I sostenitori dell’atomo vogliono accelerare i tempi
L'azienda elettrica Atel ha inoltrato una richiesta di autorizzazione alle autorità federali per una nuova centrale atomica nella regione di Niederamt, nel canton Soletta. Mentre due altre società intendono compiere passi analoghi, gli avversari dell'atomo minacciano un referendum.
“In Svizzera si prospetta un deficit di energia elettrica. Questo progetto fornisce un importante contributo alla sicurezza a lungo termine dell’approvvigionamento elettrico”: così la società Aar e Ticino SA di Elettricità (Atel) ha motivato martedì la sua decisione di inoltrare già ora una richiesta di autorizzazione presso l’Ufficio federale dell’energia per la costruzione di un nuovo impianto nucleare.
Secondo l’azienda elettrica, che ha sede a Olten, nel canton Soletta, le cause del deficit sono da individuare innanzitutto nella crescita economica e nel maggiore consumo energetico legato all’evoluzione demografica. Mentre le vecchie centrali atomiche dovranno essere dismesse tra il 2020 e il 2040, le energie rinnovabili potranno venir sfruttate soltanto a lungo termine, sottolinea l’Atel in un comunicato.
“Il futuro appartiene alle energie rinnovabili – ha affermato in una conferenza stampa tenuta martedì a Olten il direttore di Atel, Giovanni Leonardi – ma non sappiamo quando inizierà questo futuro”. Fino ad allora “abbiamo ancora bisogno di altre fonti per la produzione di energia elettrica: riteniamo che si tratti del nucleare”.
Sito “ideale”
Tenendo conto di questo scenario, secondo la società solettese, entro il 2035 vi sarà una lacuna energetica pari al 40% dell’attuale fabbisogno nazionale. A suo avviso, occorre quindi accelerare i tempi in vista della messa in funzione di un nuovo impianto nucleare, che dovrebbe tra l’altro permettere di tutelare l’autonomia energetica in Svizzera.
La nuova centrale dovrebbe sorgere su uno dei comuni della regione del Niederamt, prevedibilmente Däniken (sul quale si trova già attualmente l’impianto di Gösgen), Gretzenbach o Niedergösgen. A detta dell’Atel, il sito prescelto è ideale dal punto di vista tecnico, in particolare per quanto riguarda lo spazio, il collegamento alla rete e il raffreddamento.
Le ultime votazioni popolari hanno inoltre dimostrato che il canton Soletta “nutre un atteggiamento aperto nei confronti dell’energia nucleare”. Il 30 ottobre dello scorso anno il parlamento solettese ha incaricato il governo cantonale di adoperarsi per la tempestiva costruzione di una centrale proprio nel Niederamt.
Altre richieste in vista
L’Atel punta alla costruzione di un reattore ad acqua leggera di terza generazione, in cui il raffreddamento avviene attraverso una cosiddetta torre ibrida. Questa torre, che raggiungerebbe circa 60 metri di altezza, ossia un terzo di quella dell’attuale, non produrrebbe pressoché emissioni.
Per la realizzazione del nuovo impianto atomico è necessario un investimento di 6-8 miliardi di franchi. La società solettese è alla ricerca di partner per sostenere il finanziamento del progetto.
Oltre all’Atel, anche l’Axpo e l’azienda elettrica bernese BKW Energie sono intenzionate a presentare entro la fine dell’anno una domanda per nuove centrali nucleari. Lo scorso dicembre le due società hanno annunciato la creazione di un ente comune per pianificare la costruzione di due centrali destinate a rimpiazzare quelle di Mühleberg (canton Berna) e Beznau (canton Argovia).
In Svizzera sono attualmente in funzione cinque centrali nucleari: Mühleberg, Gösgen, Leibstadt, Beznau I e II. La costruzione di nuovi impianti era stata bloccata tra il 1990 e il 2000, in seguito ad una moratoria approvata dal popolo svizzero. La battaglia tra sostenitori e oppositori del nucleare sembra ora destinata a riaprirsi: l’anno scorso lo stesso governo si è espresso in favore della costruzione di nuovi impianti nei prossimi decenni.
Economiesuisse soddisfatta
La domanda dell’Atel ha immediatamente suscitato un’ondata di reazioni contrastanti. L’Azione svizzera per una politica energetica ragionevole (Asper) esprime soddisfazione per l’iniziativa dell’Atel e afferma che il nucleare è il mezzo migliore per assicurare durevolmente la protezione del clima e l’approvvigionamento energetico del paese.
Asper invita le autorità e i politici ad assumersi le proprie responsabilità e “a non perdere tempo”. Anche economiesuisse la pensa allo stesso modo e dichiara che l’energia derivante dall’atomo è “amica del clima, conveniente e prodotta in casa”.
Ambientalisti pronti per un referendum
L’allenza “No al nucleare” ha immediatamente annunciato che si batterà con un referendum contro un’eventuale autorizzazione da parte della Confederazione. L’atomo non è “né ecologico né economico”, afferma la piattaforma antinucleare che raggruppa 28 associazioni e partiti, tra cui il Partito socialista, i Verdi, Greenpeace, WWF.
Per gli oppositori, l’atomo rimane pericoloso e inquinante. Inoltre la Svizzera dipende totalmente dall’estero per quanto concerne il suo fabbisogno di uranio per il funzionamento delle centrali, senza contare che il problema delle scorie “è ben lontano dall’essere risolto”.
“Sarebbe molto più sensato spendere questi soldi per favorire lo sviluppo di energie rinnovabili in Svizzera”, ha dichiarato Clément Tolusso, portavoce di Greenpeace, secondo il quale la strada seguita dai promotori dell’atomo è semplicemente “sbagliata”.
swissinfo e agenzie
Tra il 1969 e il 1984 cinque centrali atomiche vengono costruite in Svizzera: Mühleberg, Gösgen, Leibstadt, Beznau I e II. Questi impianti soddisfano attualmente circa il 40% del consumo di energia elettrica in Svizzera.
1988: abbandono dei progetti di centrale nucleare a Kaiseraugst (AG) e Graben (BE).
1990: il popolo approva l’iniziativa che chiede una moratoria di 10 anni sulla costruzione di nuove centrali nucleari, ma rifiuta di abbandonare progressivamente questa energia.
1998: il Consiglio federale adotta il principio dell’uscita dal nucleare. Le centrali svizzere dovrebbero venir fermate entro un termine ancora da fissare.
2000: la fine della moratoria e l’entrata in vigore della legge sulla riduzione delle emissioni di CO2 rilanciano il nucleare.
2003: il popolo respinge due iniziative, per una nuova moratoria di 10 anni e per l’abbandono progressivo del nucleare.
2005: entra in vigore la nuova legge sull’energia nucleare, che sottomette i progetti di nuove centrali a referendum facoltativo.
2007: il Consiglio federale decide la sostituzione delle centrali nucleari esistenti e la costruzione di centrali a gas per prevenire una penuria energetica.
2008: Atel inoltra una richiesta di autorizzazione generale presso l’Ufficio federale dell’energia per una nuova centrale atomica nella regione solettese di Niederamt.
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