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Sarà presto possibile stampare la scheda elettorale a casa?

Gli Svizzeri all'estero potrebbero ricevere online le schede elettorali, in modo da evitare tempi lunghi nella spedizione per posta. Keystone / Alessandro Della Bella

Ricevere i documenti di voto via Internet, stamparli e quindi rispedirli per posta. È questa la soluzione che potrebbe essere adottata per facilitare la partecipazione della Quinta Svizzera a elezioni e votazioni. La proposta, accolta martedì dal Consiglio nazionale, soddisfa anche all'Organizzazione degli Svizzeri all'estero.

Cambiamento paradigmatico nella lotta in corso per facilitare la partecipazione degli Svizzeri all’estero a votazioni ed elezioni federali. Mentre l’estensione del voto elettronico non progredisce, il Consiglio nazionale (Camera del popolo) ha accettato martedì, con 115 voti contro 69, una mozioneCollegamento esterno che mira a sostituire il voto elettronico con l’invio elettronico.

Così, invece di promuovere l’e-voting, il testo presentato da Claudio Zanetti propone di affrontare il problema alla rovescia. Il deputato dell’Unione democratica di centro (UDC / destra conservatrice) ha infatti chiesto al governo di inviare elettronicamente il materiale di voto agli Svizzeri all’estero. Dovranno quindi stamparlo e rispedirlo per posta.

Per Ariane Rustichelli, direttrice dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero, la posta elettronica è una buona alternativa al voto elettronico. Butterfly-Photoart

In alcuni paesi, la diaspora svizzera riceve il materiale di voto troppo tardi per poter votare in tempo utile. Claudio Zanetti ritiene che la sua proposta risolverebbe il problema, riducendo della metà i tempi di invio e rispedizione dei documenti. Il voto elettronico non rappresenta invece una soluzione agli occhi del deputato dell’UDC, che lo considera addirittura pericoloso.

Da parte sua, il governo ritiene “più appropriato” proseguire i lavori per estendere il voto elettronico. Il Consiglio federale ha ricordato che l’invio elettronico richiederà comunque la trasmissione fisica di codici di verifica. Pertanto, “sostituire il voto elettronico con l’invio elettronico non farebbe guadagnar tempo agli elettori”, ha sostenuto invano il Consiglio federale.

Il voto elettronico nella tormenta

L’argomento della sicurezza sembra aver convinto la maggioranza dei deputati, mentre il voto elettronico si trova sotto il fuoco delle critiche. In gennaio, un’alleanza di rappresentanti di tutti i partiti ha lanciato un’iniziativa popolare che chiede una moratoria sulla sua introduzione, ritenendo che non garantisca la sicurezza del voto.

«È il segno di un enorme sostegno politico alla partecipazione degli Svizzeri all’estero alle elezioni»
Ariane Rustichelli

Inoltre, degli hacker hanno recentemente mostrato delle lacune nel sistema elettronico messo a punto dalla Posta svizzera. CH Vote, il sistema sviluppato dal Cantone di Ginevra, sarà invece abbandonato a partire, al più tardi, dal 2020 per motivi finanziari.

E-voting, ma non ad ogni costo

“Questo è un segno di enorme sostegno politico alla partecipazione degli Svizzeri all’estero alle elezioni”, afferma Ariane Rustichelli. Tenendo conto della difficoltà di far avanzare il voto elettronico, la direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE)Collegamento esterno ritiene che l’invio elettronico costituirebbe una soluzione alternativa: consentirebbe a un maggior numero di svizzeri all’estero di votare, perlomeno a quelli residenti in Europa. “Il voto elettronico è per noi un modo per permettere alla Quinta Svizzera di esercitare i propri diritti civili, ma se c’è un’opzione migliore, la sosteniamo anche noi”, afferma Ariane Rustichelli.

L’OSE è ora in attesa di una presa di posizione da parte del governo, che deve decidere se consentire alla Posta svizzera di continuare a gestire il proprio sistema di voto elettronico nonostante le lacune riscontrate. Tuttavia, per le elezioni federali del prossimo ottobre, è possibile che nessuno possa votare online.

Due mozioni ritirate

Altre due mozioni sul voto elettronico sono state ritirate martedì dai loro autori. La prima, presentata da Laurent Wehrli, deputato del Partito liberale radicale (PLR / centro-destra), chiedeva al governo di includere il voto elettronico nel mandato di servizio pubblico universale della Posta svizzera. La seconda, del deputato socialista Carlo Sommaruga, proponeva alla Confederazione di riprendere il sistema sviluppato nel cantone di Ginevra. 

Traduzione di Armando Mombelli

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