Prezzi farmaci: perizia critica accordi segreti governo-industria
(Keystone-ATS) Il Consiglio federale e l’industria farmaceutica vogliono limitare l’accesso ai documenti riguardanti le trattative sui modelli “di sconto” da applicare ai prezzi dei nuovi farmaci.
Un parere giuridico commissionato dall’organizzazione non governativa (ong) Public Eye critica ora aspramente questo approccio, secondo quanto riferito oggi dai settimanali “NZZ am Sonntag” e “Le Matin Dimanche”, che hanno visionato la perizia.
Nell’intento di comprimere i costi sanitari, il governo invierà al parlamento nelle prossime settimane un pacchetto di misure, tra cui appunto i modelli “di sconto”, negoziati con le aziende farmaceutiche quando un medicinale viene ammesso dall’assicurazione obbligatoria. All’origine della mossa vi è la consapevolezza che i farmaci costituiscono una fetta non indifferente della spesa per la salute, ovvero un franco su cinque di quanto fatturato nell’ambito della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal).
Secondo quanto riferito dai domenicali, alla base delle trattative per fissare i modelli di prezzo vi è un meccanismo ben preciso: l’industria propone ufficialmente dei prezzi pubblici, quelli utilizzati per i confronti internazionali, poi però in segreto negozia assieme all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sconti basati su vari criteri. Ad oggi, rilevano le due testate, le autorità competenti hanno concluso già un centinaio di accordi in questo senso.
Finora la maggior parte di questi ribassi concessi dall’industria farmaceutica poteva essere trovata cercando nelle varie banche dati pubbliche. Ora, con il suo progetto, il Consiglio federale mira a proteggerne la segretezza limitando l’accesso alle informazioni. Per Public Eye – citata dai domenicali – si tratta di un “regalo all’industria farmaceutica che sacrifica il principio di trasparenza del processo”.
Secondo la perizia voluta dall’organizzazione e realizzata dallo studio legale Wagner Prazeller Hug di Basilea, la limitazione del principio di trasparenza voluta dal Consiglio federale creerebbe “un precedente problematico” e contravverrebbe all’obiettivo di trasparenza dell’amministrazione.
“Soprattutto nel campo delle assicurazioni sociali, che generano costi considerevoli per lo Stato e per gli assicurati, non sembra accettabile limitare la trasparenza dell’amministrazione per soddisfare interessi legati alla politica e all’economia”, scrivono gli autori del parere.