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Un nuovo presidente per la Quinta Svizzera

I delegati della Quinta Svizzera si sono incontrati al Centro internazionale dei congressi di Ginevra. Philipp Zinniker

I delegati della Quinta Svizzera, riuniti a Ginevra, hanno eletto Remo Gysin alla presidenza dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE). Hanno pure adottato una risoluzione sul voto elettronico, dopo la decisione del governo svizzero di non autorizzare questo strumento elettorale in nove cantoni.

15h30: Eggly, presidente onorario

Due presidenti dell’OSE: l’uscente Jacques-Simon Eggly e il neoeletto Remo Gysin. PHILIPP ZINNIKER

Per acclamazione, Jacques-Simon Eggly è stato nominato presidente onorario dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero. Il senatore ticinese Filippo Lombardi succede a Remo Gysin alla vicepresidenza dell’organizzazione.

15h30: Appuntamento a Brunnen per i 100 anni dell’OSE

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) festeggia l’anno prossimo il suo 100º anniversario. Il presidente uscente Jacques-Simon Eggly ha invitato i delegati al lancio ufficiale delle celebrazioni, che si svolgerà dal 15 al 17 aprile 2016 a Brunnen, nel canton Svitto.

L’annuale Congresso degli svizzeri all’estero si terrà dal canto suo a Berna dal 5 all’8 agosto. Una serie di manifestazioni verrà organizzata sulla Piazza federale.

15h00: Per un Consiglio degli svizzeri all’estero più rappresentativo

Remo Gysin, a capo di uno speciale gruppo di lavoro dell’OSE, ha presentato una serie di proposte per migliorare la rappresentatività del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE), che verrà rinnovato nel 2017. L’idea è di ampliare la sua base elettorale agli espatriati che non fanno forzatamente parte di club o di associazioni svizzere all’estero. Un’elezione diretta del CSE non è però conforme al diritto delle fondazioni, ha osservato Remo Gysin.

Remo Gysin ha affermato che lo scopo principale rimane l’introduzione dell’elezione per voto elettronico, che avverrà però presumibilmente soltanto nel 2021. La proposta è stata accettata da una chiara maggioranza dei delegati della Quinta Svizzera.

Il gruppo di lavoro ha poi suggerito di estendere la possibilità di partecipare all’elezione a tutti gli svizzeri iscritti su un registro elettorale. Una proposta accolta dai delegati per un solo voto di scarto, quello del presidente uscente dell’OSE Jacques-Simon Eggly. Gli espatriati riuniti a Ginevra hanno pure accolto la raccomandazione del gruppo di lavoro, secondo cui i candidati dovranno essere sostenuti da un numero minimo di persone che dispongono del diritto di voto.

Parlamento della Quinta Svizzera

Il CSE riunisce i delegati delle comunità svizzere all’estero e i rappresentanti d’istituzioni che lavorano al servizio della Quinta Svizzera, così come i rappresentanti della vita pubblica svizzera.

I suoi 140 membri si riuniscono due volte all’anno. I membri all’estero sono ripartiti in funzione dell’importanza delle comunità degli svizzeri sparse in tutto il mondo (in Europa sono ad esempio 60, in America 30).

Secondo il sistema attuale, i membri del CSE sono eletti ogni quattro anni dalle società svizzere riconosciute dall’OSE o dalle loro organizzazioni centrali.

13h20: Servizi bancari all’estero: la nazionalità non conta

Gli svizzeri all’estero continuano ad avere difficoltà a mantenere le loro relazioni bancarie con la Svizzera. Queste, fa notare l’OSE, sono indispensabili ad esempio per il versamento delle rendite del secondo pilastro o per il traffico di pagamenti legati a un assicurazione malattia in Svizzera.

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Gli svizzeri espatriati esigono un servizio bancario di base

Questo contenuto è stato pubblicato al Dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008 e l’offensiva delle autorità statunitensi contro l’evasione fiscale, il problema non ha fatto che acuirsi e oggi riguarda praticamente tutti gli svizzeri espatriati: conservare una relazione bancaria con un istituto elvetico è sempre più difficile. Il tema è stato al centro della sessione del Consiglio degli svizzeri dell’esteroCollegamento…

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Davanti ai delegati, Jean-François Beausoleil, direttore di UBS a Ginevra, ha spiegato la filosofia della banca elvetica nei confronti degli svizzeri all’estero. «La nazionalità del cliente non influisce sulle prestazioni offerte dalla banca. Ciò che conta è il suo domicilio», ha sottolineato. Altri criteri che possono entrare in linea di conto sono il settore di attività e la funzione del cliente. Per aprire un conto in Svizzera, ha rammentato Jean-François Beausoleil, la persona deve venire in Svizzera.

Il dirigente ha poi parlato del caso particolare degli Stati Uniti. Per beneficiare di tutte le prestazioni bancarie di UBS, i clienti svizzeri devono possedere un capitale di almeno un milione di franchi. Una situazione «che dipende non dalla banca, ma dagli accordi tra Berna e Washington», ha puntualizzato.

