Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero,
alla vigilia delle accesissime elezioni presidenziali statunitensi, sembra che la piccola Svizzera stia facendo la sua parte, soprattutto attraverso la sua più grande banca: UBS.
Se la settimana scorsa il Consigliere federale Albert Rösti ha offeso la sfera politica e diplomatica dichiarando di “propendere per Trump”, domenica sera ha fatto un parziale mea culpa.
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Buona lettura,
Grazie al sistema dei comitati di azione politica (CAP), le aziende svizzere finanziano la campagna presidenziale statunitense. UBS è uno dei donatori più generosi.
Analizzando i dati forniti dall’organizzazione no-profit Open Secrets, la Radiotelevisione della Svizzera romanda RTS ha scoperto che la Confederazione ha contribuito con quasi tre milioni di dollari all’attuale campagna elettorale degli Stati Uniti. La Svizzera è il secondo Paese più generoso dopo il Regno Unito.
Secondo la legge attuale, solo i cittadini statunitensi o i titolari di una green card (il permesso di soggiorno USA) possono fare donazioni a personalità politiche. Tuttavia, è possibile per una filiale straniera creare un proprio CAP. Attraverso questo comitato, può raccogliere i contributi del suo personale statunitense.
Diverse grandi aziende svizzere hanno creato dei CAP negli Stati Uniti. Tra le più generose ci sono i colossi farmaceutici Novartis e Roche, assicurazioni come Zurich Insurance Group e aziende tecnologiche come Garmin.
Ma a detenere il record di donazioni è il gigante bancario svizzero UBS, con 1,49 milioni di dollari distribuiti dall’inizio del 2023. La banca è anche in cima al podio dei CAP di origine straniera, con somme in costante aumento.
- Le spiegazioni della RTSCollegamento esterno (in francese)
“Sono consapevole che un consigliere federale non dovrebbe parlare o discutere di elezioni straniere”, ha affermato Albert Rösti, che la scorsa settimana ha scatenato una polemica dichiarando di propendere per Donald Trump. Ricordiamo che le elezioni presidenziali statunitensi si svolgono domani (martedì).
Nel corso del telegiornale serale di domenica della RTS, Albert Rösti ha chiarito la sua posizione. Ha dichiarato di aver parlato in qualità di Albert Rösti e non di consigliere federale. Non ha voluto commentare ulteriormente.
Nel corso dell’intervista, durata dieci minuti, sono stati discussi con il politico altri argomenti controversi, tra cui il ritorno all’energia nucleare in Svizzera. Il ministro dell’energia è favorevole all’abolizione del divieto di costruire nuove centrali. A suo avviso, gli sviluppi geopolitici e l’aumento della domanda mettono a rischio l’indipendenza energetica del Paese.
Albert Rösti ha inoltre ribadito il suo sì e quello del Governo all’ampliamento di alcuni tratti autostradali svizzeri, che sarà sottoposto a votazione il 24 novembre. Non è d’accordo con l’idea che aumentare la rete stradale significhi automaticamente aumentare la quantità di automobili in circolazione e vorrebbe che il traffico delle tangenziali venisse dirottato sulle autostrade per ridurre il traffico negli agglomerati urbani.
- L’intervista ad Albert Rösti al telegiornaleCollegamento esterno della RTS (in francese)
Il nuovo progetto di accordo bilaterale tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno. Potrebbe rivelarsi molto più costoso del precedente.
Mercoledì il Consiglio federale dovrebbe stabilire l’ammontare dei contributi finanziari alla coesione dell’UE. La Svizzera versa già 130 milioni di franchi all’anno ad alcuni Paesi dell’UE, come Romania e Bulgaria, per promuoverne lo sviluppo economico e sociale. L’obiettivo di questo cosiddetto contributo di coesione è quello di ridurre le disuguaglianze all’interno dell’UE.
La Norvegia, che non fa parte dell’UE, paga 390 milioni di euro all’anno per l’accesso al mercato interno. Secondo la NZZ am Sonntag, l’UE vorrebbe applicare criteri simili alla Svizzera. Questo contributo arriva in un momento in cui la Confederazione sta cercando di risparmiare in quasi tutti i settori.
Tuttavia, il punto più delicato dei prossimi negoziati rimane l’immigrazione e la richiesta della Confederazione di una clausola di salvaguardia. Rimangono divergenze anche in altri settori, in particolare quello dei trasporti pubblici. L’UE vuole che i fornitori di servizi ferroviari europei possano operare in Svizzera senza dover collaborare con un partner elvetico.
Nonostante i disaccordi, i sostenitori di un accordo bilaterale ritengono possibile una conclusione entro la fine dell’anno. “Spero che riescano a concludere il dossier prima di Natale”, ha affermato la consigliera nazionale del Centro Elisabeth Schneider-Schneiter. Per il giornale, la domanda ora è “quale regalo ci sarà sotto l’albero di Natale?”.
- L’articolo della NZZ am SonntagCollegamento esterno (in tedesco)
In cambio di certificati di compensazione delle emissioni di carbonio, la Svizzera finanzia autobus elettrici in Thailandia. Ma l’azienda che li produce è accusata di violazione dei diritti sindacali.
Da poco più di due anni la Svizzera sostiene un progetto di autobus elettrici privati a Bangkok nell’ambito dell’Accordo sul clima di Parigi. Tuttavia, secondo la rivista in lingua tedesca Beobachter, in diverse occasioni sono emersi problemi relativi ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
In un’intervista rilasciata al corrispondente della Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF per il Sud-Est asiatico, uno dei dipendenti ha accusato Absolute Assembly di averlo licenziato quando aveva appena fondato un sindacato. Poco dopo, un secondo membro fondatore sarebbe stato messo alla porta. Alle e ai dipendenti sarebbero stati promessi dei benefici se non si fossero iscritti al sindacato. Energy Absolute, la società madre di Absolute Assembly, nega queste accuse.
Georg Leutert, della federazione sindacale internazionale IndustriALL, ha contattato la Confederazione per chiederle di intervenire presso l’azienda thailandese. “Purtroppo constatiamo che gli investitori internazionali spesso non prestano attenzione ai diritti dei lavoratori e ai diritti sindacali”, afferma. In base all’Accordo sul clima di Parigi, tuttavia, questi partner stranieri hanno la responsabilità di garantire il rispetto degli standard lavorativi.
L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), responsabile del monitoraggio del progetto, afferma di prendere molto sul serio le critiche e indagherà sulle accuse. Se verranno riscontrate violazioni dei diritti umani, la Confederazione trarrà le dovute conclusioni, che potrebbero includere la cessazione del sostegno svizzero.
- Gli articoli della SSR (in italianoCollegamento esterno, franceseCollegamento esterno e tedescoCollegamento esterno)
La foto del giorno
Con le sue numerose colline e montagne, la Svizzera è un Paese ideale per il parapendio, che è lo sport aereo più popolare in assoluto.
Nell’immagine, due parapendisti decollano all’alba di venerdì 1° novembre dall’Alp Scheidegg, sopra il comune di Wald, nel cantone di Zurigo.
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