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Il Consiglio degli svizzeri all’estero dice sì ad elezioni democratiche

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Il Consiglio degli svizzeri all'estero in riunione a Lucerna. Auslandschweizer-Organisation / Nicolas Brodard

I delegati e le delegate del Consiglio degli svizzeri all'estero hanno votato giovedì a larga maggioranza a favore di un progetto pilota per elezioni più dirette. Tuttavia, le nuove circoscrizioni elettorali sono oggetto di dibattito, così come la decisione di tenere il Congresso della Quinta Svizzera solo ogni quattro anni.

“Parliamo della questione controversa”, ha esordito Andreas Feller-Ryf, membro del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE), illustrando all’assemblea il progetto che sta portando avanti. Lui e un gruppo di giovani membri del cosiddetto “Parlamento della Quinta Svizzera” vogliono elezioni più democratiche e dirette del Consiglio che rappresenta la diaspora elvetica.

È un progetto ambizioso, ma necessario. Finora il CSE è stato costituito indirettamente, con i membri delle associazioni che eleggevano i loro rappresentanti nel Consiglio. Il gruppo di lavoro auspica invece un sistema di elezioni a suffragio universale.

Andreas Feller-Ryf ha affrontato anche la questione dei club e delle associazioni svizzere, il secondo argomento delicato. Questi stanno perdendo terreno e all’interno dei club si teme una perdita di potere con elezioni più dirette. Tuttavia, il nuovo sistema elettorale sarebbe utile anche per loro: “Sono parte integrante del voto diretto”.

“Rappresentiamo la Svizzera all’estero, ma non riflettiamo il sistema democratico del nostro Paese, di cui siamo così orgogliosi”, ha sottolineato Andreas Feller-Ryf.

Grazie allo strumento di voto sviluppato dall’Università di Scienze Applicate di Berna, l’elezione sarà standardizzata, il che significa meno lavoro per le associazioni. Ma esse continueranno a svolgere un ruolo importante nel processo.

“Abbiamo bisogno di loro per cercare i candidati e le candidate”, o per coordinare le elezioni, in modo che le persone candidate in un Paese non provengano tutte dalla stessa area, il che non sarebbe molto rappresentativo.

Chi è candidato al CSE continuerà a essere selezionato a livello locale e ogni persona di nazionalità svizzera registrata presso una rappresentanza consolare sarà invitata ad esprimersi. Queste riceveranno un’e-mail dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) contenente un codice per votare.

+ Come gli svizzeri e le svizzere all’estero trascendono i confini. Il nostro servizio:

Fase test

Nell’ambito di un progetto pilota, il nuovo sistema di voto sarà introdotto a partire dalla prossima legislatura in più di dodici Paesi, tra cui Canada, Stati Uniti, Perù, Germania, Spagna, Portogallo e Australia.

E questa è la vera rivoluzione: un progetto pilota era sì previsto ed era stato approvato, ma il gruppo di lavoro ha potuto appoggiarsi su dei fatti e ha raggiunto la massa critica. Grazie ai molti Paesi che ha incoraggiato a partecipare, probabilmente 44 seggi saranno attribuiti tramite elezione diretta. Con 120 persone che siedono in Consiglio, ciò equivale praticamente a un cambio di sistema.

Per garantire una distribuzione rappresentativa dei Paesi e delle regioni, sono state ridefinite le circoscrizioni elettorali. Anche questa è una piccola rivoluzione, che ha suscitato discussioni durante la riunione. Le circoscrizioni elettorali dipendono ora dal numero di persone con il passaporto rossocrociato che vivono nelle regioni. Non ci sono più seggi garantiti per Paese.

Alcuni Stati, come il Venezuela, non avranno più una propria delegazione. Gli Stati baltici formano ora una circoscrizione elettorale con la Russia, il che ha suscitato l’incomprensione di molti alla luce dell’attuale situazione politica. Visibilmente colpito dal dibattito, il presidente del Comitato dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero Filippo Lombardi ha lasciato trasparire la sua emozione: “Gli svizzeri all’estero di un Paese non sono nemici degli svizzeri all’estero di un altro Paese!”.

Il CSE ha approvato la nuova ripartizione dei seggi con il 75% dei voti favorevoli. Il progetto procede quindi come previsto. Entro la fine di agosto, in ogni Paese verranno nominati dei comitati elettorali per cercare i futuri e le future candidate.

Il cambiamento è quindi avvenuto dal basso.

