Svizzera sotto pressione per chiarire la sua posizione sull’Ucraina
Ci sono delle novità dal fronte ucraino: la città di Kherson è stata liberata. Ma i combattimenti continuano e l'attacco russo al Paese si sta espandendo.
State leggendo la newsletter sulle prospettive svizzere della guerra contro l’Ucraina.
L’attacco della Russia sta innescando dinamiche che vanno ben oltre la regione. Poche persone possono spiegare meglio di Benno Zogg, analista della sicurezza del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), intervistato dal giornalista di SWI Giannis Mavris, come queste dinamiche si intreccino:
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Benno Zogg: “Il ruolo della Russia è messo in discussione”
Mentre l’Europa si avvia verso l’inverno e le tensioni geopolitiche aumentano, molti Paesi europei stanno vivendo turbolenze politiche. In Germania, il Governo di coalizione è in lotta per l’energia e la politica estera. Dopo un lungo periodo di esitazione, il Paese ha finalmente consegnato carri armati all’Ucraina, che ora ha bisogno di munizioni dalla Svizzera. Ma quest’ultima si è rifiutata di fornirle. La neutralità, infatti, vieta l’esportazione di armi in zone di guerra.
Neutralità significa non sostenere militarmente nessuna parte, nemmeno quella giusta. Questo è un principio della Convenzione dell’Aia. Ma per la Svizzera c’è anche un dilemma di fondo: armi contro tradizione umanitaria.
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Valori e armi, la Svizzera esporta entrambi
Fin dalla Prima guerra mondiale si discute su come un Paese che ha sempre sottolineato la sua tradizione umanitaria possa mantenere un’industria degli armamenti orientata all’esportazione.
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Esportazione di armi vs. tradizione umanitaria: una vertenza secolare
Per quanto riguarda l’Ucraina, la rotta attuale del Governo elvetico è chiara: niente munizioni, ma solidarietà illimitata.
Per ribadire questa solidarietà, in ottobre il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis si è recato a Kiev. L’obiettivo del viaggio era la pianificazione degli aiuti umanitari per l’inverno. Non è un compito tipico del presidente svizzero, ma è stato un gesto importante immortalato in una foto di Cassis con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Questo gesto è stato apprezzato in Ucraina? “A volte c’è rabbia”, dice l’ambasciatore svizzero a Kiev, Claude Wild.
Wild dice anche: “Quanto più efficienti sono i nostri aiuti umanitari, tanto meglio siamo compresi”. Finora la Svizzera ha consegnato più di 5’000 tonnellate di aiuti e cibo al Paese devastato dalla guerra.
Anche Bill Browder, un investitore britannico che si batte contro il regime russo e i suoi finanziamenti, mostra scarsa comprensione per la neutralità svizzera. La nostra giornalista Elena Servettaz lo ha intervistato.
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Le scappatoie di Putin nel mirino, la lotta di Bill Browder contro la Svizzera
È ancora più importante che noi cittadini e cittadine continuiamo a chiederci quale possa essere il nostro contributo. La nostra giornalista in pensione Gaby Ochsenbein ha deciso di agire e ha ospitato una famiglia ucraina composta da madre e figlia, di cui Ochsenbein ha raccontato difficoltà e speranze in un blog per SWI. Nel suo ultimo post, potete leggere come le due protagoniste siano finalmente riuscite a trasferirsi in un appartamento tutto loro.
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Viktoriia e Polina traslocano
Cosa possiamo fare nella situazione attuale? La nostra giornalista Patricia Islas vi invita a discutere con noi del tema del consumo energetico.
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