I Cantoni cominciano a tirare il freno a mano
Da alcuni anni i Cantoni della Svizzera centrale si sono lanciati in una forte competizione per offrire le tariffe d’imposizione più basse. Negli ultimi tempi però alcuni s’interrogano sulle conseguenze finanziarie e sociali di questa sfrenata concorrenza fiscale.
I Cantoni della Svizzera centrale non sono solo dei paradisi naturali: laghi, montagne innevate, paesaggi incontaminati. Nell’ultimo decennio sono diventati anche dei “paradisi fiscali”, in cui i redditi dei contribuenti e i guadagni delle aziende vengono tassati con aliquote alquanto moderate. A tal punto, da attirare sempre più imprese e cittadini europei. E da suscitare il malcontento dell’Unione europea, che si lamenta non solo delle pratiche fiscali di questi Cantoni, ma anche della Svizzera in generale.
La corsa verso le tariffe più basse sta sollevando da diversi anni non poche critiche anche da parte degli altri Cantoni, che subiscono i contraccolpi della crescente concorrenza fiscale. Negli ultimi tempi perfino all’interno di questi paradisi fiscali si sono levate voci critiche.
A rilanciare la discussione, alla fine dell’anno scorso, è stato Othmar Reichmuth, membro del governo del Canton Svitto. Chiedendo sulla stampa “cosa vogliamo veramente?”, il rappresentante del Partito popolare democratico ha evidenziato gli effetti collaterali dei tagli fiscali: un numero di abitanti aumentato del 49% nel giro di 30 anni, oltre 3000 autovetture in più ogni anno, strade intasate e trasporti pubblici saturi dalla mattina alla sera, canoni di affitto e premi di assicurazione in continua crescita.
Othmar Reichmuth ha risposto lui stesso alla sua domanda: “Non abbiamo bisogno di autostrade a sei piste, né di manager con stipendi esorbitanti e neppure di stranieri che beneficiano di un trattamento preferenziale da parte del fisco”. Le sue dichiarazioni hanno scosso l’opinione pubblica nella Svizzera centrale, dove i tagli fiscali cominciano a creare una certa preoccupazione.
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Una conferma è giunta in dicembre dalla città di Lucerna: gli abitanti hanno accettato in votazione di aumentare di tre punti le imposte. In seguito ai tagli fiscali adottati alcuni anni fa a livello cantonale, le casse comunali hanno cominciato ad accumulare disavanzi. La proposta di aumentare le imposte è stato sostenuta da tutti i partiti, ad eccezione dell’Unione democratica di centro (destra nazionalista).
Da un giorno all’altro, Othmar Reichmuth è diventato, suo malgrado, la figura simbolica di un certo malcontento. Da un sondaggio realizzato dal quotidiano “Bote der Urschweiz” (letteralmente “Il messaggero della Svizzera primitiva”) è emerso che il 57% dei cittadini di Svitto considerano una “maledizione” la crescita demografica provocata negli ultimi anni dagli incentivi fiscali. Appena quattro anni fa il 55% degli interrogati la ritenevano invece una “benedizione”.
È vero che la crescita della popolazione è stata particolarmente forte in questi ultimi tempi. Nella Svizzera centrale (Svitto, Lucerna, Nidvaldo, Obvaldo, Uri e Zugo) il numero degli abitanti è aumentato di quasi il 40% dal 1972, secondo l’Ufficio federale di statistica. A livello svizzero, la crescita è stata più forte soltanto nella regione del Lago Lemano (Ginevra-Vaud-Vallese), dove ha toccato il 41,5%.
Percentuale dei super-ricchi (10 milioni di franchi o più) rispetto alla popolazione del Cantone nel 2009: Svitto (0,84%), Nidvaldo (0,8%) e Zugo (0,76%) figurano in testa della classifica, mentre Vallese (0,05%), Uri, Giura e Friburgo (0,06%) si trovano nelle ultime posizioni. Fonte: Amministrazione federale delle contribuzioni.
Onere fiscale complessivo nei Cantoni: i valori più bassi rispetto alla media (100) si registrano nei Cantoni di Nidvaldo (64), Svitto (54) e Zugo (49,8). Ai livelli più alti troviamo invece i Cantoni Ginevra (128,7), Giura (126,3) e Friburgo (123,7). Fonte: Ufficio federale di statistica.
Secondo l’istituto BAK di Basilea, i cantoni di Lucerna e Nidvaldo offrono le tariffe fiscali più basse per le società (media 10,6%). Seguono Obvaldo (11,1%), Svitto (11,6%) e Zugo (12,8%).
