Perché la pillola ‘anti-HIV’ è di così difficile accesso in Svizzera
Se la Svizzera si è dimostrata un paese pioniere in materia di prevenzione dell'AIDS, oggi non sta al passo. Prescritta da 10 anni, la PrEP, un efficace trattamento preventivo, è ancora di difficile accesso. I medici sono costretti a consigliare ai loro pazienti di procurarselo all'estero.
Una persona infetta da HIV oggi non è più condannata a morte certa. Con un trattamento efficace, non corre nemmeno il rischio di trasmettere il virus durante il rapporto sessuale.
Non si tratta di una novità: la dichiarazione svizzera (swiss statementCollegamento esterno) ha reso pubblica l’informazione già nel 2008. All’epoca, il messaggio pubblicato dalla Commissione federale per la salute sessuale nel Bollettino dei medici svizzeriCollegamento esterno era all’avanguardia e ha avuto l’effetto di una bombaCollegamento esterno. Dieci anni dopo lo spettro dell’AIDS spaventa ancora la gente e i preconcetti continuano a circolare.
Di conseguenza, le persone sieropositive sono regolarmente discriminate. Aiuto Aids SvizzeroCollegamento esterno ha registrato 122 casi di discriminazione a metà novembre 2018Collegamento esterno, un livello record.
Per far arrivare il messaggio alla popolazione, Aiuto Aids Svizzero lancia una nuova campagna intitolata “HIV. Insieme contro la paura per amore”Collegamento esterno. Il messaggio: “Le persone sieropositive che seguono una terapia efficace non contagiano nessuno. Nemmeno durante i rapporti sessuali”.
Già prima della sua uscita prevista il 1° dicembre, giornata mondiale contro l’AIDS, la campagna ha già suscitato polemiche. Alcuni temono che il problema venga banalizzato. “Sembra suggerire che la terapia contro l’AIDS possa essere intesa come una pillola del giorno dopo, e questo mina le altre campagne”, ha in particolare lamentato l’immunologo Beda Stadler sul quotidiano zurighese Tages-AnzeigerCollegamento esterno.
Alexandra Calmy, responsabile dell’Unità HIV-AIDS all’Ospedale universitario di Ginevra, non comprende la controversia attorno al messaggio veicolato da Aiuto Aids Svizzero. Ritiene che la campagna non incoraggi le persone a rinunciare ai preservativi, ma diffonda un’informazione corretta che è essenziale trasmettere: “Sono scioccata nel vedere i timori che ancora regnano attorno alle persone sieropositive. Con la terapia ora i pazienti vivono bene, ma soffrono per questo clima”.
Il trauma dell’epidemia di AIDS degli anni ’80 sembra aver lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Ancora oggi, le tragiche storie di persone che sono state devastate dalla malattia sono narrate al cinema. “La scienza si è evoluta più velocemente dell’opinione pubblica”, constata Alexandra Calmy, che deplora una mancanza di informazione.
“Sono scioccata nel vedere i timori che ancora regnano attorno alle persone sieropositive”
Alexandra Calmy, medico
PrEP, una piccola rivoluzione
La prevenzione si è evoluta parallelamente ai trattamenti. La comparsa della PrEP (profilassi pre-esposizione), un trattamento preventivo, è uno dei principali progressi in questo ambito. La sua efficacia è stata dimostrata in diversi studi, ma rimane di difficile accesso in Svizzera.
La pillola anti-HIV non è ufficialmente autorizzata come trattamento preventivo, come ricorda il governo nella sua risposta a un’interpellanzaCollegamento esterno del deputato socialista Angelo Barrile. Conseguenze? I medici che la prescrivono lo fanno quindi “off-label” e se ne assumono la responsabilità.
In queste condizioni, il trattamento non può nemmeno essere rimborsato dall’assicurazione sanitaria. Tuttavia sul mercato svizzero è venduto a prezzi proibitivi: 899,30 franchi per una scatola di 30 compresse da prendere quotidianamente. Per quanto riguarda i farmaci generici, non sono disponibili perché la loro introduzione è stata bloccata dal Tribunale federale dei brevetti.
