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La Svizzera dovrebbe continuare a finanziare Frontex

uomo in uniforme prende in braccio un bambino in lacrime
Addetti della guardia di frontiera europea durante il salvataggio di 56 persone al largo dell'isola greca di Lesbo, 8 dicembre 2015. In altre circostanze, delle ONG hanno accusato l'agenzia europea di maltrattamenti sui migranti. Keystone / Santi Palacios

La maggioranza del popolo svizzero ritiene che si debba continuare a sostenere l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), stando al primo sondaggio della SSR in vista delle votazioni federali del 15 maggio. Anche le leggi sui trapianti e sul cinema raccolgono la maggioranza dei consensi.

Mentre la guerra è tornata in Europa, le persone con diritto di voto in Svizzera non sembrano voler mettere in discussione la politica migratoria europea. Il 15 maggio, il popolo svizzero voterà sul contributo elvetico all’agenzia Frontex, responsabile della sorveglianza delle frontiere esterne dell’Europa, della lotta contro la criminalità transfrontaliera e della gestione dei flussi migratori.

Il 63% degli svizzeri e delle svizzere è favorevole alla partecipazione finanziaria della Confederazione a Frontex, secondo il primo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) condotto nella seconda metà del mese di marzo dall’istituto gfs.bern. Il 29% delle persone intervistate è contrario e l’8% è indeciso.

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Il sondaggio mostra che solo le persone che non hanno fiducia nel Governo sono contrarie al contributo elvetico a Frontex. Questo aumenterebbe da 24 a 61 milioni di franchi all’anno nel 2027, come previsto nel piano di rafforzamento dell’agenzia europea.

Il contributo svizzero è accolto positivamente dalla maggioranza dei sostenitori e delle sostenitrici di ogni partito, anche a sinistra, campo all’origine del referendumCollegamento esterno. Le voci più critiche si trovano tra i Verdi (partito ecologista) e i socialisti, ma non solo. Lo scetticismo è presente anche tra chi sostiene l’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista), un partito storicamente critico nei confronti del sistema di Schengen/Dublino e della libera circolazione delle persone.

Gli argomenti delle autorità a favore del progetto convincono un maggior numero di persone rispetto a quelli del campo del “no”. Una grande maggioranza di chi ha partecipato al sondaggio crede che la guardia di frontiera europea avrà bisogno di più risorse in futuro e che sia necessaria una migliore protezione delle frontiere esterne dell’Europa. L’istituto gfs.bern nota che le persone che sostengono Frontex sono già riuscite a dimostrare l’importanza di agire. Il campo del “sì” sta facendo valere “argomenti convincenti in materia di sicurezza in un contesto internazionale instabile”, indica l’istituto.

Verso il consenso presunto per la donazione di organi

Come la maggior parte dei Paesi europei, la Svizzera potrebbe adottare il principio del consenso presunto per la donazione di organi. Questo significa che qualsiasi individuo sarebbe considerato un potenziale donatore, a condizione che in vita non abbia dichiarato il contrario. Attualmente, affinché gli organi possano essere prelevati, una persona deve aver dato esplicitamente il suo consenso prima della morte oppure, in assenza di una dichiarazione, i membri della sua famiglia possono acconsentirvi.

Il 63% degli svizzeri e delle svizzere è favorevole a questo cambio di paradigma, il 34% è contrario e solo il 3% è per ora indeciso.

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La modifica della legge sui trapianti è accolta da un’ampia maggioranza degli elettori e delle elettrici di tutti i partiti, ad eccezione delle persone affiliate all’UDC. Anche coloro che non hanno fiducia nell’esecutivo e coloro con un basso livello d’istruzione si oppongono alla nuova legge.

Gli argomenti a favore della legge sono quelli che convincono maggiormente. L’84% delle persone intervistate riconosce che ci sono troppo poche donazioni di organi in Svizzera e che il problema vada risolto. Gli argomenti di chi si oppone sono meno efficaci, ma la maggioranza delle persone interrogate (59%) è comunque dell’opinione che il silenzio di una persona non debba essere interpretato come un assenso alla donazione di organi.

Il campo del “sì” gode di un ampio vantaggio e “un’inversione della maggioranza rappresenterebbe una grande sorpresa”, commenta l’istituto gfs.bern

La “Lex Netflix” ha il vento in poppa

Chi sostiene il progetto di revisione della legge sul cinema, soprannominato “Lex Netflix”, ha un vantaggio di 27 punti percentuali sul campo del “no”. La modifica legislativa intende obbligare le piattaforme di streaming a finanziare la creazione di serie e film svizzeri per un importo pari al 4% della cifra d’affari realizzata nel Paese.

Il 59% dei cittadini e delle cittadine sostiene la legge elaborata da Governo e Parlamento, mentre il 32% è contrario. Una parte considerevole dell’elettorato, il 9%, è ancora indeciso.

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Solo le persone vicine all’UDC e quelle che non hanno fiducia nel Governo respingono il progetto di legge. Sorprendentemente, il 49% dell’elettorato del Partito liberale radicale (PLR, destra) – che guida la campagna contro la modifica legislativa – sostiene la legge e solo il 43% è contrario.

Il campo del “sì” è particolarmente convincente con l’argomento secondo cui le nuove misure promuoveranno una produzione cinematografica più vicina alla cultura elvetica e garantiranno una maggiore diversità. Tuttavia, una piccola maggioranza delle persone che hanno partecipato al sondaggio teme un aumento dei prezzi degli abbonamenti alle piattaforme di streaming.

Il risultato della votazione è ancora aperto, nonostante il vantaggio di chi sostiene la legge. Le opinioni non sono ancora definite e gli argomenti “mostrano che l’approvazione si basa su una base debole”, secondo il gfs.bern.

L’istituto demoscopico paragona la situazione attuale a quella della votazione sul pacchetto di aiuti supplementari ai media, che è stato respinto alle urne lo scorso 13 febbraio: a trovarsi di fronte sono la libertà economica e la protezione della diversità. Tuttavia, il livello iniziale di approvazione del pacchetto di aiuti ai media era inferiore a quello attuale della legge sul cinema.

Il primo sondaggio SSR in vista delle votazioni del 15 maggio è stato realizzato dall’istituto di ricerca gfs.bern tra il 14 e il 28 marzo 2022. Sono state 6’738 le persone con diritto di voto interpellate. Il margine d’errore statistico è di +/- 2,8%.

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