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Perché le casse del tesoriere svizzero sono piene

Immagine di Paperon de Paperoni che si tuffa nei soldi.
Il ministro svizzero delle finanze custodisce il tesoro della Confederazione quasi come fa Paperon de Paperoni con i suoi soldi. Disney / Keystone

Mentre nella maggior parte dei paesi il deficit statale cresce di anno in anno, la Confederazione sembra navigare nell'oro. Nel 2018 potrebbe risultare un'eccedenza di 2,5 miliardi di franchi. Anche per il 2019 sono previsti avanzi per miliardi di franchi. "La Svizzera non è solo figlia della fortuna. Ha svolto i suoi compiti", dice un professore di economia dell'università di Losanna.

Con una spesa di 72 miliardi di franchi, la bozza di bilancio del governo svizzero per il 2019 prevede un avanzo di circa 1,2 miliardi di franchi. È altamente probabile che alla fine dell’anno, come negli anni precedenti, si verifichi un’eccedenza nettamente superiore a quanto preventivato.

Foto formato passaporto di Marius Brülhart.
Marius Brülhart, professore di economia presso l’Università di Losanna, ha insegnato in precedenza presso le Università di Dublino e Manchester. Université de Lausanne

Il tesoriere svizzero è probabilmente invidiato dalla maggior parte dei suoi omologhi europei per questa situazione finanziaria così agiata. Ciò nonostante, il ministro delle finanze Ueli Maurer si oppone all’aumento della spesa pubblica nell’attuale dibattito parlamentare sul bilancio.

Il fatto che la Svizzera abbia avuto le sue finanze sotto controllo per anni non è solo una questione di fortuna, dice Marius Brülhart, professore di economia all’università di Losanna.

swissinfo.ch: La Svizzera è considerata la campionessa europea del risparmio. Può esserne orgogliosa?

Marius Brülhart: Non si tratta tanto di risparmiare quanto di mantenere puliti i conti dello Stato. La Svizzera in realtà non lo sta facendo male e può esserne un po’ orgogliosa.

swissinfo.ch: Mentre il debito pubblico medio dei 28 Stati membri dell’UE supera l’80% del prodotto interno lordo (PIL), in Svizzera è solo del 30% circa. Cosa rende la Svizzera più virtuosa degli altri paesi?

M. B.: La Svizzera da un lato si comporta molto bene – ha una disciplina di bilancio e un’economia forte – e dall’altro ha la fortuna di poter offrire, come piccolo paese al centro dell’Europa, attraenti condizioni in termini di tassazione e di sistema. Essa genera quindi un elevato gettito fiscale che, quando è particolarmente fiorente, rende facile avere un bilancio in pareggio.

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Ma non siamo solo fortunati. Abbiamo fatto i nostri compiti. La ripartizione della sovranità di bilancio tra tre livelli di governo – la politica fiscale non è definita solo a livello federale, ma anche, in larga misura, a livello cantonale e comunale – contribuisce a mantenere i bilanci sani. E abbiamo un freno all’indebitamento.

swissinfo.ch: Questo freno all’indebitamento è stato introdotto nel 2003 per evitare situazioni di squilibrio finanziario dello Stato e un aumento dell’indebitamento. A quanto pare funziona?

M. B.: Sembra essere un modello di successo. È stato imitato anche da altri Stati. È ancora possibile migliorarne alcuni dettagli.

swissinfo.ch: Secondo i criteri dell’UE, il debito non dovrebbe superare il 60% del PIL. Tuttavia questa quota viene superata da moltissimi Stati membri dell’UE. Quali rischi corrono questi paesi con il loro elevato indebitamento?

M. B.: Il 60% è un limite arbitrario. Ma occorre fare attenzione e mantenere il debito al minimo. Non è possibile generalizzare l’ordine di grandezza al di sopra del quale diventa critico. Questo dipende molto dalle circostanze dei singoli paesi. Il Giappone ha un debito superiore al 200% del PIL e tuttavia non ha ancora incontrato serie difficoltà.

