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Alla ricerca dell'”autentico” strumento musicale svizzero

Suonatore di corno
Difficile trovare un'immagine più svizzera: un suonatore di corno delle Alpi in costume tradizionale in un prato che sovrasta il Lago dei Quattro Cantoni. Keystone / Urs Flueeler

Per la maggior parte delle persone, il corno delle Alpi è indissociabile dalla Svizzera. Tuttavia, le origini di questo strumento non sono elvetiche, così come d'altronde quelle della maggior parte degli strumenti tipici del folclore della Confederazione. Secondo musicologhe e musicologi, uno solo può essere classificato come puramente svizzero.

Il corno delle Alpi è un oggetto emblematico dell’immagine della Svizzera all’estero, così come l’orologio a cucù. Tanto vale precisarlo subito, sia uno, sia l’altro non sono autenticamente svizzeri. Il famoso “cucù svizzero”, in bella mostra nella maggior parte dei negozi di souvenir a Ginevra o a Lucerna, è originario della Foresta nera.

Lo strumento di una “popolazione pastorale”

Per tornare alla musica, la smentita vale anche per il corno delle Alpi, eletto a simbolo della Svizzera e della sua cultura popolare. Per specialisti e specialiste della musicologia, nulla permette di attribuire l’origine di questo strumento alla Svizzera.

Coro di corni
1’006 corni delle Alpi risuonano contemporaneamente: questo record del mondo è stato stabilito il 31 agosto 2024 sul prato del Klewenalp, nel Canton Nidvaldo. Keystone / Urs Flueeler

“La storia del corno delle Alpi è lunga e le origini sono difficili da stabilire”, sottolineaCollegamento esterno la Scuola di musica di Losanna (EML). “Lo strumento ha sicuramente tratto ispirazione dai corni e dalle tube arrivate in Europa dall’Asia centrale con le mandrie dei pastori nomadi”.

Dalle steppe dell’Asia centrale alle Alpi svizzere la strada è lunga. Come spiegare quindi che il corno sia diventato così caro alla popolazione elvetica?

Lo strumento serviva un tempo come mezzo di comunicazione nelle valli del Paese alpino, ad esempio per lanciare l’allarme o radunare la gente in chiesa. Queste funzioni hanno avuto gran successo nell’immaginario. Il corno delle Alpi si è adattato perfettamente all’immagine di “popolazione pastoraleCollegamento esterno” che la Svizzera si è autoattribuita durante il Romanticismo.

“Il corno delle Alpi è stato praticamente ridotto al silenzio in quanto strumento dei pastori”, ricordaCollegamento esterno Svizzera Turismo. “Solo durante il Romanticismo, nel XIX secolo, e con la ripresa del folclore e del turismo, il corno delle Alpi ha vissuto una rinascita – diventando persino simbolo nazionale”.

Origini sempre straniere

Quasi tutti gli strumenti emblematici del folclore svizzero sono in realtà degli adattamenti locali di strumenti arrivati da fuori. A cominciare dal celebre organetto svittese (Schwyzerörgeli), star dei gruppi folk elvetici, che ha origini austriache. Messo a punto a Svitto nel 1886, è una delle moltissime declinazioni della fisarmonica diatonica inventata a Vienna nel 1829 e poi diffusasi in tutta Europa.

organetto
L’organetto svittese è uno strumento imprescindibile per moltissimi gruppi di musica folk in Svizzera. Keystone / Urs Flueeler

Le cetre da tavolo sono state molto popolari nella musica tradizionale svizzera, al punto che esiste un museoCollegamento esterno a loro interamente dedicato nel Canton Berna. Il rappresentante più noto di questa famiglia di strumenti è l’hackbrett (o salterio) ancora molto utilizzato nel folclore appenzellese. La sua esistenza è già attestata nella città di Zurigo nel 1447, quando una multa per rumori molesti è stata inflitta a una persona che lo suonava durante la notte.

Malgrado la presenza secolare nel Paese, l’hackbrett non ha origini svizzere. Ci sono diverse teorie su come vi sia arrivato, ma musicologi e musicologhe sono concordi nel dire che arriva dall’Europa orientale. D’altronde, la famiglia delle cetre da tavolo è enorme e l’hackbrett ha cugini in tutto il mondo, dall’Inghilterra alla Cina e il Giappone, passando per l’Ungheria.

Cetra da tavolo
L’hackbrett appenzellese conta 125 corde (5 per ogni nota) che vengono percosse con delle bacchette. La parte morbida della bacchetta permette di ottenere un suono che ricorda il pianoforte, la parte opposta quello del clavicembalo. Keystone / Gaetan Bally

Una semplice ciotola

Allora, esiste veramente uno strumento autenticamente svizzero? Buone notizie, la nostra ricerca non resterà vana. Lo strumento che non troveremo da nessun’altra parte al mondo è il talerschwingen di Appenzello, che si può tradurre in italiano come “il giro del tallero”, che accompagna i canti jodel.

Persona
In una visita di Stato in Svizzera nel 2010, il presidente turco Abdullah Gul si è cimentato nel talerschwingen. KEYSTONE/REUTERS POOL/Arnd Wiegmann

Il principio consiste nel far ruotare una moneta in una ciotola di terracotta. Questo movimento produce un suono che varia a seconda del formato del recipiente. Ai nostri giorni, non è più un tallero a girare in questo modo, ma una moneta da cinque franchi, preferibilmente risalente a prima del 1967, quando erano ancora coniate in argento – il che è importante per il suono.

Un esempio di talerschwingen nel folclore appenzellese (youtube):

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Si tratta di un modo molto rudimentale di produrre un suono, diranno le persone più critiche. Ma il carattere semplice e modesto di questo strumento è probabilmente quello più in armonia con lo spirito di una “popolazione pastorale”.

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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Moderato da: Zeno Zoccatelli

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