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Diritti popolari, una medicina per la… medicina

Risanare il sistema sanitario con la democrazia diretta: un'iniziativa come terapia intensiva per la medicina di famiglia Keystone

Lanciata e depositata nel giro di sei mesi, con oltre 200mila firme: la prima iniziativa popolare promossa da una categoria professionale - i medici di famiglia - avanza a passo trionfale. Un intervento d'emergenza per evitare alla Confederazione una carenza di medici di base.

Due ambulanze giungono dinanzi all’entrata della Cancelleria federale a Berna. Medici di famiglia e pazienti di ogni età sono improvvisati barellieri che trasportano su lettighe le scatole contenenti 202’256 firme raccolte.

Lo spettacolo inscenato giovedì per il deposito dell’iniziativa “Sì alla medicina di famiglia” era fortemente simbolico. I promotori hanno così voluto sottolineare l’urgenza d’intervenire per salvare la Svizzera da una grave penuria di medici di base.

Un pericolo incombente che i medici di famiglia elvetici avevano segnalato già nel 2006. Era il 1° aprile, quando i camici bianchi “invasero” la Piazza federale a Berna per protestare e cercare di smuovere le acque a livello politico. Allora consegnarono una petizione munita di 300mila firme.

Il 1° aprile fu decretato giornata nazionale della medicina di famiglia. Negli anni seguenti i medici di questa categoria, puntualmente alla stessa data, continuarono a mobilitarsi per ottenere l’adozione di provvedimenti volti a rivalutare la professione.

Dalle parole ai fatti

Invano, poiché in tutti questi anni i medici di famiglia “sono stati presi per il naso”, ha detto martedì in una conferenza stampa il presidente del comitato d’iniziativa e professore di medicina all’università di Basilea Peter Tschudi. Ma ora i diretti interessati hanno detto basta: non consentiranno più che si meni il can per l’aia.

Avendo ottenuto solo “tante promesse mai mantenute” da autorità sanitarie, governo e parlamento federali, i medici di famiglia hanno deciso di “prendere in mano il proprio destino”, ha spiegato Tschudi. Non godendo dell’appoggio istituzionale, si sono appellati a quello popolare.

Una mossa azzeccata, vista la valanga di sottoscrizioni in tempi record. I promotori hanno così vinto la loro prima sfida. Il 1° ottobre 2009 quando avevano lanciato l’iniziativa avevano infatti annunciato di volerla depositare il 1° aprile 2010 in occasione della giornata della medicina di famiglia.

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Iniziativa popolare

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Malsanità

“È l’ultimo tentativo di cambiare la rotta di un sistema sanitario che sta andando verso una medicina a diverse velocità”, ha detto a swissinfo.ch Franco Denti, vicepresidente del comitato d’iniziativa e presidente dell’Ordine dei medici del canton Ticino.

I medici di famiglia ritengono di essere vittima di una politica sanitaria sbagliata, al cui centro sono stati messi i costi, facendo perdere di vista i valori sociali. Invece, “al centro della medicina di famiglia c’è l’essere umano. Un valore etico che non può andare perso”, rileva il dottor Denti.

Il medico ticinese paragona il sistema sanitario elvetico alla Posta svizzera: quello che per generazioni è stato un servizio pubblico efficiente garantito su tutto il territorio della Confederazione, nell’ultimo decennio è stato duramente malmenato.

Un sistema sanitario esemplare di cui i medici di famiglia erano “il pilastro portante”. Poi, in una società ormai incentrata sull’efficienza economica e tecnologica, “tutte le misure prese negli ultimi dieci anni, sono andate contro la nostra bella professione”, afferma il dottor Denti.

Sotto il segno della burocrazia

Primo fra tutti i mali, il TarMed, ossia il tariffario per la rimunerazione delle prestazioni rimborsate dall’assicurazione malattie obbligatoria (LAMal), introdotto dal 2004 in Svizzera, il cui obiettivo era di eliminare le disparità fra le varie specializzazioni mediche e fra le regioni. Un obiettivo completamente mancato, hanno ribadito all’unisono i promotori dell’iniziativa.

Non solo le disuguaglianze sono rimaste, ma i medici lamentano l’enorme burocrazia che questo sistema comporta. Con il TarMed è stato introdotto “il lavoro a cottimo dei medici, tutti, non solo quelli di famiglia”, lancia Franco Denti.

Forti del sostegno popolare ottenuto nella sottoscrizione dell’iniziativa, i promotori ora sono convinti di avere in mano la carta giusta per imprimere una svolta. “Ci presentiamo con una proposta concreta e costruttiva” per assicurare il ricambio generazionale dei medici di famiglia, facendo in modo che i giovani “si sentano di nuovo attratti da questa professione, si possano formare e la esercitino” in ogni angolo del paese, ha dichiarato il vicepresidente del comitato d’iniziativa François Héritier.

