Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Non so voi, ma io da bambina adoravo guardare i cartoni animati ambientati in epoche diverse dalla nostra. Lady Oscar, per esempio, era uno dei miei preferiti e mi ha appassionato alla storia francese come un libro di scuola non era mai riuscito a fare.
Un potenziale, quello di mostrare la storia sotto una lente insolita, che hanno pure i video giochi. Devono essersene accorti anche gli ideatori di “Lausanne 1830: Histoires de registres”. Un gruppo di lavoro formato da studenti e storici, e diretto dallo sviluppatore di videogiochi vodese Digital Kingom, ha infatti creato una realtà virtuale che permette di giocare nella Losanna del 1800. Curioso, no? Vi lascio ora alle altre notizie di oggi.
Buona lettura!
La laurea honoris causa concessa nel 1937 dall’Università di Losanna (UNIL) a Benito Mussolini è stata un “grave errore”, ma non va ritirata. È quanto concluso dal gruppo di lavoro istituito per esaminare nuovamente (era già successo nel 1987 e nel 2020) la possibilità di revocare il titolo al duce.
Nel 1937, Mussolini – che vi frequentò per alcuni mesi corsi di scienze politiche – ricevette dall’ateneo un riconoscimento accademico “per aver concepito e realizzato nella sua terra natale un’organizzazione sociale che ha arricchito le scienze sociologiche e che lascerà una profonda traccia nella storia”.
In un documento di una trentina di pagine, il pool di 15 esperte ed esperti, appartenenti a tutte le facoltà dell’UNIL, sostiene che “la revoca della laurea dà l’illusione che la decisione presa – con cognizione di causa – a suo tempo possa essere ‘corretta’ oggi. Tuttavia, tale risposta rimane incompleta; la realtà dei fatti (un’università, in situazione democratica, ha onorato un dittatore fascista) è indelebile, così come la realtà materiale del diploma”.
Il gruppo ha invece proposto quattro misure guidare una “politica basata sulla memoria”, subito adottate dalla direzione dell’ateneo losannese: l’apertura di un sito internet dedicato alla vicenda; un fondo annuale per progetti di ricerca “orientati verso lo studio dello sviluppo di ideologie totalitarie ispirate al fascismo e ai meccanismi di adesione a tali ideologie”; l’istituzione di un premio di ricerca accademico o di un’attività culturale e infine; un atelier di mediazione scientifica a destinazione delle scuole nonché del pubblico.
- La notizia su RSI NewsCollegamento esterno.
- Il rettore dell’Università di Losanna Frédéric Herman si esprimeCollegamento esterno in merito (in francese).
- Un approfondimento di SWI swissinfo.ch spiega il contesto storico.
- Le argomentazioni del gruppo di lavoro losannese hanno delle similitudini con quelle esposte dalla città di Neuchâtel in un’altra occasione: l’articolo su TVS tvsvizzera.it.
L’emblematico coltellino svizzero, icona del design, festeggia i suoi 125 anni. Nel giugno 1897, lo svittese Carl Elsener, che qualche anno dopo avrebbe fondato l’azienda Victorinox, fece proteggere il modello del suo “coltello da ufficiale svizzero e sportivo”.
Per celebrare questo anniversario, l’impresa che ogni anno esporta con successo milioni di pezzi in tutto il mondo ha recentemente lanciato un’edizione limitata composta da 9999 pezzi del modello originale chiamata “Replica 1897 Limited Edition”.
Lo “Swiss Army Knife” nacque nel 1886, quando il Consiglio federale decise di equipaggiare i soldati con coltelli di ordinanza tascabili. Mancando fornitori elvetici, i primi modelli furono importati dalla città tedesca di Solingen, culla della coltelleria d’oltre Reno. Quattro anni dopo, il mastro artigiano Carl Elsener fondò l’Associazione svizzera dei coltellinai con l’obiettivo di produrre il coltellino in patria e di fornirlo all’esercito. I primi esemplari, dotati di una grande lama, un punteruolo, un cacciavite e un apriscatole, furono consegnati nel 1891 al Dipartimento della difesa. Sei anni più tardi Elsener registrò il design del suo “coltello da ufficiale svizzero e sportivo”.
