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treni in stazione

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all’estero, 

Se nelle due ore in cui questa mattina Whatsapp non ha funzionato, avete avuto la necessità di inviare un messaggino scritto o vocale, probabilmente anche voi vi sarete sentiti per un attimo isolati dal mondo. Un malfunzionamento che sembra capitare a scadenza regolare e che, in un attimo, fa circolare ovunque della rete la notizia del difetto di funzionamento. A conferma di quanto, almeno qui da noi, l’applicazione di messaggistica sia popolare. 

Di proprietà del gruppo Meta, l’app è infatti utilizzata da 2 miliardi di persone, anche istituzioni e governi ed è diventata ancor più importante con lo smart working. A partire dal 2020, il servizio è stato utilizzato per inviare oltre 100 miliardi di messaggi al giorno. 

Ecco le altre notizie di oggi, buona lettura! 

camera di un centro d asilo
© Keystone / Christian Beutler

Le numerose richieste d’asilo depositate in Svizzera non accennano a diminuire e le strutture federali sono al massimo delle loro capacità, con i posti letto che scarseggiano.

Affinché si possa continuare ad accogliere, ospitare e assistere tutti i richiedenti, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) mette costantemente a disposizione nuovi alloggi. Ciò però non basta. Al momento ogni settimana in Svizzera vengono depositate grosso modo 800 domande d’asilo, fatto che crea difficoltà logistiche riguardanti alloggio e assistenza.

Solitamente i richiedenti asilo rimangono nei centri federali d’asilo (CFA) per un massimo di 140 giorni. Vista la situazione particolarmente critica, a partire dal 27 ottobre il trasferimento verso i Cantoni verrà accelerato. In un primo momento la misura coinvolgerà le persone oggetto di una decisione di allontanamento, mentre dalla settimana successiva riguarderà anche le persone la cui procedura non è ancora conclusa.

Secondo la SEM saranno circa 1000 a settimana, anziché 500, i richiedenti asilo a essere distribuiti ai Cantoni, in modo proporzionale alla popolazione. Con le misure annunciate oggi, sarà possibile continuare a ospitare i richiedenti.

treni in stazione
© Keystone / Christian Beutler

Il prossimo inverno le Ferrovie federali svizzere (FFS) dovranno acquistare energia elettrica supplementare.

Quest’estate, a causa della siccità, le centrali idroelettriche delle FFS hanno reso meno del solito per cui le FFS dovranno acquistare elettricità, oltre a produrne di più nei prossimi mesi. Il CEO delle FFS Vincent Ducrot precisa che ci sono due opzioni. “Potremmo immaginare di installare pannelli solari in montagna, ad esempio sulle dighe delle nostre centrali idroelettriche”. Con questa soluzione risulterebbe però difficile aumentare la produzione degli impianti, soprattutto in inverno.

La propulsione a idrogeno – già utilizzata ad esempio in Germania – potrebbe essere una soluzione per sostituire i treni alimentati a combustibili fossili, ha concesso Ducrot. Tuttavia non in Svizzera, dove la rete ferroviaria è completamente elettrificata e gran parte dell’elettricità viene prodotta autonomamente dalle FFS.

Le FFS vogliono quindi sfruttare ancora meglio l’energia di frenata dei treni e reimmetterla nella rete. Inoltre, per evitare inutili e dispendiose fermate dei convogli bisognerà affinare il sistema delle “onde verdi” (dei semafori, n.d.r.). Secondo Ducrot, ciò consentirebbe di risparmiare dal sette all’otto per cento di elettricità all’anno.

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camera di ospedale
© Keystone / Gaetan Bally

H+, l’organizzazione che rappresenta buona parte degli ospedali svizzeri, mette in guardia dalle conseguenze dell’inflazione e invita politici e assicuratori a procedere a un aumento delle tariffe del 5%.

Gli ospedali e le cliniche non riescono a coprire i costi in costante crescita perché le tariffe ambulatoriali e stazionarie sono troppo basse da anni e non sono state indicizzate sulla base dell’inflazione in modo lungimirante.

Secondo un sondaggio recente, gli ospedali e le cliniche si attendono incrementi significativi dei costi causati dal rincaro: per quanto riguarda l’energia tra il 10 e il 50 per cento, in parte addirittura fino al 300 per cento e oltre, per i materiali tra il 2 e il 20 per cento e per i costi per generi alimentari e di costruzione tra il 3 e il 15 per cento.

Essi non hanno altro modo per finanziare i costimaggiori che tramite le tariffe delle prestazioni ospedaliere, sottolinea H+. Queste vanno però negoziate con gli assicuratori e approvate dalle autorità competenti.

anziana alla cassa
swissinfo

Nell’era in cui è possibile svolgere praticamente ogni passaggio della nostra vita in maniera digitale, prendersi il tempo per chiacchierare alla cassa di un negozio può essere percepito, da chi aspetta in fila, una straziante perdita di tempo. Ma non per tutti.


La scorsa settimana, nel cantone Basilea Città sono infatti state inaugurate due casse “balbettanti”, le prime in Svizzera. Il loro obiettivo è combattere la solitudine. I clienti possono scambiare due parole con la cassiera o il cassiere e anzi, sono proprio incoraggiati a farlo. C’è da dire che la solitudine, che colpisce la salute mentale, colpisce sempre più persone e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta solo di anziani.

“Ci auguriamo che quando ci sarà fiducia, dopo una, due, tre o quattro visite, inizieremo a conoscere i desideri, le richieste, gli interessi del e della cliente, per poterli reindirizzare verso organizzazioni già esistenti che possano anche migliorare la vita sociale.”

Per il momento, a partecipare al progetto pilota sono il supermercato di un grande marchio e una farmacia. Il costo del progetto è di 130.000 franchi, per dare o restituire una dimensione umana ad una semplice cassa.

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