Spiegazioni che non hanno tuttavia convinto diversi delegati presenti al Centro internazionale dei congressi di Ginevra. «La banca ci ha semplicemente messi alla porta. Le parole non corrispondono ai fatti!», ha reagito un espatriato in Israele.

11h45: Generalizzare il voto elettronico

Il Consiglio degli svizzeri all’estero ha deplorato il freno al voto elettronico deciso dal Consiglio federale. Mercoledì, il governo ha annunciato che i nove cantoni del Consorzio “Vote électronique” (Zurigo, Argovia, Friburgo, Glarona, Sciaffusa, Grigioni, San Gallo, Turgovia e Soletta) non potranno proporre il voto via Internet ai loro cittadini residenti all’estero per ragioni di sicurezza. Alle elezioni federali di ottobre, soltanto 34’000 persone, invece delle 85’000 previste, potranno così utilizzare l’e-voting.

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Niente voto elettronico in nove cantoni

Questo contenuto è stato pubblicato al La decisione dell’esecutivo federale concerne nove cantoni: Zurigo, Glarona, Friburgo, Soletta, Sciaffusa, San Gallo, Grigioni, Argovia e Turgovia. Le loro domande per l’impiego del voto elettronico in occasione delle elezioni del Consiglio nazionale (camera bassa del parlamento) del 18 ottobre non sono state autorizzate, ha comunicatoCollegamento esterno l’Amministrazione federale. Il motivo: i risultati di un audit esterno…

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Di fronte ai delegati della Quinta Svizzera, la rappresentante della Cancelleria federale Barbara Perriard ha giustificato la decisione del Consiglio federale, sottolineando che durante un audit del 9 luglio sono state constatate delle falle nella sicurezza. La segretezza del voto, uno dei «diritti democratici più elementari», non era garantita, ha spiegato Barbara Perriard.

«Sarebbe un errore, anzi un crimine, far votare la gente per via elettronica sapendo che la sicurezza non è assolutamente garantita»
Anja Wyden Guelpa, cancelliera del canton Ginevra

Anja Wyden Guelpa, cancelliera del canton Ginevra, ha difeso la decisione dell’esecutivo nazionale, affermando che «sarebbe un errore, anzi un crimine, far votare la gente per via elettronica sapendo che la sicurezza non è assolutamente garantita».

Non tutti i presenti in sala hanno però capito le reticenze della Confederazione. «Da questa mattina si parla di risparmi. Non sarebbe meglio, in questo caso, sviluppare un solo sistema di e-voting invece degli attuali tre?», ha chiesto un delegato dalla Francia. Il materiale di voto spedito per posta, ha osservato un delegato dal Marocco, viene sistematicamente aperto dalle autorità locali e trasmesso con tre mesi di ritardo, ciò che rende impossibile l’esercizio dei diritti politici.

La decisione di accordare l’autorizzazione di partecipare alle elezioni federali per via elettronica soltanto a quattro cantoni – Neuchâtel, Ginevra, Basilea Città e Lucerna – non deve rimettere in questione l’e-voting in generale, si legge in una risoluzione adottata venerdì a Ginevra. Secondo il Consiglio degli svizzeri all’estero, soltanto l’introduzione generalizzata del voto elettronico permetterà ai membri della Quinta Svizzera di esercitare realmente i loro diritti politici.

La risoluzione chiede inoltre che gli svizzeri all’estero possano eleggere, oltre ai consiglieri nazionali (camera bassa del parlamento), i rappresentanti del Consiglio degli Stati (camera alta) in tutti i cantoni. Attualmente, questa possibilità esiste solo in dodici cantoni.

11h10: No alla chiusura delle rappresentanze svizzere all’estero

Reagendo all’annuncio della chiusura dell’ambasciata svizzera in Paraguay, il Consiglio degli svizzeri all’estero ha adottato una risoluzione che chiede che la rete delle rappresentanze elvetiche all’estero venga mantenuta. Ha poi auspicato che venga definita una visione globale a lungo termine.

Dal 1990, oltre 60 consolati e ambasciate svizzeri sono stati chiusi. Un’erosione che secondo il Consiglio degli svizzeri all’estero è in contrasto con la nuova Legge sugli svizzeri all’estero e con l’evoluzione della mobilità internazionale.

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Gli svizzeri all’estero

Questo contenuto è stato pubblicato al Alla fine del 2016 quasi uno svizzero su nove viveva all’estero. Dal 1980 ad oggi, il numero di espatriati è raddoppiato. La maggior parte risiede in Europa, anche se molti dei nuovi emigranti privilegiano l’Asia. Tutti i cittadini svizzeri che soggiornano all’estero per più di un anno devono annunciarsi presso il consolato svizzero più vicino.…

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10h50: Remo Gysin, nuovo presidente dell’OSE

Remo Gysin, nuovo presidente dell’OSE. ASO

I delegati della Quinta svizzera hanno eletto (con 67 preferenze su 71 schede valide) l’attuale vice presidente dell’OSE Remo Gysin alla testa dell’organizzazione. «Vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato», ha commentato Remo Gysin, il candidato proposto dal Comitato dell’OSE.