Nel confronto internazionale, solo Hong Kong impone un minor carico fiscale medio (9,7%). In Europa, l’Irlanda ha tassi paragonabili a quelli dei Cantoni svizzeri. Fonte: BAK Basel Economics, luglio 2012
Limitare il numero di immigranti
Nel 2013 i bilanci pubblici di Svitto e Zugo hanno registrato cifre rosse. Per alcuni si tratta del risultato diretto dei tagli fiscali. Per altri, questi Cantoni hanno allentato troppo i cordoni della loro borsa, in seguito all’euforia provocata dal successo registrato negli ultimi anni. È stato il caso, in particolare di Svitto, che ha abbandonato una politica budgetaria molto conservatrice per assumere funzionari e poliziotti.
Nel Cantone di Zugo, paradiso fiscale per le aziende situato a pochi chilometri da Zurigo, è soprattutto la mancanza di alloggi a prezzi accessibili a suscitare malumore. All’inizio di quest’anno, il presidente del governo Beat Villiger ha dichiarato al settimanale “NZZ am Sonntag” che è ormai giunto il momento di rallentare la crescita, ponendo, ad esempio, un tetto massimo all’immigrazione.
Secondo la volontà del governo, da qui al 2030 i nuovi arrivati non dovrebbero superare 11’000 persone all’anno, contro 22’000 attualmente. Bisogna quindi attendere un cambiamento di rotta totale nella politica fiscale di questi Cantoni? La maggior parte dei commentatori non si spingono così lontano.
“È un momento particolare della storia”, ritiene Nils Soguel, professore di finanza pubblica presso l’Istituto superiore di studi in amministrazione pubblica (IDHEAP). Oltre alle pressioni internazionali si assiste anche alla fine di un ciclo congiunturale. La crescita demografica solleva pure una questione di identità: i nuovi residenti vanno integrati, ciò che pone nuovi problemi”.
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Piccoli Cantoni di campagna
Per Beat Kappeler, economista e giornalista, “queste prese di posizione sono destinate principalmente all’elettorato dei Cantoni interessati. Il malcontento della popolazione è però palpabile. Molti abitanti subiscono gli effetti dell’afflusso di capitali. Questa reazione mostra anche come Svitto e Zugo, siano attaccati alla loro immagine di “piccoli cantoni di campagna”, mentre otticamente il loro aspetto è cambiato in modo significativo. Zurigo, al contrario, non ha problemi a vedere costruire nuovi grattacieli, nutre anzi un certo orgoglio”.
Svitto e Zugo si lamentano inoltre di dover pagare troppo per la perequazione finanziaria, lo strumento per eccellenza del federalismo, che permette di ridistribuisce un po’ la ricchezza tra i Cantoni. “Questi Cantoni hanno l’impressione di dover pagare il conto per gli altri”, osserva Nils Soguel. “Sono però Cantoni ricchi. Rimettere in discussione la perequazione finanziaria significa anche rimettere in discussione la solidarietà e i suoi meccanismi”.
“Qualcosa è cambiato nella mente della popolazione, ma non coltivo illusioni”, afferma Josef Lang, vice-presidente dei Verdi ed ex rappresentante del Canton Zugo nel Parlamento federale. A livello politico, siamo ancora lontani da un aumento delle tasse, anche se il voto della città di Lucerna avrà sicuramente un effetto frenante”.
E Othmar Reichmuth, si considera “l’eroe coraggioso” di una nuova causa? “No, al contrario”, dice. “Io sono realista: non possiamo fermare la crescita. Ma ho voluto dare un impulso”, conclude. Nel frattempo, 25 dei 30 distretti del cantone di Svitto hanno già aumentato le tasse.
Di fronte alla forte concorrenza dei Cantoni vicini (Svitto, Obvaldo e Zugo), il Cantone di Lucerna ha abbassato a sua volta il carico fiscale per i privati e le aziende, tramite tre revisioni adottate nel 2005, 2008 e 2011.
A livello cantonale, le perdite fiscali sono state pari a 207 milioni di franchi, di cui 155 per gli individui e 52 milioni (25%) a favore delle imprese. Queste cifre non comprendono le perdite fiscali dei Comuni.
Socialisti e Verdi criticano il fatto che ora sono necessari risparmi per riequilibrare le finanze ed esigono un aumento delle imposte, in particolare sui guadagni delle aziende.
Il governo cantonale difende la sua strategia affermando che le entrate fiscali delle imprese sono aumentate del 64% tra il 2001 e il 2011, passando da 85,9 a 140,9 milioni di franchi.
(Traduzione di Armando Mombelli)
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