In Francia il trattamento è rimborsato dall’assicurazione sanitaria e i farmaci generici costano meno di 180 euro per 30 compresse, in Germania meno di 80 euro e possono essere ordinati online per 40 euro, ciò secondo un comunicato di Groupe Sida GenèveCollegamento esterno. Quest’ultimo sostiene che “questo prezzo costringe le persone ad acquistare su Internet con tutti i rischi che questo comporta per la loro salute”. L’organizzazione indirizza gli utenti con una prescrizione medica verso farmaci affidabili e meno costosi.
Costretti a rifornirsi all’estero
Alexandra Calmy, invece, consiglia ai suoi pazienti di andare a rifornirsi all’estero, ad esempio in Francia o in Germania: “Nessuno può permettersi di spendere quasi 900 franchi per questo trattamento. Per questo siamo obbligati ad essere creativi e a trovare soluzioni alternative”.
Questa è la soluzione trovata da Beat. Quando riceve la ricetta dal suo medico, il 32enne bernese va in Germania a comprare la PrEP. Fa parte del gruppo di persone esposte ad alto rischio di infezione, ovvero uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). “Prima, ho sempre avuto paura, anche se facevo regolarmente dei test di accertamento”, spiega.
Da quando è in trattamento, si sente più sicuro. Ma questo non significa che stia correndo rischi sconsiderati o che abbia completamente abbandonato l’uso del preservativo. “Non mi fido sempre di quello che affermano i miei partner. Come posso essere sicuro che sto assumendo correttamente il farmaco? Io so di prenderlo e mi sento più tranquillo in caso di rapporti non protetti”, spiega. Inoltre, il trattamento prevede anche uno screening trimestrale per altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST), come la sifilide, la gonorrea o la clamidia, cosa che contribuisce in ugual modo a rassicurare Beat.
“La PrEP ha cambiato il rapporto con la sessualità”
Sui siti di incontri gay, oramai gli utenti sono invitati a rivelare il loro stato di sieropositività: negativo, negativo sotto PrEP, positivo o positivo non rilevabile.
“La PrEP è diventata molto importante nelle relazioni tra uomini. Ho l’impressione che abbia cambiato il rapporto con la sessualità”, dice Gilles*, 32 anni. Ha scelto di non sottoporsi a trattamenti preventivi, anche se fa parte del gruppo a rischio MSM: “Non ho voglia di prendere un farmaco se non è assolutamente necessario”. Ritiene che ciò non sia salutare per il suo corpo e preferisce esser più cauto.
Gilles nota che una gran parte degli uomini omosessuali con cui ha a che fare opta per la PrEP. “Questo crea una sorta di pressione sociale che incoraggia le persone a ricorrere alla terapia. Alcuni uomini rifiutano persino di fare sesso con qualcuno che non la assume e coloro che propongono rapporti non protetti sono più numerosi che in passato”, afferma.
Cifre soddisfacenti
Alexandra Calmy ricorda che le persone interessate alla PrEP dovrebbero in primo luogo consultare il medico che li ha in cura. “È una farmaco efficace, con pochissimi effetti collaterali. Lo conosciamo molto bene e sappiamo benissimo come usarlo”, sottolinea. Mentre il controllo medico è essenziale, non ci sono condizioni specifiche da soddisfare per poter prescrivere il trattamento.
Comunque in Svizzera l’HIV è in calo. Nel 2017 sono stati dichiarati 445 nuovi casi all’Ufficio federale della sanità pubblica, pari a una diminuzione del 16% rispetto al 2016. Oltre all’aumento dello screening, Alexandra Calmy ritiene che anche l’uso della PrEP abbia contribuito a questa diminuzione. “È un buon mezzo di protezione per le persone per le quali il preservativo non sempre è un’opzione”, conclude la specialista.
*nome noto alla redazione
Traduzione dal francese di Paola Beltrame
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.