Immigrazione in calo ma l’UDC rilancia la battaglia
L'Unione democratica di centro (UDC) ha iniziato martedì la raccolta delle firme per l'iniziativa popolare "Per una immigrazione moderata", che mira a porre fine alla libera circolazione delle persone tra Svizzera e UE. Da notare che, anche nel 2017, l’afflusso di immigrati è risultato in diminuzione, confermando un trend iniziato quattro anni fa.
La nuova iniziativa, promossa dall’UDC e dall’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI), prevede che la Svizzera regoli in modo autonomo la propria immigrazione. Inoltre, non potrà più essere concluso nessun accordo internazionale che conceda il diritto di libera circolazione in Svizzera a cittadini stranieri.
Gli accordi internazionali esistenti e altri impegni non potranno essere in contrasto con questi due principi. Se l’iniziativa sarà accettata dal popolo, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone con Bruxelles. Da notare che, in tal caso, non verrebbe solo bloccata l’immigrazione in Svizzera di lavoratori dell’UE, ma verrebbero ostacolate anche le possibilità per gli svizzeri di lavorare e di risiedere nei paesi membri dell’Unione.
Se non fosse possibile trovare una soluzione, gli accordi Bilaterali I, che contengono quello sulla libera circolazione, dovrebbero essere denunciati, in base alla cosiddetta “clausola ghigliottina”. Quest’ultima prevede infatti che se uno degli accordi conclusi fra la Confederazione e l’UE dovesse essere rescisso, anche gli altri sei verrebbero annullati.
Per l’UDC e l’ASNI, la legge di applicazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, accolta il 9 febbraio 2014 in votazione federale, non risponde fedelmente alla volontà popolare. Con questa seconda iniziativa il Consiglio federale non potrà evitare una messa in opera più consona, ha dichiarato il presidente dell’UDC Albert Rösti.
Immigrazione in calo
Per quanto riguarda l’immigrazione, va notato che il numero degli stranieri immigrati in Svizzera è risultato in diminuzione anche nel 2017, confermando un trend in corso ormai da quattro anni fa.
Rispetto al 2016, l’anno scorso l’immigrazione è infatti calata quasi del 4%, attestandosi a 137’803 persone, riportano i dati pubblicati nei giorni scorsi dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM). Nello stesso periodo l’emigrazione è cresciuta del 2% (79’104 persone).
Il saldo migratorio (53’221) è quindi diminuito notevolmente (-11,7%) in confronto al 2016, scendendo a un livello analogo al 2002. Complessivamente, alla fine del 2017 vivevano nella Confederazione 2’053’589 (+1,2%) cittadini stranieri.
Il saldo migratorio relativo solo agli Stati a cui si applica l’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) ha addirittura fatto registrare un ribasso di oltre il 20% (30’799) l’anno scorso.
Quasi il 70% (1’405’771) della popolazione residente permanente straniera – precisa la SEM – proveniva dai 28 Stati membri dell’Unione europea e dai tre (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) dell’Associazione europea di libero scambio (AELS).
La comunità più numerosa era quella italiana (319’367 individui), seguita da quella tedesca (305’785) e da quella portoghese (268’012). L’aumento più consistente è stato però registrato in seno a quella francese (+4212) e il calo maggiore in quella lusitana (-1509).
Anche lo scorso anno, come in passato, il motivo principale dell’immigrazione è stato l’avvio di un’attività lucrativa (47% dei casi), davanti al ricongiungimento familiare (31%).
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