mettere un sì nell’urna, non basterebbe per ribaltare il risultato.

Diversamente dal primo sondaggio, quando nella Svizzera latina i sostenitori dell’iniziativa prevalevano sugli oppositori, questi ultimi sono ormai in vantaggio in tutte le regioni linguistiche della Confederazione. Anche se nella Svizzera francese sono quasi in parità – il 41% contro il 40% di sostenitori e il 19% di indecisi – l’evoluzione è sfavorevole all’iniziativa.

Simpatie tra l’elettorato rosso-verde

Promossa da un gruppo di economisti, specialisti di finanza e imprenditori, l’iniziativa non ha l’appoggio di alcun partito politico. Tuttavia, tra l’elettorato dei Verdi, che hanno lasciato libertà di voto, ha il vento in poppa: nel 2° sondaggio SSR/gfs.bern, ben il 64% si è dichiarato a favore e solo il 24% contrario (il 12% ancora indeciso).

Seppur in misura minore, anche in seno all’elettorato del Partito socialista, che la combatte, l’iniziativa attualmente raccoglie più sì che no: il 44% contro il 41% (il 15% ancora indeciso). Tra l’elettorato degli altri partiti, invece è osteggiata, così come tra i senza partito.

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Partita chiusa, o quasi

Persa sembrerebbe la sfida delle sezioni giovanili dei partiti che hanno lanciato il referendum contro la nuova Legge federale sui giochi in denaro (LGDCollegamento esterno). Questa consentirebbe ai casinò svizzeri di offrire i loro giochi anche sul web e al contempo permetterebbe alle autorità elvetiche di fare bloccare l’accesso a tutte le piattaforme di giochi in denaro senza una concessione della Confederazione.

Nel secondo sondaggio SSR/gfs.bern, i sostenitori hanno consolidato il loro vantaggio: sono progrediti di 6 punti rispetto al primo sondaggio raggiungendo il 58%, mentre gli oppositori alla legge hanno perso 2 punti e sono scesi al 37%. Il 5% non sa ancora come voterà il 10 giugno.

Le cifre del secondo sondaggio e l’evoluzione rispetto alla prima indagine demoscopica sembrerebbero indicare che la partita sulla LGD è ormai chiusa. I ricercatori del gfs.bern restano però prudenti: ritengono che un sì il 10 giugno sia “probabile”, ma non assolutamente certo.

Dal sondaggio è infatti emerso che il livello di formazione delle opinioni al momento delle interviste era “eccezionalmente debole”. Questo, tenuto conto anche delle raccomandazioni di votare no da parte di diversi partiti e anche di alcuni giornali, non permette di escludere completamente un calo della proporzione dei sì “se la mobilitazione finale del campo del no si avverasse efficace e persuasiva sul piano degli argomenti”, spiegano gli specialisti dell’istituto bernese.

Sorpresa italofona

Questo spiraglio di speranza per i promotori del referendum è comunque molto tenue. Soltanto uno degli argomenti degli oppositori fa presa su parte dell’elettorato: la cosiddetta “censura di Internet”, denunciata da tutte le sezioni giovanili dei partiti rappresentati in parlamento, ad eccezione dei Giovani popolari democratici. Da solo, tuttavia, questo argomento non basta, puntualizzano i ricercatori del gfs.bern.

I sostenitori della LGD hanno invece tre argomenti che convincono diverse parti dell’elettorato: impedire l’uscita di fondi all’estero, mantenere la sostanza fiscale in Svizzera e il fatto che il referendum è stato sostenuto finanziariamente da società di giochi in denaro online estere. Quest’ultimo argomento mette in cattiva luce i promotori del referendum.

Mentre nel primo sondaggio i consensi per la LGD erano in vantaggio in tutte le regioni linguistiche del paese, nel secondo sondaggio si è registrata una sorprendente inversione di rotta nella Svizzera italiana, dove i no sono balzati dal 38 al 61% e i sì sono crollati dal 62 al 33%. I ricercatori del gfs.bern relativizzano però questo risultato, spiegando che il campione di persone intervistate in questa regione è troppo esiguo per poter determinare se questa posizione critica si manterrà fino al momento del voto.

Nessuna sorpresa invece per il conflitto generazionale: solo nella fascia di età dai 18 ai 29 anni, prevalgono gli oppositori alla LGD: il 55%, contro il 43% di favorevoli e il 2% di indecisi.

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Il sondaggio

Per la seconda indagine demoscopica in vista della votazione federale del 10 giugno 2018, l’istituto gfs.bern, tra il 15 e il 23 maggio, ha intervistato 1411 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.

Il margine di errore è di ±2,7 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, della quale fa parte anche swissinfo.ch.

Gli svizzeri residenti all’estero non possono essere intervistati perché, per motivi legati alla protezione dei dati, i ricercatori del gfs.bern non hanno accesso ai loro indirizzi.

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