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L’Iniziativa delle Alpi punta sulla borsa dei transiti

Un'azione dei promotori dell'iniziativa delle Alpi nel 1989, nella gola della Schöllenen (Canton Uri) Keystone

A 15 anni dall'approvazione dell'Iniziativa delle Alpi, l'obiettivo del trasferimento del traffico pesante dalla gomma alla rotaia non è ancora raggiunto. «Il bicchiere è mezzo pieno», ritiene Fabio Pedrina, presidente dell'associazione omonima. «Ma ora occorre realizzare in fretta la borsa dei transiti».

Il 20 febbraio 1994 il popolo svizzero approvò, a sorpresa, l’iniziativa popolare «per la protezione della regione alpina dal traffico di transito».

L’obiettivo principale di quell’iniziativa, il trasferimento delle merci in transito dalla strada alla ferrovia, è diventato nel frattempo uno degli elementi centrali della politica svizzera dei trasporti.

Ma i tempi per la sua realizzazione – l’iniziativa parlava di 10 anni – sono stati ampiamente disattesi. Dal 2007 il numero di camion in transito è anzi tornato a salire e non c’è inversione di tendenza in vista.

Nella sua ultima sessione, il parlamento federale ha ribadito l’obiettivo di ridurre a 650’000 il numero di transiti annuali, formulato già dalla precedente versione della Legge sul trasferimento del traffico merci. Il termine per la sua realizzazione è stato però spostato dal 2009 al 2019. Attualmente i transiti sono 1,3 milioni.

«L’ulteriore rinvio significa che la Confederazione si prende 25 anni di tempo per applicare la volontà popolare», ha affermato martedì il presidente dell’associazione Iniziativa delle Alpi e consigliere nazionale socialista Fabio Pedrina in un conferenza stampa indetta in occasione dell’anniversario. «È decisamente troppo».

Ulteriori misure

Per questo l’Iniziativa delle Alpi ha ribadito la richiesta al governo di negoziare rapidamente un accordo su una Borsa dei transiti alpini (BTA) con i paesi vicini. La legge sul trasferimento del traffico merci già prevede la possibilità di un simile negoziato. I responsabili dell’Iniziativa delle Alpi intendono però far pressione affinché la sua applicazione non venga troppo ritardata.

Nel frattempo chiedono che siano applicati tutti gli strumenti disponibili per ridurre il traffico di transito su gomma, anche perché, come ha ricordato il direttore dell’Iniziativa delle Alpi, Alf Arnold, la nuova legge ha anche posto il limite di 1 milione di transiti a partire dal 2011.

Tra le misure evocate, c’è l’aumento delle sovvenzioni per il traffico merci ferroviario, l’inasprimento del dosaggio di mezzi pesanti al San Gottardo, un programma congiunturale per eliminare le strettoie sulle linee d’accesso alle trasversali alpine.

Secondo le Ferrovie federali svizzere (FFS), meno di 100 milioni di franchi basterebbero per trasportare circa quattro milioni di tonnellate di merci in più all’anno attraverso il San Gottardo, ha ricordato Arnold.

Il direttore dell’associazione ha inoltre chiesto di vietare la circolazione per i camion particolarmente inquinanti delle categorie Euro 0 e Euro 1 e ridefinire più rapidamente i prezzi di traccia. Queste tariffe per l’utilizzazione dell’infrastruttura sfavoriscono il trasporto ferroviario delle merci rispetto ai treni passeggeri e impediscono uno sfruttamento equilibrato della rete, ha detto Arnold.

Collaborazione tra regioni

Intanto l’Iniziativa delle Alpi è intenzionata a migliorare la collaborazione con organizzazioni all’estero che perseguono gli stessi scopi, al fine di dare un più ampio sostegno alla realizzazione della BTA.

Secondo Arnold il progetto è del resto accolto sempre meglio nelle regioni europee interessate: il parlamento del Tirolo (Austria) e la Commissione trasporti e spostamenti del consiglio della regione Rhône-Alpes (Francia) hanno già espresso il loro sostegno. «La via per la BTA passa dalle regioni», ha sintetizzato Arnold.

Gérard Leras, rappresentante della Commissione del Rhône-Alpes, presente alla conferenza stampa, ha confermato il sostegno ai principi della politica dei trasporti svizzera. «Purtroppo in Francia su questo punto siamo ancora in ritardo», si è rammaricato.

L’Iniziativa delle Alpi continua dunque a seguire la via del negoziato e del consenso per mettere in pratica il dettato costituzionale relativo al trasferimento del traffico di transito. L’associazione non intende però accettare ulteriori rinvii. «Un blocco del traffico di transito alpino rimane un’opzione», ha avvertito Fabio Pedrina.

swissinfo, Andrea Tognina

Nel 1981 312’000 veicoli pesanti hanno attraversato le Alpi.
Nel 1990 il loro numero era salito a 731’000.
L’apice è stato raggiunto nel 2000, con oltre 1,4 milioni di camion.

La borsa dei transiti alpini è uno strumento fondato sui meccanismi di mercato il cui obiettivo è di contribuire al trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.

In pratica viene fissato un numero massimo di autocarri in transito annualmente attraverso le Alpi e questi diritti di transito vengono messi all’asta.

Questo diritto si applica a tutti i valichi alpini del paese, fermo restando che gli autotrasportatori sono liberi di scegliere la via da percorrere.

Per evitare il traffico di aggiramento attraverso i paesi limitrofi, la borsa dei transiti alpini presuppone la messa a punto di una procedura coordinata nell’insieme dell’arco alpino.

1992: il popolo svizzero approva la costruzione delle Nuove trasversali ferroviari alpine (Ntfa).

1994: gli elettori accolgono l’Iniziativa sulla protezione delle Alpi.Nello stesso anno accettano anche l’introduzione della Tassa sul traffico pesante, applicata ai trasporti di merce su strada attraverso la Svizzera.

1998: in votazione federale viene approvato il progetto di finanziamento delle Ntfa del Lötschberg e del San Gottardo.

2001: il popolo si esprime in favore di sette accordi bilaterali conclusi con l’Ue, tra cui l’accordo sui trasporti terrestri che prevede il progressivo trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia.

2004: l’elettorato respinge il controprogetto all’iniziativa Avanti, che proponeva tra l’altro di raddoppiare la galleria autostradale del San Gottardo

Alle proposte dell’Iniziativa delle Alpi non ha tardato a reagire negativamente l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG), secondo cui la Borsa dei transiti alpini è una misura coercitiva destinata a non avere effetti.

«L’entrata in vigore della borsa pianificata del transito alpino, difesa con veemenza da taluni romantici del traffico, non modificherà il corso delle cose», indica una nota dell’ASTAG.

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