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Battaglia in vista sul preventivo della Confederazione

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La Confederazione chiuderà probabilmente ancora i conti in positivo nel 2018. Keystone/ TI-Press / Gabriele Putzu

È il più grande pacchetto al vaglio del parlamento durante la sessione invernale. Una volta ancora, il preventivo della Confederazione non sfuggirà a un ping-pong tra le Camere. In gioco ci sono differenze di centinaia di milioni, per un bilancio che dovrebbe comunque restare positivo. La Svizzera è infatti campionessa d’Europa in materia di debito pubblico.

Nella versione annunciata dal governo svizzero, il preventivo della Confederazione comprende entrate per 71,3 miliardi di franchi e uscite per 71,2 miliardi, ossia un’eccedenza di 100 milioni. Prima dell’esame da parte del parlamento, le commissioni delle due Camere hanno pubblicato le loro proposteCollegamento esterno di emendamenti. In entrambi i casi, i cambiamenti richiesti (economie, nuove entrate, nuove spese) permetterebbero comunque chiudere i conti in positivo: un’eccedenza di 33 milioni secondo la proposta del Consiglio degli Stati (Camera alta) e di 464 milioni secondo il Nazionale (Camera bassa).

Come ogni anno, è tra i deputati che il dibattito sarà più animato. Il Consiglio nazionale è infatti molto più polarizzato rispetto agli Stati e la sua commissione ha presentato nientemeno che 80 emendamenti, di cui tre quarti provengono dal campo rosso-verde o dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). I risultati delle votazioni saranno probabilmente risicati: in commissione, 22 decisioni sono state prese soltanto con un solo voto di scarto.

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Debito pubblico: gli svizzeri campioni del risparmio in Europa

Questo contenuto è stato pubblicato al La Svizzera figura tra i pochi paesi europei che rispettano la disciplina di bilancio adottata una ventina di anni fa dall’UE, ma poco applicata dai suoi membri. Il debito pubblico svizzero corrisponde appena al 33% del PIL, mentre la media dei Ventotto supera l’85%. Eppure quasi ogni anno il governo elvetico presenta un nuovo piano di tagli della spesa pubblica. Politica finanziaria oculata o mania di risparmi?

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Sempre gli stessi nel mirino

Come da consueto, l’UDC chiede tagli supplementari dell’ordine di 554 milioni. A farne le spese sarebbero la cassa pensione federale, i funzionari della Confederazione, i programmi di ottimizzazione energetica e a favore delle energie rinnovabili, la cultura, la prevenzione nel campo della salute, le università e l’aiuto allo sviluppo. L’UDC non dimentica nemmeno le sue radici agrarie. Con il sostegno di una parte della destra liberale-radicale e del centro democristiano, vuole stanziare altri 90 milioni a favore dell’agricoltura.

A sinistra – e anche qui le priorità sono note – ci si batte per salvare i crediti per formazione, ricerca, ambiente, aiuto allo sviluppo e attività sociali.

Va notato che negli ultimi dieci anni, fatta eccezione per il 2014, il bilancio della Confederazione è sempre stato positivo e ben al di sopra delle previsioni. Anche i conti 2017 dovrebbero chiudersi con un’eccedenza di circa 800 milioni nel bilancio ordinario, a fronte di un deficit preventivato di 250 milioni.

Svizzera buona allieva

Dall’entrata in vigore dell’articolo costituzionale sul «freno all’indebitamento», nel 2003, la Svizzera è la miglior allieva del continente nel campo dell’equilibrio delle finanze pubbliche. Malgrado sia rimasta fuori dall’Unione europea, è uno dei pochi paesi ad aver rispettato fin dall’inizio i «criteri di convergenza» del Trattato di Maastricht, con il quale sono state gettate le basi nel 1992 dell’unione economica monetaria e della creazione dell’euro.

Il debito complessivo (amministrazioni pubbliche e sicurezza sociale) è così sceso dal 50,7% nel 2003 al 29% nel 2016.

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Di fronte a una situazione così favorevole, sono in molti (soprattutto a sinistra) a chiedere regolarmente di allentare il corsetto imposto dalla regola sul freno all’indebitamento. Questa impedisce infatti di adibire i fondi non utilizzati ad altri scopi che la riduzione del debito.

Mezzo milione in meno all’offerta SSR per l’estero

A fare le spese della scure dei risparmi c’è anche l’offerta per l’estero della Società svizzera di radiotelevisione (SSR). Oltre a swissinfo.ch, questa offerta comprende la piattaforma tvsvizzera.it e i programmi televisivi TV5Monde e 3Sat. Nella presentazione del preventivo 2018 della Confederazione, il governo federale precisa che essa “serve a rafforzare il legame degli svizzeri all’estero con il proprio paese d’origine, e a promuovere la presenza della Svizzera e la comprensione per le sue aspirazioni all’estero”.

La Camera dei cantoni oggi ha avallato la proposta del governo di ridurre di circa mezzo milione di franchi il contributo della Confederazione per questa offerta, rispetto ai 19,5 milioni del 2017. Alla Camera del popolo, una minoranza della commissione preparatoria suggerisce di rinunciare a questo taglio. In commissione la proposta è tuttavia stata sostenuta solo dai deputati rosso-verdi. Difficilmente, dunque, otterrà una maggioranza in aula.

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