Presidente USS Maillard: “non vedo soluzione vicina con Bruxelles”
Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard non vede una soluzione praticabile vicina nei negoziati per un accordo quadro con l'Unione europea.
(Keystone-ATS) A suo avviso sebbene vi siano alcuni miglioramenti, quanto si profila è addirittura peggiore in termini di protezione dei salari.
Quello portato avanti da Consiglio federale e Ue è un “progetto di liberalizzazione”, ha detto il 56enne in un’intervista alla radio SRF. Liberalizzazione del mercato del lavoro, di quello dell’elettricità e delle ferrovie. “Abbiamo sempre detto: non va bene andare in questa direzione”.
L’ex consigliere di stato vodese ha anche relativizzato il grande dibattito in atto sulla cosiddetta clausola di salvaguardia. “Questa pseudo-clausola che ora è in discussione, con un paragrafo elastico che dice che in caso di problemi si discute, non porterà assolutamente a nulla”, si dice convinto. La Svizzera ha già una protezione, è quella dei salari. “Più questa è stringente, meno i datori di lavoro hanno un incentivo ad andare a prendere all’estero dipendenti che costano meno”.
A suo dire una soluzione deve essere nell’interesse di tutti, come è avvenuto negli ultimi decenni. Secondo Maillard i negoziati con Bruxelles troveranno comunque una conclusione concreta e il Consiglio federale invierà l’accordo al parlamento. “Poi vedremo”, ha affermato il consigliere agli stati (PS/VD). “Se l’intesa rimarrà così com’è, ci opporremo”.
Sul fronte della politica sociale, Maillard si è inoltre impegnato a sostenere l’iniziativa del Centro per l’aumento delle pensioni AVS delle coppie sposate. Si è poi espresso a favore di un aumento dei salari reali e di un ritocco degli assegni familiari: la popolazione lavora quanto tre anni or sono, ma sulla scia dell’inflazione riceve meno in cambio, ha sostenuto.