Molto dipende anche dal tipo di valuta, propria o estera, in cui un paese è indebitato. Si tratta di un problema nell’UE, dove l’euro costringe i paesi a sostenere il proprio debito in valuta forte e gli adeguamenti dei tassi di cambio non possono essere d’aiuto.

Conclusione: i debiti elevati sono più o meno problematici a seconda delle circostanze. Ma gli esperti concordano sul fatto che la Svizzera ha i conti in ordine.

swissinfo.ch: Eppure, il ministro delle finanze svizzero è seduto sulle casse dello Stato come Paperon de Paperoni sul suo gruzzolo d’oro…

M. B.: Deve stare attento nonostante la posizione relativamente comoda. Non c’è solo l’indebitamento finanziario esplicito dello Stato, ma anche un indebitamento implicito, cioè i debiti attesi di cui si è a conoscenza.

Grazie all’evoluzione demografica, ad esempio, è già possibile prevedere che in futuro il bilancio nazionale svizzero dovrà far fronte a spese supplementari – in relazione all’AVS [Assicurazione vecchiaia e superstiti]. Devono essere presi in considerazione anche i debiti impliciti, vale a dire quelli che non figurano nel bilancio.

swissinfo.ch: Tutti gli Stati si indebitano, persino la Svizzera, prima della classe. Chi è indebitato consuma oggi, ma paga solo in futuro e, in ultima analisi, paga di più con i tassi d’interesse. Non sarebbe nell’interesse dei contribuenti se lo Stato non facesse debiti?

M. B.: No, economicamente un certo debito pubblico è assolutamente ragionevole. Se, come famiglia privata, non voglio aspettare di comprare una casa fino all’età pensionabile, posso indebitarmi. Una cosa simile accade con lo Stato. Per finanziare gli investimenti, è perfettamente sensato dal punto di vista economico che lo Stato s’indebiti. E ai mercati finanziari si possono offrire titoli di Stato come strumento di investimento sicuro.

swissinfo.ch: Chi stipula un mutuo ipotecario per comprare una casa presuppone che in futuro andrà sempre meglio dal punto di vista economico. Anche gli Stati possono supporre, con la coscienza tranquilla, che le loro economie andranno sempre bene?

M. B.: La popolazione cresce, l’attività economica è in costante aumento. Finché il tasso di crescita del PIL sarà superiore al tasso di interesse, l’indebitamento diminuirà automaticamente.

In alcuni paesi si è potuto osservare un grosso deficit che ha fatto lievitare il debito sul lungo periodo. Ma in Svizzera questa tendenza non si nota.

swissinfo.ch: È proprio così. Dal 2010 la Confederazione ha prodotto eccedenze per oltre nove miliardi di franchi. Cosa ne sarà di questi soldi? Lei dice che ridurre ancora di più il debito non sarebbe vantaggioso. Occorre quindi abbassare le tasse o spendere di più?

M. B.: Queste sono questioni politiche. Come economista, vorrei solo parlare di come gestire gli avanzi ricorrenti. Sono giunto alla conclusione che una parte importante di tali eccedenze è il risultato di un normale processo amministrativo. Il motivo: le singole unità amministrative fanno previsioni di bilancio generose e, una volta che le spese sono state effettuate, queste risultano inferiori del previsto.

Quando si gestisce un bilancio, alla fine del periodo contabile, è molto meno complicato dover restituire dei soldi che sforare il bilancio stesso. Questo meccanismo di gestione si traduce in un’eccedenza contabile alla fine, anche se il bilancio iniziale era in pareggio.

swissinfo.ch: Come si può correggere questa situazione?

M. B.: Non credo che sia un problema tecnico o giuridico. La stessa logica con cui le compagnie aeree riempiono i loro aerei oltre il limite, perché quasi sempre alcuni passeggeri non si presentano, nonostante abbiano pagato il biglietto, potrebbe essere applicata al freno all’indebitamento. Si potrebbe quindi incorporare un fattore di correzione lungimirante nel bilancio, sapendo che ci sarà una certa eccedenza. Questa eccedenza, che ammonta a 0,5-1 miliardo di franchi all’anno, potrebbe essere utilizzata, ad esempio, per finanziare le riforme fiscali.

(Traduzione dal tedesco: Mattia Lento)

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