Chi deve pagare per la sicurezza degli ebrei in Svizzera?
Gli ebrei svizzeri hanno paura di essere vittime di un attentato. Garantire la sicurezza nelle sinagoghe, nelle scuole e in altri edifici costa milioni di franchi alle comunità ebree. Ma ci sono anche altri motivi che potrebbero favorire la loro emigrazione dalla Svizzera.
Gli ebrei hanno un futuro in Europa? È questo l’interrogativo a cui cercheranno di dare una risposta i delegati della Federazione svizzera delle comunità israeliteCollegamento esterno (FSCI) durante la loro assemblea del 24-25 maggio. «La sicurezza è un tema molto sentito dagli ebrei svizzeri», spiega Herbert Winter, presidente della FSCI.
I motivi della loro crescente paura: di recente, in Europa alcuni gravi attentati terroristici hanno preso di mira edifici ebrei, per esempio una sinagoga a Copenaghen, una scuola a Tolosa, il museo ebreo a Bruxelles e un supermercato kosher a Parigi.
Neonazisti e islamisti
Negli ultimi anni, in Svizzera non si sono verificati avvenimenti tanto drammatici. Tuttavia gli ebrei svizzeri sono preoccupati. «Vediamo ciò che avviene all’estero. E la Svizzera non è un’isola felice», dice Winter. «In generale, la Svizzera è più a rischio rispetto al passato».
Stando al Rapporto sull’antisemitismo 2016Collegamento esterno, il pericolo maggiore per gli ebrei svizzeri è rappresentato attualmente da neonazisti e islamisti. Dal terrore di matrice palestinese degli anni Settanta, le comunità ebree in Svizzera hanno adottato varie misure per garantire la sicurezza nelle sinagoghe, nelle scuole, nelle case anziani e in altri edifici. A questo proposito hanno installato camere di sorveglianza, impiegato personale addetto alla sicurezza e realizzato accessi più sicuri.
Tali misure sono state rafforzate negli ultimi anni. Finora, gli stessi ebrei si sono accollati i costi di questi provvedimenti preventivi. «La spesa è diventata astronomica», rileva Winter. La fattura annuale per tutta la Svizzera supera i cinque milioni di franchi. A ciò, a scadenze irregolari si aggiungono opere di ristrutturazione che ammontano a diversi milioni di franchi. «I costi per la sicurezza sono quasi raddoppiati negli ultimi due anni e vengono assunti dai singoli membri delle comunità, tramite le quote di adesione».
Altri sviluppi
Ritratti che riflettono un’emancipazione
La Confederazione liquida gli ebrei con un consiglio finanziario
Winter chiede che sia lo Stato ad assumersi parte dei costi. Nel 2016, la Confederazione ha indicato in un rapportoCollegamento esterno che sebbene gli ebrei siano particolarmente a rischio, «al momento non esiste né una base costituzionale né una base legale per la partecipazione della Confederazione ai costi delle misure di sicurezza per le istituzioni ebraiche». Inoltre liquida la questione con un consiglio: «Le organizzazioni ebraiche potrebbero istituire una fondazione per il finanziamento delle loro spese».
Il rapporto, afferma Winter, ha ampiamente deluso gli ebrei in Svizzera. «Molti si sono sentiti abbandonati». Per il presidente della FSCI rimane un mistero come la creazione di una fondazione possa migliorare la situazione. Stando al rapporto sarebbero le stesse comunità ebraiche a finanziare la fondazione, le stesse che già ora saldano le fatture per la sicurezza.
Le comunità ebraiche non sono quasi più in grado di assumersi questa spesa. Tra l’altro, anche perché il numero di membri continua a diminuire a causa di matrimoni misti, assimilazione e defezioni. È un fenomeno analogo a quello che stanno vivendo le comunità cristiane in Svizzera. Per questo motivo, durante l’assemblea della FCSI si parlerà anche di «Demografia e sicurezza».
Protezione delle minoranze
In occasione di grandi eventi, come l’anniversario del congresso sionista (previsto anche quest’anno), viene allestito sempre un enorme dispositivo di sicurezza, mentre le autorità lasciano a sé stessi i cittadini ebrei. Lo stesso discorso vale anche per i musulmani che a loro volta vivono momenti difficili a causa dell’islamofobia o dell’estremismo di destra. Per esempio, lo scorso dicembre un uomo ha sparato a caso in una moschea a Zurigo.
Di recente si sono registrate alcune novità. Il 10 aprile, la Confederazione ha comunicatoCollegamento esterno che intende proteggere meglio le minoranze a rischio, come ebrei e musulmani. Per questo motivo intende elaborare entro la fine del 2017 un relativo piano d’azione nel quale affronterà anche l’argomento del finanziamento della sicurezza.
«Sembra di essere vicini a una svolta rispetto al passato», dice Winter. La Confederazione si è resa conto che ha un obbligo di coordinazione. «Spero in una soluzione in tempi brevi e in una sensata ripartizione dei costi».
Gli ebrei hanno un futuro in Svizzera?
In Francia dopo gli attentati si è registrata un’emigrazione record di ebrei verso Israele. L’Ufficio federale di statistica non è in grado di quantificare il numero di ebrei che di recente ha lasciato la Svizzera. Stando al presidente della FSCI non c’è stata un’emigrazione a causa del timore di attentati. In Svizzera si può ancora vivere. C’è qualcos’altro che lo preoccupa. «Se la Svizzera, come a volte si discute, introdurrà il divieto di portare il velo, di circoncidere i ragazzi o di importare carne kosher, allora un numero maggiore di ebrei lascerà il nostro paese».
Secondo voi com’è possibile impedire gli attentati a sinagoghe e moschee? E chi deve assumersi i costi per le misure di sicurezza? Inviateci un commento!
Traduzione dal tedesco di Luca Beti
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