Nato a Basilea nel 1945, l’economista e consulente aziendale ha fatto parte dell’esecutivo del cantone di Basilea Città dal 1984 al 1992. Membro del Partito socialista, è stato deputato alla camera bassa del parlamento svizzero (Consiglio nazionale) dal 1995 al 2007.

Remo Gysin è stato tra i promotori dell’adesione della Svizzera alle Nazioni Unite e ha partecipato a missioni internazionali in qualità di osservatore elettorale. È membro del Comitato dell’OSE dal 2001 e vice presidente dell’organizzazione dal 2007.

9h30: Buone e cattive notizie dal DFAE

Il direttore della Direzione consolareCollegamento esterno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), Jürg Burri, ha informato i delegati sul processo di messa in atto della Legge sugli svizzeri all’estero. Durante la procedura di consultazione, l’ordinanza di applicazione è stata in generale bene accolta dagli ambienti interessati, ha detto Burri.

Meno positive invece le notizie relative alla rete consolare elvetica, che per ragioni finanziarie è oggetto di una riorganizzazione. Jürg Burri ha ricordato la chiusura dell’ambasciata svizzera in Paraguay, comunicata due giorni fa dal Consiglio federale.

Gli interessi elvetici nel paese andino saranno tutelati dall’ambasciatore svizzero in Argentina, mentre un console onorario ad Asuncion sarà a disposizione della colonia elvetica a partire dal 2016. Burri ha inoltre affermato che il DFAE sta valutando la chiusura dei consolati a Riga (Lettonia) e in Kuweit.

Le misure di risparmio concernono anche la Gazzetta svizzeraCollegamento esterno. In futuro, verrà pubblicata su carta soltanto quattro volte all’anno, invece delle attuali sei. Le sei edizioni saranno comunque consultabili in forma elettronica. Remo Gysin, vicepresidente dell’OSE, ha difeso gli interessi della Gazzetta svizzera, chiedendo al DFAE di rivedere questo taglio. «Abbiamo bisogno di più tempo. Per favore, non investiteci con una decisione che potrebbe avere conseguenze restrittive sugli svizzeri all’estero», ha dichiarato.

8h30: Benvenuto del presidente

Aprendo la seduta del Consiglio degli svizzeri all’estero, Jacques-Simon Eggly ha ricordato che le elezioni federali del 18 ottobre sono «un soggetto essenziale» per l’OSE. Sono circa 142’000 gli svizzeri all’estero iscritti su un registro elettorale.

Già alla fine 2014, sono stati contattati i sette maggiori partiti per comunicare le richieste principali degli espatriati svizzeri, ha detto Eggly.

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La 5a Svizzera lancia il suo manifesto per le elezioni

Questo contenuto è stato pubblicato al “Agevolare l’esercizio dei diritti politici dall’estero, favorire la mobilità internazionale della popolazione, rafforzare la presenza internazionale della Svizzera, permettere lo sviluppo della comunicazione con le comunità elvetiche nel mondo”: questi alcuni degli obbiettivi principali del Manifesto elettorale 2015, approvato all’unanimità dai membri del Consiglio degli svizzero all’estero, riunito sabato a Berna.  Un documento con il…

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Di fronte ai delegati della Quinta svizzera, il presidente ha ricordato l’adozione della Legge sugli svizzeri all’estero da parte del parlamento federale. La legge, ha puntualizzato Eggly, dovrebbe entrare in vigore il primo novembre di quest’anno.

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Gli svizzeri all’estero hanno la loro legge ad hoc

Questo contenuto è stato pubblicato al Nato da un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno del senatore ticinese Filippo Lombardi, il testo riunisce tutte le disposizioni riguardanti gli svizzeri all’estero attualmente sparpagliate in varie leggi, ordinanze e regolamenti. Dai diritti politici, all’aiuto sociale, passando per la protezione consolare, fino al sostegno alle istituzioni a favore degli svizzeri all’estero: tutto rientra ormai nella LSEst che, con…

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Quinta Svizzera 

Oltre 740’000 cittadini svizzeri vivono all’estero, ossia oltre il 10% della popolazione elvetica complessiva. 

Fondata nel 1916, l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) rappresenta in Svizzera gli interessi dei connazionali espatriati ed è riconosciuta dalle autorità come portavoce della Quinta Svizzera. 

Il Consiglio degli svizzeri all’estero (CSECollegamento esterno) è considerato il parlamento della Quinta Svizzera. Tiene due sedute all’anno: una in primavera, l’altra in estate in occasione del Congresso annuale degli svizzeri all’estero. 

Il Congresso degli svizzeri all’estero è la riunione annuale nella Confederazione di connazionali espatriati. Questo foro permette di dibattere temi importanti per la Quinta Svizzera, scambiare informazioni e incontrare rappresentanti delle autorità e dei partiti svizzeri.

(Con la collaborazione di Samuel Jaberg e Christian Raaflaub)

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