Bambini collocati di forza obbligati a lavorare nei campi del canton Berna nel 1940.
Paul Senn/Kunstmuseum Bern
Dopo la Camera del popolo, anche quella dei cantoni ha accettato giovedì la proposta di un indennizzo finanziario per i bambini vittime di collocamenti forzati. Per il risarcimento è previsto di stanziare una somma di 300 milioni di franchi. In seguito a questa decisione del parlamento, i promotori di un’iniziativa popolare che chiedeva appunto un indennizzo hanno deciso di ritirare il loro testo.
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Mi occupo essenzialmente della traduzione, la revisione e la pubblicazione degli articoli di SWI swissinfo.ch. Scrivo anche rassegne stampa e articoli originali dedicati a tematiche tipicamente svizzere.
Dopo gli studi in storia e scienze delle religioni, ho intrapreso la carriera giornalistica presso Radio Fribourg. Dopo un periodo presso l’Agenzia telegrafica svizzera, sono arrivato a SWI swissinfo.ch nel 2000. Per molto tempo sono stato attivo come specialista di politica federale per dedicarmi in seguito a temi storici. Più di recente, mi occupo della traduzione, della revisione e della pubblicazione degli articoli.
La pratica, giudicata oggi scandalosa, si è protratta fino al 1981. Le autorità hanno sottratto decine di migliaia di bambini poveri ai loro genitori, su pretesto che la loro famiglia era ai margini della società. Il destino di questi bambini collocati presso altre famiglie è stato spesso tragico: lavoro forzato, reclusione, sevizie o addirittura sterilizzazione.
Un’iniziativa popolareCollegamento esterno depositata nel 2014 da un comitato interpartitico chiedeva la creazione di un fondo di 500 milioni di franchi per risarcire le vittime e di intraprendere ricerche storiche per fare piena luce su questa vicenda.
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(SRF/swissinfo.ch)
Il parlamento ha accettato entrambe le richieste. Tuttavia ha limitato la somma stanziata per il fondo a 300 milioni. Ciò rappresenta un risarcimento individuale compreso in media tra 20’000 e 25’000 franchi. Potranno avervi diritto le persone che sono state colpite personalmente e gravemente da un collocamento forzato.
Gli autori dell’iniziativa hanno definito la decisione «accettabile» e hanno indicato di voler ritirare il loro testo. “Non abbiamo paura di sottoporre la nostra proposta al voto popolare, ma ci vorrebbero diversi anni prima che l’iniziativa possa avere effetto”, ha detto Joachim Eder.
Altri senatori anche elogiato l’iniziativa come strumento di democrazia diretta, e un mezzo per fare pressione sulle autorità affinché agirscano. “Senza la pressione iniziativa popolare è difficile immaginare che le vittime ora avrebbero potuto beneficiare di una compensazione finanziaria concreta”, ha detto il senatore Paul Rechsteiner.
Anche Werner Hösli, l’avversario solitario giovedi alla Camera dei Cantoni, ha descritto l’iniziativa popolare come un metodo legittimo di combattere per una causa.
Se non sarà lanciato un referendum contro la disposizione del parlamento, i primi indennizzi potranno essere versati già dall’aprile 2017.
Esprimendosi davanti ai senatori, che hanno accettato il controprogetto all’iniziativa per 36 voti contro 1, la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha ricordato che questa decisione permetterà di riconoscere l’ingiustizia commessa nei confronti delle vittime dei collocamenti forzati.
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Nel novembre 2015, la trasmissione d’approfondimento della RSI Falò aveva dedicato ampio spazio alla tematica dei cosiddetti ‘bambini ombra’, in particolare per capire qual era stata la situazione in Ticino. Qui potete rivedere la trasmissione e il documentario “Cresciuti nell’ombra” di Saverio Snider:
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