Il coltellino svizzero iniziò a essere conosciuto in tutto il mondo alla fine della Seconda Guerra mondiale, quando i soldati americani di stanza in Europa ne fecero un regalo come ricordo. Nel 1977 lo “Swiss Army Knife” diventa un’icona del design: il modello originale viene esposto al Museum of Modern Art di New York.
- Ulteriori dettagli su ticinonews.chCollegamento esterno.
- La storia della Victorinox in un video di SWI swissinfo.ch.
- Un approfondimento sui marchi svizzeri.
- Una galleria fotografica con altre celebri invenzioni rossocrociate.
Nuovo allarme per una possibile penuria energetica. A lanciarlo questa volta è il direttore generale del più grande gruppo energetico svizzero.
Così come aveva detto la Commissione federale dell’energia elettrica, anche il CEO di Axpo Christoph Brand avverte infatti sulla probabilità che il prossimo inverno si verifichi una carenza di elettricità.
Da lunedì la Russia ha ridotto del 60% le forniture di gas all’Europa, sottolinea Brand in un’intervista a Blick TV. Se tale situazione perdura aggraverà i problemi che l’Europa ha già attualmente riguardo all’approvvigionamento di energia. Il fatto che metà del parco nucleare francese (cui la Svizzera attinge in inverno) sia attualmente fuori servizio complica ulteriormente le cose, sottolinea Brand.
L’approvvigionamento invernale dipende anche dalle condizioni meteorologiche, spiega il CEO. A causa delle scarse precipitazioni, i bacini di accumulazione elvetici non sono sufficientemente pieni. Se la Svizzera non punta maggiormente sulle energie rinnovabili, Brand non esclude un futuro razionamento dell’energia elettrica.
- La notizia di agenzia su SWI swissinfo.ch.
- L’intervento di Brand (in tedesco) su Blick tvCollegamento esterno.
- L’allarme lanciato in precedenza anche dai settori economici.
- Le conseguenze della crisi energetica sul fotovoltaico.
- La pagina della Commissione dell’energia elettricaCollegamento esterno che tratta di sicurezza dell’approvvigionamento.
Approfondimenti in corso sull’importazione in Svizzera di oro russo proveniente dalla Gran Bretagna. A confermare voci in tal senso è l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).
Tenuto conto della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia dall’Unione europea e dalla Svizzera, l’UDSC sta esaminando la questione nonostante l’importazione in Svizzera di oro proveniente dalla Russia non sia di per sé vietata. I lingotti prodotti da raffinerie russe dopo il 7 marzo non possono più essere commercializzati in Svizzera. Tuttavia, in linea di principio, quelli fabbricati prima della data in questione potranno continuare a essere scambiati. Per l’oro in altre forme (gioielli, monete d’oro) non ci sono invece restrizioni commerciali.
Le raffinerie d’oro elvetiche rappresentano tra il 65% e il 70% della produzione annuale delle raffinerie mondiali. L’Associazione svizzera dei fabbricanti e commercianti di metalli preziosi (ASFCMP), che rappresenta le raffinerie, aveva dichiarato ieri che nessuno dei suoi membri “è responsabile di queste importazioni”, “che non c’è posto nella Confederazione per l’oro d’origine dubbia” e “che si aspetta dai suoi membri che agiscano con prudenza e si astengano in caso di sospetto”.
- Ne riferisce il cdt.chCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’UDSC sul sito della Confederazione.
- Il recente incontro tra Ignazio Cassis e Boris Johnson.
- Un approfondimento di SWI swissinfo.ch sulle ricadute delle sanzione alla Russia sul settore del lusso.
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