Trionfa l’iniziativa contro le paghe dorate dei manager
Il popolo ha plebiscitato l’iniziativa che mira a impedire le retribuzioni faraoniche dei top manager. Di fronte al risultato senza appello, vincitori e oppositori auspicano una rapida attuazione della legge.
Il successo per l’iniziativa che rafforza il potere degli azionisti, nell’intento di evitare che gli alti dirigenti si attribuiscano paghe stratosferiche era stato previsto dai sondaggi. Ma le sue dimensioni hanno superato i pronostici.
Con quasi il 70% di sì, il sostegno all’iniziativa “contro le retribuzioni abusive” è stato non solo nettissimo, ma anche compatto: tutti i 26 cantoni della Svizzera l’hanno accettata in modo chiaro. Campioni del sì sono stati i giurassiani, con il 77,1%, tallonati dagli sciaffusani, che con il 75,9% di consensi hanno mostrato un deciso sostegno al loro senatore Thomas Minder, promotore dell’iniziativa. Solo in tre cantoni i sì sono stati inferiori al 60%.
Il risultato del voto conferma quello che avevano rivelato i sondaggi dell’istituto gfs.bern: la proposta di Minder ha ottenuto anche l’appoggio dell’elettorato dei partiti di destra e del centro, che la combattevano.
Finita una battaglia, ne inizia un’altra
Evidentemente felice del risultato della votazione, Thomas Minder ha dichiarato alla televisione svizzera tedesca di essere sollevato che “la lunga lotta sia conclusa”. Ora inizia però una nuova battaglia: quella dell’attuazione nella legge di questo articolo costituzionale. Certamente “il popolo svizzero ha dato un segnale forte ai consigli d’amministrazione e al mondo politico”. Tuttavia è notorio quanto la questione “sia controversa in parlamento”.
Rassicurazioni in proposito sono venute dalla ministra di giustizia Simonetta Sommaruga, che ha promesso di mettersi subito all’opera. La ministra socialista ha detto di comprendere il malessere del popolo e ha avvertito che anche tutti gli ambienti interessati dovranno capire il segnale uscito dalle urne. Simonetta Sommaruga si è pure detta persuasa che l’economia elvetica potrà vivere con queste nuove regole, che ha fermamente combattuto.
Acerrima oppositrice dell’iniziativa “contro le retribuzioni abusive”, la Federazione delle imprese svizzere economiesuisse assicura che parteciperà “in maniera costruttiva all’elaborazione dell’ordinanza d’esecuzione e all’implementazione dell’iniziativa nella legge”, nel rispetto della volontà popolare.
Altri sviluppi
Con indignazione, da solo contro tutti
Lo stesso impegno è espresso dal Partito liberale radicale, il quale sottolinea che “il verdetto del popolo è un avvertimento chiaro: la libertà esige responsabilità individuale e, soprattutto per i più ricchi, autolimitazione e buon senso”.
Dal canto suo il direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri Hans-Ulrich Bigler si è detto preoccupato del modo in cui sarà concretizzata l’iniziativa. “Esigiamo che le piccole e medie imprese svizzere non siano ancora una volta ostacolate con regolamentazioni restrittive, per esempio con una tassa sui bonus”. Il rappresentante delle PMI ha precisato che si dovrà “rinunciare a integrarvi esigenze che vanno oltre l’iniziativa”.
L’allusione è alla sinistra, che già guarda a nuove misure più incisive. “È chiaro che gli eccessi salariali non saranno bloccati da questa iniziativa”, afferma la Gioventù socialista svizzera, che ha promosso un’iniziativa affinché in un’azienda lo stipendio più elevato possa essere al massimo dodici volte quello più basso. Un’opinione condivisa dall’Unione sindacale svizzera, secondo cui il sì all’iniziativa Minder “non risolverà il problema dei manager approfittatori”.
Lotta contro la cementificazione
Dalle urne domenica è uscito anche un altro chiaro sì: quasi il 63% dei votanti ha approvato la revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT) che ha lo scopo di lottare contro il cementificazione del territorio e la perdita di terreni agricoli. In un solo cantone – il Vallese – è stata respinta.
La modifica legislativa mira a limitare le aree edificabili all’equivalente delle necessità previste per i prossimi quindici anni. Cantoni e comuni che hanno ampliato troppo abbondantemente le zone edificabili sarebbero costretti a ridurle e a risarcire i proprietari.
Soddisfatta del risultato, l’organizzazione Pro Natura ritira dunque definitivamente la sua iniziativa “Per il paesaggio”, che esigeva una moratoria di 20 anni sulle zone edificabili. Per il segretario segretario centrale di Pro Natura, Otto Sieber, si tratta di un “verdetto molto chiaro della popolazione contro la dispersione degli insediamenti”. “Obbligherà cantoni e comuni che hanno troppe zone edificabili a darsi una calmata”. “La normativa renderà molto più difficili le eccezioni”, ha aggiunto Sieber.
Anche qui ora inizia la battaglia sulle modalità di applicazione. L’USAM vuole che i bisogni dell’industria siano presi in considerazione. L’organizzazione delle piccole e medie imprese intende quindi partecipare alle discussioni tra Confederazione e cantoni sui cosiddetti “dezonamenti”.
Da parte sua, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), ha detto di attendersi ora che il governo federale applichi queste novità con “oculatezza”.
Comunque vada la modifica della legge non sarà applicata dall’oggi al domani: i cantoni hanno cinque anni di tempo per adeguare i piani direttori. Spetta poi ai comuni adeguare le zone edificabili nei loro piani di utilizzazione. Al riguardo, la legge non impone loro alcuna scadenza. L’adeguamento potrà durare quindi diversi anni.
Politica familiare inciampa nella doppia maggioranza
Pur avendo ottenuto una maggioranza di sì pari al 54,3%, il nuovo articolo costituzionale volto a migliorare le condizioni di vita dei genitori che desiderano conciliare lavoro e famiglia non ha superato lo scoglio delle urne. Non ha infatti ottenuto anche la maggioranza dei cantoni, necessaria per una modifica costituzionale: 15 l’hanno respinto, mentre gli altri 11 l’hanno accettato.
La bocciatura è venuta dalla Svizzera tedesca e rurale: tutti i cantoni latini, oltre ai due di Basilea e a quelli di Zurigo e Soletta hanno invece approvato la proposta. Si tratta del nono oggetto nella storia della Confederazione che raccoglie la maggioranza del popolo ma non dei cantoni.
Il testo avrebbe semplicemente incaricato Confederazione e Cantoni di promuovere la conciliabilità tra la vita familiare e l’esercizio di un’attività lucrativa o una formazione. In particolare, avrebbero dovuto sostenere i genitori con figli a carico, accordando loro mezzi supplementari, sgravi fiscali e potenziando le strutture di custodia complementari alla famiglia.
Se a livello nazionale oggi l’elettorato ha approvato ‘iniziativa per impedire rimunerazioni indecentemente elevate per i top manager, nel Giura il popolo ne ha accettata anche una per impedire quelle indecentemente basse per i dipendenti.
Lanciata dalla Gioventù socialista e progressista giurassiana, l’iniziativa “Un Giura dai salari decenti” chiede la creazione di una base legale nel cantone per introdurre dei minimi salariali nei rami economici e nelle aziende in cui non vige un contratto collettivo di lavoro. L’importo non sarebbe uguale per tutte le attività, ma fissato in base al salario mediano nazionale della professione.
Sostenuto dalla sinistra e dai sindacati, il testo era combattuto dalla destra e dalle organizzazioni economiche.
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