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La Quinta Svizzera è stata più indulgente con l’iniziativa sui limiti planetari

scheda di voto
Keystone / Martial Trezzini

La maggioranza degli svizzeri e delle svizzere all'estero ha respinto domenica l'iniziativa sulla responsabilità ambientale, ma in proporzione minore rispetto al resto del Paese. Spesso, le tematiche ambientali ricevono un maggiore sostegno dalla diaspora.

La sconfitta di domenica è stata schiacciante per l’iniziativa sui giovani Verdi, bocciata da quasi il 70% dell’elettorato e da tutti i cantoni.

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L’analisi del voto della Quinta Svizzera fornisce un quadro leggermente diverso – nonostante la sua portata limitata dal fatto che solo 12 cantoni su 26 forniscono statistiche distinte sul voto dei loro cittadini espatriati.

Anche la diaspora ha respinto il testo, ma in proporzioni molto inferiori: il 55% ha detto di no, 15 punti in meno rispetto alla media nazionale.

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I dettagli del voto degli svizzeri e delle svizzere all’estero nei cantoni che forniscono queste informazioni rivelano, in alcuni luoghi, forti differenze, anche se il sì rimane minoritario ovunque.

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Un elettorato che generalmente vota più verde

Tradizionalmente, le persone espatriate votano più a favore dell’ambiente e più a sinistra rispetto a chi vive in Svizzera.

È vero che la votazione dello scorso novembre ha costituito un’eccezione significativa a questa ‘regola’, con la diaspora che si è dimostrata più favorevole all’ampliamento della rete autostradale rispetto all’intera popolazione, ciò che ha sorpreso gli specialisti.

Ma durante la precedente votazione di settembre, la Quinta Svizzera aveva sostenuto a maggioranza l’iniziativa per la biodiversità, mentre a livello nazionale la proposta era stata bocciata.

Martina Mousson, politologa presso l’istituto gfs.bern, aveva parlato di “schema”, poiché differenze comparabili erano già state osservate in occasione di precedenti votazioni, in particolare sulla legge sul clima, la legge sul CO2, l’iniziativa “Per una Svizzera senza pesticidi” o ancora quella “Per un’acqua potabile pulita”.

Secondo Martina Mousson, il fatto che le persone espatriate votino maggiormente a favore dell’ecologia è legato “alla loro demografia, che è generalmente più a sinistra, più attenta all’ambiente, ha un livello di istruzione più elevato e tende ad affrontare le problematiche con una visione più globale”.

La politologa ha anche affermato che il contenuto concreto del progetto sulla biodiversità ha avuto sicuramente meno influenza rispetto alla “‘visione di principio che si ha dell’ecologia”. Questa analisi si applica sicuramente anche al voto di domenica sul concetto globale dei limiti planetari.

La partecipazione più bassa degli ultimi cinque anni

L’iniziativa al voto domenica ha comunque suscitato scarso entusiasmo: a livello nazionale, la partecipazione è stata del 38%, il tasso più basso osservato nelle votazioni federali negli ultimi cinque anni, con una media appena al di sotto del 50%.

Questo è stato il caso anche per la Quinta Svizzera: il 20% degli espatriati e delle espatriate che possono votare ha espresso la sua opinione, a fronte di una media nelle ultime votazioni del 25%.

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Va detto che la campagna è stata poco vivace e che la votazione ha suscitato poca attenzione da parte dei media. Secondo la politologa di gfs.bern Cloé Jans, il fatto che domenica sia stato sottoposto a votazione un solo oggetto contribuisce a spiegare questo fenomeno. Nell’analisi che segue, Jans sottolinea che la mobilitazione è maggiore quando gli oggetti sottoposti a votazione sono numerosi.

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gruppo di persone

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“Agli svizzeri e alle svizzere i divieti non piacciono” 

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa per la responsabilità ambientale mirava a una rapida transizione verso un’economia sostenibile. Questo obiettivo è stato chiaramente respinto. L’analisi della politologa Cloé Jans. 

Di più “Agli svizzeri e alle svizzere i divieti non piacciono” 

I budget complessivi investiti nella campagna sono stati modesti: 680’000 franchi, dieci volte meno rispetto alle somme spese per la votazione di novembre sui progetti autostradali.

Articolo a cura di Samuel Jaberg

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