La Turchia è diventata un inferno per i giornalisti
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha intensificato le epurazioni dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio. A finire nel suo mirino sono stati in particolare i media, con la chiusura di circa 130 organi di stampa. La Turchia già figura in fondo alla classifica della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
Giornalista e viceresponsabile della redazione che raggruppa le tre lingue nazionali di swissinfo.ch (tedesco, francese italiano). In precedenza, redattore presso Teletext e rts.ch.
Dopo l’esercito, la giustizia e l’educazione, l’ondata di epurazioni del regime turco colpisce oramai duramente anche i media. Mercoledì, le autorità hanno ordinato la chiusura di 45 giornali, 16 canali televisivi, 23 stazioni di radiodiffusione, 3 agenzie di stampa, 15 riviste e 29 case editrici.
I media, tra cui alcuni hanno svolto un ruolo chiave nel tentato golpe, pagano così un pesante tributo nella “grande pulizia” lanciata in seguito ai fatti del 15 luglio. Non è stata fornita alcuna lista, ma secondo l’emittente televisiva privata CNN-Türk si tratta essenzialmente di media provinciali, ma pure di alcuni media a diffusione nazionale.
Pessime note per la Turchia
Mercoledì mattina, la giustizia ha emesso 47 nuovi mandati d’arresto nei confronti di ex impiegati del quotidiano Zaman, a causa dei loro presunti legami con la rete dell’ex imam Fethullah Gülen, accusato di essere la mente del colpo di Stato. Tra loro figurano famosi caporedattori ed editorialisti.
Ancor prima degli avvenimenti degli scorsi giorni, la Turchia faceva già parte degli Stati che meno rispettano la libertà di stampa. Nella classifica 2016Collegamento esterno stilata da Reporter senza frontiere (RSF), il paese di Erdogan si trova al 151° rango (su 180). Con uno score di 50,76, si situa allo stesso livello dei regimi autoritari delle ex repubbliche sovietiche (Tagikistan, Bielorussia, Kazakhstan,…).
Contenuto esterno
All’opposto, paesi quali il Costa Rica o la Giamaica sono riusciti a risalire nella lista e figurano ora tra i paesi che accordano la maggiore libertà a giornalisti e organi di stampa.
Contenuto esterno
«La deriva autoritaria del presidente Erdogan si manifesta con attacchi massicci contro la libertà di stampa», scrive RSF sul suo sito. Progressione dell’autocensura, blocco di numerosi siti d’informazione e divieto di pubblicare su determinati temi, senza dimenticare le centinaia di giornalisti portati davanti alla giustizia: lo scenario tracciato dall’organizzazione non governativa è alquanto tetro. «Le metastasi del conflitto siriano e la ripresa dei combattimenti contro i ribelli turchi del PKK accentuano la paranoia delle autorità nei confronti dei giornalisti critici», sottolinea RSF.
Al di là della repressione dei media, è l’intera società turca ad avere un problema con la libertà di espressione, ritiene Unsal Unlu, giornalista indipendente residente in Turchia che pubblica le sue notizie su Periscope. «Nessuno, né il governo né l’opposizione, vuole sentire critiche. Nemmeno la società turca vuole sentir parlare di problemi o di cose che non vanno. Qui la democrazia non è molto popolare», dichiara in un servizio della televisione svizzera di lingua italiana RSI.
Come si può evitare che l’IA sia monopolizzata da Paesi e aziende potenti?
L'intelligenza artificiale ha il potenziale per risolvere molti dei problemi del mondo. Ma i Paesi e le aziende tecnologiche più ricche potrebbero cercare di accaparrarsi questi benefici.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Ankara minaccia azioni legali in Svizzera contro sostenitori di Gülen
Questo contenuto è stato pubblicato al
In una conferenza stampa, l’ambasciatore turco ad interim Volkan Karagöz ha tacciato di “organizzazione terroristica” il movimento che fa capo all’imam Fethullah Gülen. Il diplomatico ha affermato che Ankara dispone di prove concrete in tal senso. Dopo il tentato golpe del 15 luglio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato l’imam – che vive…
Questo contenuto è stato pubblicato al
La vendetta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan contro potenziali nemici sembra aver raggiunto anche la Svizzera. «Su Facebook e Whatsapp, i suoi sostenitori invitano a segnalare chi critica il regime», indica il quotidiano gratuito 20 Minuten. Il giornale cita numerosi post che ricordano una vera e propria caccia alle streghe. «Assieme staneremo i simpatizzanti…
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Il fatto che la giustizia possa fare il proprio lavoro in modo indipendente è un principio fondamentale dello stato di diritto”, ha puntualizzato ieri in una presa di posizione scritta trasmessa all’agenzia di stampa Ats. Come la Svizzera anche la Turchia è membro del Consiglio d’Europa ed ha dunque il dovere di rispettare tale principio.…
Fallito golpe in Turchia che serve al “sultano” Erdogan
Questo contenuto è stato pubblicato al
“È come se in Turchia un regista avesse scritto la perfetta sceneggiatura di un golpe militare pensato proprio per fallire, e per regalare un trionfo politico a colui che ne doveva essere la vittima”, esordisce l’analista del quotidiano “laRegione”, che si chiede chi potrà ora fermare Recep Tayyip Erdogan, “una sorta di Atatürk ma in…
La libertà d’espressione, un diritto sacro ma minacciato
Questo contenuto è stato pubblicato al
«Attacco alla nostra libertà», «Martiri per la libertà di opinione», «Tragici proiettili a Charlie Hebdo», «Attacco alla libertà e alla democrazia» o ancora «Morti per la libertà di espressione» e «Pensiero libero assassinato». All’indomani dell’attentato sanguinario contro il giornale satirico di Parigi, i quotidiani svizzeri sono unanimi nel condannare un atto che va oltre la…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Didier Ruef e Meinrad Schade mostrano il lavoro di chi recupera i nostri rifiuti informatici in Cina o estrae cobalto e rame in miniere artigianali in Congo. Christoph Bangert documenta i danni della catastrofe nucleare di Fukushima, mentre il fotografo di swissinfo.ch Thomas Kern presenta alcune immagini forti di Haiti. Reto Albertalli e Olivier Vogelsang…
Questo contenuto è stato pubblicato al
In occasione di questa giornata, che ricorre il 3 maggio, Reporter senza Frontiere (RSF) pubblica ogni anno “100 fotografie per la libertà di stampa”. Vi proponiamo una selezione di immagini degli ultimi anni.
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.