Il Congresso non si terrà più ogni anno

L’altra rivoluzione è arrivata dall’alto, praticamente decretata dal Comitato: il Congresso degli svizzeri all’estero non si terrà più ogni anno.

Invece di svolgersi a luglio, come quest’anno, il Congresso dovrebbe tornare a tenersi in agosto, ma solo ogni quattro anni, cioè una volta per legislatura. Non molto tempo fa, il Congresso era l’evento emblematico per la Quinta Svizzera. Una volta all’anno, centinaia di espatriati ed espatriate si riunivano durante un fine settimana di agosto. La maggior parte delle volte era presente un membro del Consiglio federale.

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Foto Lucerna.

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Il Congresso degli svizzeri all’estero rimane un evento sociale e politico 

Questo contenuto è stato pubblicato al Il 100° Congresso degli svizzeri all’estero si terrà a Lucerna. L’evento si è evoluto nel tempo, ma l’idea di base rimane la stessa: riunire la diaspora e sensibilizzare sulle esigenze specifiche della Quinta Svizzera.

Di più Il Congresso degli svizzeri all’estero rimane un evento sociale e politico 

Ma il fascino è svanito: “Quando è stato l’ultimo Congresso in cui abbiamo percepito molto entusiasmo? È stato quello del 2022 a Lugano, che si è svolto dopo una pausa di due anni a causa della pandemia”, ha sottolineato Filippo Lombardi. “Faremo meno congressi – ha aggiunto, ma più intensi”.

Sempre meno persone

Alla base di questa decisione c’è un dato di fatto: dal 2009 le presenze sono in costante calo, secondo il presidente del Comitato. Venerdì a Lucerna, in occasione del secondo giorno del Congresso, sono presenti 130 persone, la maggior parte delle quali membri del CSE.

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Un attimo di pausa per scambiarsi delle idee. Organizzazione degli svizzeri all’estero

Con il calo delle iscrizioni, diminuiscono anche le risorse finanziarie disponibili per organizzare la conferenza. “Il sostegno finanziario di Swisslos e della Loterie Romande è sceso da 60’000 a 10’000 franchi”, ha spiegato Filippo Lombardi. L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) non può permettersi il rischio di un deficit annuale di 50’000 franchi, quando anche il sostegno di altri sponsor è in calo.

Il Comitato ha deciso di non organizzare più il Congresso ogni anno, ma solo ogni quattro anni, cioè una volta per legislatura.

Negli altri anni, l’attenzione sarà rivolta al Consiglio degli Svizzeri all’estero.

Nel primo e nel terzo anno di legislatura, il Consiglio si riunirà in Svizzera. Nel secondo anno si terrà un congresso di tre giorni, mentre nel quarto anno il Consiglio allargato si riunirà in agosto con i membri attuali e le nuove persone elette.

Il Consiglio allargato si riunirà per la prima volta nel 2025 e il prossimo congresso si terrà nel 2027.

Una decisione poco democratica

La decisione del comitato non è stata del tutto semplice. Per la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter, ridurre il numero di congressi significa perdere un’importante piattaforma per gli svizzeri e le svizzere all’estero. La Quinta Svizzera “ha un bisogno crescente di fare lobbying – ha dichiarato. Se organizziamo solo un congresso ogni quattro anni, perderemo uno strumento importante per far conoscere le sue preoccupazioni”.

Invece di tenere il Congresso meno spesso, si sarebbe dovuto avviare una riflessione su come cambiare la formula attuale. “Avrei auspicato un Congresso più attraente, invece di una decisione unilaterale e antidemocratica da parte del Comitato”, ha sottolineato la parlamentare federale.

Filippo Lombardi ha ribattuto che il Comitato si occupa delle finanze. L’OSE è una fondazione, quindi se ci fossero delle perdite, tutti sarebbero responsabili. Alla pausa, la decisione del Comitato era ancora sulla bocca di tutti. Molti delegati e delegate si sono sentiti delusi.

Meno edizioni della Rivista Svizzera

Anche la Rivista Svizzera, pubblicata in tedesco, francese, spagnolo e inglese, sarà oggetto di risparmi. In futuro apparirà solo cinque volte all’anno invece di sei.

Ci saranno cambiamenti anche in termini di contenuti: in futuro la rivista svilupperà maggiormente le sue pagine regionali.

