Il Congresso degli svizzeri all’estero rimane un evento sociale e politico
L'edizione 2024 del Congresso degli svizzeri all'estero sarà la centesima. L'evento si è naturalmente evoluto nel tempo, ma l'idea di base rimane la stessa: riunire la diaspora e sensibilizzare sull'esistenza e sulle esigenze specifiche della Quinta Svizzera.
Il Congresso degli svizzeri all’estero si terrà a Lucerna dall’11 al 13 luglio. Sarà la centesima volta che la diaspora elvetica si riunisce in Svizzera.
L’idea di stringere legami più stretti tra gli svizzeri e le svizzere all’estero e la loro patria è nata nel contesto della Prima guerra mondiale, sotto l’impulso della Nuova società elveticaCollegamento esterno. La prima Giornata degli svizzeri all’estero si tenne nell’aprile 1918, in concomitanza con la Fiera campionaria di Basilea.
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Questa prima giornata segnò l’inizio del Congresso annuale così come esiste ancora oggi. E se l’edizione del centenario si svolge nel 2024 anziché nel 2018, è perché sei edizioni erano state cancellate a causa della Seconda guerra mondiale e, più recentemente, della pandemia di coronavirus (2020 e 2021).
Un incontro sociale e politico
Il raduno annuale della Quinta Svizzera ha una duplice funzione. In primo luogo, ha una funzione sociale, in quanto permette agli svizzeri e alle svizzere che sono andati a vivere all’estero di condividere le proprie esperienze e di creare legami durante il loro soggiorno in patria.
Ma c’è sempre stata anche una funzione politica, che consiste nel ribadire l’esistenza della Quinta Svizzera alla Svizzera ufficiale e nel difendere e far conoscere gli interessi specifici della diaspora. Di questo aspetto politico si occupa il Consiglio degli svizzeri all’estero, che tradizionalmente organizza una delle sue due sessioni annuali nell’ambito del Congresso.
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Francobolli per celebrare svizzere e svizzeri all’estero
Negli ultimi cento anni, il Consiglio non si è sempre tenuto in parallelo al Congresso. Tuttavia, la dimensione politica è sempre stata presente. “La forma ha visto talvolta delle variazioni, ma questa doppia dimensione, sociale e politica, è sempre esistita; è una forma di continuità che vediamo in tutti i Congressi”, osserva Ariane Rustichelli, direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE).
Un nuovo peso politico
La Svizzera ufficiale ha sempre prestato una certa attenzione a questi incontri della Quinta Svizzera, a volte anche in maniera significativa. Negli anni Quaranta, ben quattro consiglieri federali si recarono a un Congresso.
Ma è soprattutto da quando hanno potuto votare per posta alle elezioni federali (1992) che gli svizzeri e le svizzere all’estero hanno acquisito una maggiore visibilità politica. “La Quinta Svizzera rappresenta un elettorato potenziale significativo ed è per questo che diversi partiti si rivolgono a essa”, osserva il politologo Claude Longchamp. Il peso politico della diaspora può non essere decisivo, ma può essere importante per alcuni partiti.
Questo nuovo peso politico può essere visto in termini concreti. Da alcuni anni, tutti i principali partiti politici hanno una sezione internazionale rivolta specificamente all’elettorato all’estero.
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L’interesse dei grandi partiti svizzeri per la diaspora
Tale interesse si è manifestato anche nei Congressi, dove il numero di stand dei partiti è aumentato nel corso degli anni. Un altro segno di questo interesse è che quest’anno, per la seconda volta, si terrà a Lucerna la “cena dei partiti politici”.Collegamento esterno
Forse non tutti gli anni
Questa centesima edizione è anche un’occasione per guardare al futuro. In poco più di un secolo, il volto stesso della diaspora è cambiato. “All’epoca del primo Congresso, gli emigrati e le emigrate erano viste come persone che non sarebbero mai più tornate in Svizzera”, afferma Claude Longchamp. “Oggi, invece, molti di loro sono molto più mobili. A volte si recano all’estero per motivi professionali e fanno regolarmente la spola tra la Svizzera e il Paese di residenza. Non sono più persone che hanno lasciato la Svizzera per sempre, ma persone che possono tornare”.
Inoltre, i moderni mezzi di comunicazione hanno cambiato la situazione. Anche quando si vive dall’altra parte del mondo, è possibile avere un contatto immediato con i propri cari in Svizzera o tenersi aggiornati su ciò che accade nel Paese d’origine. Ciò solleva la questione dell’utilità di un grande incontro annuale come il Congresso.
Ariane Rustichelli è convinta che l’aspetto sociale dei Congressi rimanga importante come sempre: “Gli esseri umani sono per definizione esseri sociali”, sottolinea. Le persone che partecipano ai Congressi hanno piacere di vedersi e di parlare tra loro. La pandemia ha dimostrato che i nuovi strumenti di comunicazione non possono sostituire completamente gli incontri faccia a faccia. Inoltre, partecipare ai congressi può essere un’opportunità per immergersi in un’atmosfera svizzera. Si può seguire ciò che accade in Svizzera da lontano, ma ci sarà sempre un valore aggiunto nel venire a vivere la realtà svizzera in Svizzera”.
Resta il fatto che la partecipazione è in calo. Quest’anno il Congresso, che tradizionalmente si svolge in agosto, è stato addirittura spostato a luglio, nel tentativo di renderlo più accessibile.
Alla luce di questi sviluppi, è possibile che i Congressi del futuro assumano una forma ibrida, come già avviene per le riunioni del Consiglio, con edizioni in Svizzera e altre online. “È possibile che i Congressi del futuro non si tengano più in Svizzera ogni anno, ma ogni due o tre anni”, afferma Ariane Rustichelli.
A cura di Samuel Jaberg
Traduzione dal francese di Sara Ibrahim
Revisione di Marija Miladinovic
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