FOSTRA: soluzioni di ieri per i problemi di domani
Con il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) il paesaggio svizzero sarà deturpato e cementificato, aumenteranno gli ingorghi sulle strade e saranno necessari risparmi in settori importanti, come la formazione e i trasporti pubblici. Questa l’opinione di Lisa Mazzone, deputata del Partito ecologista svizzero (PES) e membro della direzione dell’Associazione traffico e ambiente (ATA), che si batte per un no il prossimo 12 febbraio.
L’idea di base del progetto FOSTRA è semplice: ancora più soldi per la cassa delle strade nazionali della Confederazione. Fondi quasi equivalenti a quelli auspicati dall’iniziativa “Per un equo finanziamento dei trasporti”, bocciata l’anno scorso dal 71% dei votanti. Questa iniziativa chiedeva di attribuire 1,5 miliardi di franchi in più al finanziamento delle strade nazionali. Il FOSTRA prevede un supplemento di “solo” 1 miliardo di franchi.
Che cosa riceveremo in cambio? Attualmente sono stati pianificati appena tre progetti: due nella regione dei Cantoni Neuchâtel e Giura e uno nel Canton Glarona. In vista della votazione “Per un equo finanziamento dei trasporti”, i lobbisti del settore delle costruzioni e di quelli delle automobili hanno approfittato dell’occasione per presentare con il FOSTRA un controprogetto indiretto, totalmente esagerato.
Cassa già piena
La cassa della Confederazione per le strade nazionali è già attualmente più che piena. Finora i fondi di questa cassa non sono stati nemmeno impiegati interamente e si sono così accumulate enormi riserve. Se ora accordiamo 1 miliardo di franchi in più – e ciò ogni anno – verrà lanciata una grande offensiva per ampliare le strade nazionali. Aumenterà notevolmente la pressione per realizzare progetti insensati.
Questi soldi dovranno essere utilizzati per costruire qualcosa da qualche parte. Poco importa dove ciò avverrà. Il 90% di questo denaro è riservato per la costruzione di autostrade. Quindi non per misure che sarebbero utili per risolvere i problemi di traffico dove esistono realmente, ossia negli agglomerati. In questi centri urbani dovremmo piuttosto investire in tram, bus e in piste per biciclette e pedoni.
I programmi di sviluppo dei trasporti negli agglomerati possono essere facilmente risolti anche senza il FOSTRA. Questo programmi figurano già oggi nella Costituzione e nella legge. Con il FOSTRA si vuole invece saccheggiare la cassa della Confederazione. Per questo motivo possiamo dire tranquillamente di no il prossimo 12 febbraio.
Altri sviluppi
Solida base per finanziare le strade nazionali
Diagnosi corretta, medicina sbagliata
Gli ingorghi aumentano effettivamente sulle strade svizzere. Questa diagnosi è corretta. Ma la medicina è sbagliata. In realtà gli ingorghi sono solo un’illusione ottica: le automobili sono quasi vuote. Nel traffico pendolare viaggiano in media 1,12 persone per autovettura in Svizzera. Una persona di 80 trasporta quindi un veicolo di oltre 1 tonnellata per recarsi a lavoro. Una cosa estremamente inefficiente.
Tutto questo va cambiato attraverso una rete di collegamenti, investimenti nella gestione digitale del traffico e incentivi fiscali. Potremmo triplicare le nostre capacità, se riuscissimo a riempire le nostre automobili. Chi non viaggia da solo nella sua autovettura, dovrebbe venir premiato – e viceversa.
La Confederazione è chiamata a operare dei risparmi anche senza il FOSTRA. Attualmente è già previsto un pacchetto di misure di risparmi pari a 2 miliardi di franchi all’anno. Se dovessero mancare altri 650 milioni, come avverrebbe in caso di approvazione del FOSTRA, sarebbero necessari drastici tagli.
Proprio attualmente vi è una lotta serrata in parlamento sul finanziamento dei trasporti ferroviari regionali. In base al volere della maggioranza borghese del parlamento, gli utenti dovrebbero pagare di più per utilizzare i trasporti pubblici. In tal caso si allargherebbe il divario dei prezzi. Viaggiare con l’auto sarebbe meno caro, mentre con il treno costerebbe di più. E questo nonostante gli enormi costi esterni provocati dal traffico stradale. La Svizzera si allontanerebbe inoltre definitivamente dagli obbietti fissati dall’Accordo sul clima concluso a Parigi.
Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione di swissinfo.ch.
Traduzione di Armando Mombelli
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