La Svizzera boccia d’un soffio l’iniziativa per il matrimonio
Respinta con un risultato estremamente serrato, l’iniziativa "Per il matrimonio e la famiglia" ha tenuto la Svizzera con il fiato sospeso fino all'ultimo, nella votazione popolare odierna. Solo alla fine dello spoglio delle schede in tutti i cantoni, si è potuto conoscere il destino del testo che chiedeva che le coppie sposate non fossero svantaggiate rispetto ai concubini sul piano fiscale e delle assicurazioni sociali.
Il 50.8% dei votanti ha detto no all’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposateCollegamento esterno“, contro il 49,2% di sì. In una votazione caratterizzata da una grande mobilitazione (la partecipazione è stata del 63%), la corsa è stata al cardiopalma anche perché il testo lanciato dal Partito popolare democratico (PPD, centro) ha ottenuto il consenso della stragrande maggioranza dei cantoni. Solo in otto su 26 è stata rifiutata, come si vede nella cartina interattiva.
In una Svizzera spaccata sull’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia”, la più forte opposizione si è registrata a Basilea Città, con il 60,5% di no, mentre il maggior sostegno si è avuto nel Giura con 60,1% di sì. In molti cantoni il divario tra fautori ed avversari si aggira solo attorno a un punto percentuale.
Oggi penalizzati i doppi redditi elevati
In Svizzera circa 80mila coppie – pari a più o meno il 5% di tutte le coppie sposate – oggi sono fiscalmente penalizzate a livello federale per il fatto di essere coniugate o in unione domestica registrata (unione civile). Questo perché nel calcolo delle imposte, i redditi delle coppie sposate o in unione civile sono cumulati, mentre i concubini sono tassati individualmente.
A causa della progressività dell’aliquota d’imposizione, una coppia con doppio reddito elevato paga un’imposta federale diretta superiore se sposata che in concubinato. La deduzione per coniugi e la deduzione maggiorata per doppio reddito per le coppie sposate permettono infatti di eliminare la disparità di trattamento per la stragrande maggioranza dei coniugi e dei partner in unione civile con doppio reddito, ma non per quelli che superano un certo livello di reddito netto. Globalmente, però, gran parte delle coppie sposate o in unione domestica registrata paga meno imposte che se vivesse in concubinato.
L’iniziativa lanciata dal PPD, tra i grandi partiti era sostenuta anche dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), mentre tutti gli altri la combattevano. Governo e parlamento raccomandavano di respingerla.
Benché tutti fossero d’accordo sul principio di non discriminazione in base allo statuto civile, il testo era stato rifiutato dalla maggioranza del parlamento, perché il nuovo paragrafo dell’articolo 14 della Costituzione federale sul diritto al matrimonio e alla famiglia proposto dall’iniziativa conteneva due elementi fortemente contestati.
Matrimonio solo tra uomo e donna
Il primo era l’introduzione nella Costituzione federale la definizione del matrimonio, quale “durevole convivenza, disciplinata dalla legge, di un uomo e di una donna”. Concretamente ciò avrebbe chiuso la porta del matrimonio a gay e lesbiche.
Disparità anticostituzionale
La questione della cosiddetta “penalizzazione fiscale” del matrimonio rispetto al concubinato tiene banco da decenni in Svizzera. Risale al 1984 una sentenza della Corte suprema che ha stabilito che un’imposta per una coppia sposata è anticostituzionale se supera del 10% l’importo a cui ammonterebbe se la coppia convivesse senza essere maritata.
In seguito a quella sentenza, tutti i Cantoni hanno adottato correttivi – quali per esempio lo splitting completo o parziale, aliquote diverse, deduzioni o ribassi – per sgravare fiscalmente i coniugi e i partner omosessuali in unione domestica registrata.
A livello di Confederazione invece tutte le proposte di riforme dell’imposizione fiscale sono naufragate.
La seconda definizione molto osteggiata era che, “dal punto di vista fiscale, il matrimonio costituisce una comunione economica”. Ciò avrebbe sbarrato la strada all’imposizione individuale, caldeggiata da più parti, quale mezzo per trattare tutti in modo equo.
Secondo i popolari democratici, invece, la tassazione individuale comporterebbe un imponente carico amministrativo supplementare e un lungo iter legislativo. Perciò reclamano altri tipi di correttivi – per esempio lo splitting completo o parziale, aliquote diverse, deduzioni o ribassi – per sgravare fiscalmente i coniugi e i partner omosessuali in unione domestica registrata.
Tutti soddisfatti, ora si riparte per le riforme
Nonostante il rifiuto popolare del testo del PPD, l’iniziativa – soprattutto alla luce del risultato – potrebbe avere definitivamente aperto la strada alla parificazione fiscale tra coppie sposate e concubini anche a livello federale.
In una conferenza stampa, al termine del conteggio dei voti, il ministro svizzero delle finanze Ueli Maurer ha infatti sottolineato che è compito del governo federale realizzare una tassazione del matrimonio costituzionale. Egli ha anche ricordato che del resto l’esecutivo elvetico ha già intrapreso passi in tale direzione.
Nonostante la sconfitta sul filo di lana, i promotori dell’iniziativa sono soddisfatti. Per il PPD giurassiano Charles Juillard, neopresidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, l’esito della votazione è stato “migliore del previsto”, considerando la coalizione dei contrari. La disparità di trattamento tra coppie sposate e coppie conviventi “malauguratamente non è stata cancellata”. Ma avere ottenuto la maggioranza dei cantoni è “un vero successo”. Secondo il vicepresidente del partito, Dominique de Buman, ha pesato la nozione di matrimonio, ma il risultato è “straordinario” e ora liberali radicali e sinistra devono proporre qualcosa per risolvere la disparità di trattamento fiscale.
Il Partito socialista si è detto “sollevato”. Viene così dato il via libera alla tassazione individuale, più equa per tutti, senza privilegi, ha dichiarato Géraldine Savary, vicepresidente del partito, secondo cui la riforma voluta dal PPD avrebbe provocato un buco di 2,3 miliardi di franchi nelle casse della Confederazione. Stesso tono da parte del “ministro” delle finanze vodese, il liberale radicale Pascal Broulis.
Grande soddisfazione anche da parte dell’Organizzazione svizzera delle lesbiche (LOS) e della Federazione dei gay (Pink Cross), secondo cui il matrimonio, in uno Stato liberale, dovrebbe essere aperto a tutti.
Iniziative gemelle
Insieme all’iniziativa su cui si è votato oggi, il Partito popolare democratico aveva lanciato anche quella denominata “Sostenere le famiglie! Esentare dalle imposte gli assegni per i figli e gli assegni di formazione”. Quest’ultima era già stata sottoposta a votazione popolare l’8 marzo 2015: è stata bocciata dai tre quarti dei votanti e da tutti i Cantoni.
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