“Chi ha paura di non essere rieletto non dovrebbe fare politica”
Nelle elezioni del Consiglio federale dell’11 dicembre la presidente dei Verdi Regula Rytz tenterà di conquistare il primo seggio ecologista. A spese di chi? Lo scranno che traballa di più è quello del ministro degli esteri. Una sua mancata rielezione è però improbabile, dice il politologo Michael Herrmann.
Dalle elezioni in ottobre i Verdi sono la quarta forza in parlamento. Ora vogliono avere il loro spazio anche in governo. I partiti di centro e di destra si oppongono alla rivendicazione degli ecologisti. Entrambe le parti si richiamano alla cosiddetta “formula magica” (vedi riquadro), che dal 1959 è servita da chiave di ripartizione dei seggi in governo. Il politologo Michael HermannCollegamento esterno propende per una soluzione più flessibile.
swissinfo.ch: Regula RytzCollegamento esterno, una politica molto popolare, vuole entrare in governo. La sua candidatura è legittima?
Michael Hermann: Assolutamente. Ci sono motivi validi per una candidatura ecologista. Da una parte in base alla forza elettorale dei Verdi, ma anche perché sono riusciti a conquistare cinque seggi nel Consiglio degli Stati. Finora un seggio in governo è stato loro negato anche con l’argomento che disponevano di una delegazione significativa solo nel Consiglio nazionale.
swissinfo.ch: E chi dovrebbe fare spazio?
M. H.: La situazione attualmente più criticabile è la seguente: i partiti borghesi di destra, vale a dire il Partito liberale radicale e l’Unione democratica di centro, non hanno una maggioranza dei seggi in parlamento. Ma in governo, con i loro quattro seggi, possono decidere senza l’appoggio di altri partiti.
Il predominio UDC-PLR nel Consiglio federale è però un’eccezione. Dal 1959, quando la formula magica fu introdotta, il Partito popolare democratico, rappresentante del centro, è stato quasi sempre l’ago della bilancia. Poteva creare delle maggioranze alternativamente con il PLR e l’UDC o con il Partito socialista.
La formula magica è ancora adeguata?
Quant’è importante la cosiddetta formula magica per la composizione partitica del governo? Le opinioni di media e politici divergono. I sette membri del governo federale furono eletti per la prima volta nel 1959 in base alla seguente chiave di ripartizione: 2 PLRCollegamento esterno, 2 PPDCollegamento esterno, 2 PSCollegamento esterno e 1 UDCCollegamento esterno.
L’inventore della formula, l’allora segretario generale del PPD Martin Rosenberg, legittimò lo strumento affermando che attraverso “questa cooperazione basata sulla forza elettorale dei grandi partiti tutte le forze politiche [sono] mobilitate per il bene del popolo e del paese”.
La formula ha retto per circa 40 anni. Ma i cambiamenti nella forza dei partiti hanno condotto nel 2003 a un suo adattamento. La formula 2, 2, 2, 1 è rimasta, ma l’UDC, diventata il partito più forte, ottenne un secondo seggio a scapito del PPD.
Alcuni osservatori politici ritengono oggi che la formula non sia più adeguata. Non c’è però ancora un consenso sulle possibili alternative.
swissinfo.ch: Tenendo conto della volontà degli elettori, i Verdi avrebbero diritto a un seggio in governo, oppure no?
M. H.: Se si considera in modo isolato la forza elettorale, si può dire di sì. Ma la formula magica non è una chiave di ripartizione basata su semplici equazioni matematiche. Offre solo una prospettiva.
Anche il PS ha perso molti elettori. Il PS e i Verdi fanno spesso una politica molto simile. Ci si può quindi porre la questione se il campo rosso-verde abbia davvero diritto a tre seggi.
swissinfo.ch: Come spiega ai molti giovani elettori del Partito ecologista, preoccupati per il cambiamento climatico, che il loro partito non può ottenere ora un seggio in governo, ma dovrà attendere quattro anni, sempre che i Verdi confermino la loro forza elettorale?
M. H.: L’attuale modo di pensare è caratterizzato dalla volontà di conservare il potere. La Svizzera rimane un paese molto stabile, ma gli equilibri elettorali sono soggetti a cambiamenti più frequenti. Molti votanti scelgono – a seconda dei temi d’attualità – una volta la destra e l’altra volta la sinistra o gli ecologisti.
L’argomento secondo cui bisogna aspettare quattro anni mi sembra discutibile dal punto di vista democratico. Il campo ecologista è forte in questa legislatura e vuole avere ora la possibilità di partecipare alle discussioni.
swissinfo.ch: I rappresentanti dei partiti storici dicono che i membri del governo in carica dovrebbero essere rieletti. Cosa ne pensa?
M. H.: Un sistema più flessibile, capace di reagire alle opinioni attuali dell’elettorato, mi sembrerebbe più corretto.
O si mette un freno all’abitudine incivile di programmare in modo strategico le dimissioni dei membri del governo in carica nel corso della legislatura oppure si accetta che i consiglieri federali non siano rieletti.
swissinfo.ch: Quali sono gli argomenti contro una mancata rielezione in una democrazia?
M. H.: Chi ha paura di non essere rieletto non dovrebbe fare politica. La funzione non dovrebbe dipendere solo dai propri progetti di vita, ma deve lasciare aperta anche la possibilità di una fine non prevista.
Non si tratta del resto di mettere tutto a soqquadro, si sta parlando al massimo di un seggio.
swissinfo.ch: Ma anche quell’unico seggio non appare davvero a rischio o pensa che ci sarà una sorpresa?
M. H.: Se bisogna credere alle dichiarazioni, la ripartizione dei seggi rimarrà immutata. Né i politici dell’UDC né quelli del PLR voteranno contro i propri rappresentanti in governo. E la maggioranza dei parlamentari del PPD non vuole contribuire a privare del seggio un consigliere federale eletto. Rytz sembra non poter contare neppure su tutti i voti dei Verdi liberali e del PS.
swissinfo.ch: Le possibilità dei verdi sono limitate, ma si tratta di un voto a scrutinio segreto. Quale dei consiglieri PLR in carica deve preoccuparsi di più?
M. H.: Il ministro degli esteri Ignazio CassisCollegamento esterno. Si tratta soprattutto di una questione di popolarità. La ministra della giustizia Karin Keller SutterCollegamento esterno ha una posizione più consolidata nel collegio. Quel che protegge Cassis è il suo statuto di unico rappresentante della Svizzera italiana.
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