L’ottimismo dei medici di famiglia non deriva comunque solo dal massiccio appoggio dei pazienti all’iniziativa. Sul fronte politico mercoledì hanno creato un comitato di sostegno che ha immediatamente ottenuto l’adesione di oltre 50 parlamentari federali, rappresentanti di tutti i partiti e di tutte le regioni linguistiche.

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Assicurazione malattia di base

Questo contenuto è stato pubblicato al Dal 1996, con l’entrata in vigore della Legge sull’assicurazione malattia (LAMal), ogni persona che abita in Svizzera ha l’obbligo di sottoscrivere individualmente un’assicurazione malattia di base che copre un determinato catalogo di prestazioni. La gestione è affidata al settore privato. L’assicurato può scegliere liberamente l’assicuratore, il quale deve accettarlo a prescindere dalla sua età e…

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Il futuro ci dirà

Inoltre è cambiato il ministro della sanità: Didier Burkhalter si è mostrato più aperto del predecessore Pascal Couchepin, con il quale i medici da anni avevano forti tensioni, ha ricordato il dottor Héritier. Anche l’avvicendamento alla testa dell’Ufficio federale della sanità pubblica, che dal 1° gennaio di quest’anno è diretto da Pascal Strupler, secondo Héritier, si iscrive in un nuovo corso di relazioni più distese.

La Federazione dei medici svizzeri (FMH), di cui sono membri sia i generalisti che gli specialisti, sostiene l’iniziativa. L’organizzazione condivide gli obiettivi perseguiti, così come la necessità di un aumento della rimunerazione delle prestazioni dei medici di famiglia. Quest’ultima non dovrà tuttavia avvenire a scapito delle altre specialità, ha avvertito la FMH.

Resta dunque da decidere chi dovrà pagare la fattura. Per ora l’organizzazione degli assicuratori malattie Santésuisse non si sbilancia. Le rimunerazioni fra generalisti e specialisti sono ancora lungi dalla parità, ma l’equilibrio non dev’essere raggiunto sulle spalle di coloro che pagano i premi, si è limitato a dire il portavoce Felix Schneuwly, contattato dall’agenzia stampa Ats. Santésuisse si dichiara “aperta a una discussione sulle prestazioni di cure”.

Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

L’iniziativa popolare “Sì alla medicina di famiglia” chiede l’introduzione di un nuovo articolo nella Costituzione federale che impone a Confederazione e Cantoni di promuovere la medicina di famiglia, garantirne l’accesso a tutti in tutto il paese, assicurarne la formazione universitaria e il perfezionamento professionale e agevolarne l’esercizio.

Prima di essere sottoposto alla votazione popolare, il testo sarà discusso dal governo e dal parlamento, che formuleranno le loro raccomandazioni.

I promotori sarebbero disposti a ritirare l’iniziativa, rinunciando dunque ad ancorare il testo nella Costituzione, se le loro rivendicazioni fossero nel frattempo soddisfatte per via legislativa.

Secondo la statistica della FMH, per la prima volta nel 2009 in Svizzera è stata superata la soglia dei 30mila medici. Con 30’166 medici che esercitano, si è registrato un aumento dell’1,7% rispetto al 2008.

Il 52,7% è attivo nel settore ambulatoriale, il 45,7% in quello ospedaliero e l’1,6% in altri settori (periti, ecc.).

L’età media dei liberi professionisti è di 52 anni, quella dei medici negli ospedali di 42.

Quella dei medici di famiglia è di 57 anni. Entro il 2016, la metà dei medici di famiglia avrà raggiunto l’età di pensionamento. Una proporzione che salirà ai tre quarti nel 2021.

Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, un paese deve disporre di un medico generalista ogni mille abitanti per assicurare il corretto funzionamento delle cure di base.

In Svizzera questo rapporto non solo non è mai stato raggiunto, ma addirittura ci si sta allontanando.

Dopo aver raggiunto il livello più alto nel 2000 con lo 0,67 per mille, questa proporzione si è progressivamente abbassata. Nel 2006, anno più recente di cui si dispongono le statistiche, si collocava allo 0,61 per mille.

Nello stesso periodo la quota dell’insieme dei medici è invece salita dall’1,93 al 2,08 per mille. L’evoluzione al rialzo è stata determinata dall’aumento della densità degli specialisti, passata dall’1,26 all’1,47 per mille.

Secondo uno studio pubblicato dalla FMH, nel 2006 il reddito lordo annuo medio dei medici indipendenti era di 208’755 franchi . Fra le varie categorie c’erano grosse differenze. Si andava così dai 110’208 franchi dei pedopsichiatri fino ai 427’974 franchi dei neurochirurghi. I generalisti si collocavano nella parte bassa della scala salariale con una media di 193’412 franchi. Meno di loro, oltre ai pedopsichiatri, guadagnavano psichiatri, neurologi e pediatri.

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