Anche se questo non è in linea con lo spirito dei tempi, Filippo Lombardi sta motivando i delegati e le delegate a pubblicizzare l’edizione cartacea. Secondo uno studio, ogni edizione stampata viene letta da due persone, mentre la versione digitale viene consultata solo da una persona su dieci. Attualmente, 200’000 persone ricevono la versione cartacea della Rivista Svizzera.

Elogi per la diplomazia svizzera

David Grichting, direttore della Divisione consolare del DFAE, ha presentato l’attuale strategia consolare della Confederazione. In termini di prevenzione, egli intende incoraggiare la responsabilità individuale di chi vive all’estero. Se qualcuno ha bisogno di sostegno, questo deve essere efficace.

Il diplomatico ha anche indicato che, nell’ambito di questa strategia, il suo dipartimento invita il personale delle ambasciate e dei consolati a svolgere un ruolo attivo nella vita degli svizzeri e delle svizzere all’estero.

Infatti, “più occhi e orecchie abbiamo in un Paese, meglio possiamo capire le sfide che le persone espatriate devono affrontare”, ha dichiarato.

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Per David Grichting quello di Lucerna ê l’ultimo congresso a cui partecipa in rappresentanza delle autorità federali. Organizzazione degli svizzeri all’estero

Diversi delegati e delegate hanno reso omaggio al lavoro della diplomazia elvetica, ad esempio in Israele, Sudafrica, Italia e Ungheria. Molta gratitudine è stata espressa anche nei confronti di coloro che partecipano regolarmente alle riunioni delle associazioni svizzere locali.

Il direttore della Divisione consolare del DFAE ha inoltre rassicurato il Consiglio degli svizzeri all’estero che il DFAE non effettuerà ulteriori tagli ai suoi servizi.

Le persone che hanno partecipato alla riunione del CSE hanno approfittato della sua presenza per sottolineare le difficoltà che a volte si incontrano nella registrazione dei matrimoni e nel riconoscimento delle nascite – e quindi della nazionalità svizzera – presso le rappresentanze elvetiche.

David Grichting ha preso nota delle osservazioni. Questa è stata la sua ultima apparizione davanti al Consiglio. A gennaio assumerà un nuovo incarico. Non si sa ancora chi gli succederà.

Rafforzare la comunicazione con la gioventù

Oltre a quello di Andreas Feller-Ryf, sono stati istituiti altri gruppi di lavoro in seno al CSE. Anche questi gruppi hanno riferito sui progressi delle loro attività.

Il gruppo di lavoro incaricato di valutare come aumentare la partecipazione politica della Quinta Svizzera ha individuato otto misure prioritarie e le ha messe in pratica negli ultimi mesi.

Ad esempio, ha avviato diverse collaborazioni con l’Ufficio federale di statistica e le autorità cantonali e federali per comprendere meglio il comportamento di voto delle persone espatriate. Il gruppo vorrebbe anche intensificare la comunicazione attraverso i webinar o i canali informativi del DFAE. Anche i giovani sono un gruppo target importante. Lo stesso vale per le autorità locali nella Confederazione, che potrebbero informare i cittadini e le cittadine sui loro diritti politici quando lasciano la Svizzera.

Un collegio elettorale per la Quinta Svizzera

Un altro gruppo di lavoro si occupa da anni della questione di una circoscrizione elettorale per la Quinta Svizzera. Il risultato sarebbe una rappresentanza garantita nel Parlamento nazionale a Berna.

“Uno dei vantaggi sarebbe quello di migliorare le opportunità di lobbying”, afferma Constantin Kokkinos, che dirige il progetto. Secondo lui, questa soluzione funziona bene in molti Paesi, come Francia, Italia e Portogallo. Ma in realtà l’ambizione si scontra con la fattibilità. I tempi non sembrano ancora maturi, né per la cittadinanza né per il Parlamento.

Lobbying nei cantoni

Un altro gruppo di lavoro si occupa di fare opera di sensibilizzazione nei Cantoni, in particolare per quanto riguarda il voto elettronico e la possibilità che la Quinta Svizzera elegga anche i membri del Consiglio degli Stati, la camera alta del Parlamento svizzero

Gli svizzeri e le svizzere all’estero possono eleggerli solo in alcuni Cantoni. L’elezione al Consiglio degli Stati è infatti regolata dal diritto cantonale e non dappertutto è prevista la possibilità per chi vive all’estero di pronunciarsi.

Il gruppo di lavoro ha contattato i Governi e le Cancellerie cantonali. I risultati di questa sensibilizzazione sono fin qui stati positivi.

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Tradotto con l’aiuto di Deepl/mar

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